F1. Cosa potrebbe mai fare un pilota per meritarsi una multa da un milione di dollari?

F1. Cosa potrebbe mai fare un pilota per meritarsi una multa da un milione di dollari?
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La FIA ha deciso di aumentare la massima sanzione pecuniaria comminabile a un pilota di F1 a un milione di dollari. Ma cosa potrebbe mai giustificare una multa del genere?
20 ottobre 2023

Cosa potrebbe mai fare un pilota di Formula 1 per vedersi comminare una multa da un milione di dollari? È la prima cosa che ci è venuta in mente a fronte della decisione del Consiglio Mondiale della FIA di aumentare notevolmente la massima sanzione pecuniaria rispetto al tetto di 250.000 dollari previsto finora. Una decisione, questa, dovuta al fatto che l’importo, “non rivisto né modificato da dodici anni”, non riflettesse più “le attuali esigenze del motorsport”.

La FIA con i team in passato non ci è andata leggera in termini di sanzioni pecuniarie. La più elevata mai comminata nella storia della F1 è quella toccata alla McLaren nel 2007 dopo la scandalosa Spy Story. Oltre alla squalifica dal mondiale Costruttori, l’essere entrata in possesso di informazioni tecniche sensibili della Ferrari costò alla McLaren una multa da 100 milioni di dollari. La seconda sanzione più alta è stata comminata alla Red Bull lo scorso anno per lo sforamento del budget cap: 7 milioni di dollari.

Scorrendo indietro il nastro della storia della F1, si incontra anche una multa da 5 milioni di dollari per l’organizzatore di una gara. Correva il 2006 e sul podio del GP di Turchia il vincitore, Felipe Massa, fu premiato da Mehmet Ali Talat, definito “presidente della Repubblica Turca di Cipro del Nord”. Riconoscere in questo modo uno stato non legittimato dalla comunità internazionale rappresentava una violazione della posizione apolitica della Federazione. Un’altra multa salatissima fu comminata alla Ferrari nel 2002 dopo la farsa del GP d’Austria. Il plateale scambio di posizioni tra Rubens Barrichello e Michael Schumacher costò alla Rossa una sanzione da un milione di dollari.

Sul fronte dei piloti, invece, le multe più salate comminate di recente ammontavano a 50.000 dollari. Li dovette sborsare Max Verstappen nel 2021 quando toccò l’ala posteriore della W12 di Lewis Hamilton a Interlagos. Allo stesso Hamilton, invece, sono state comminate due sanzioni di questo importo. La prima, a fine 2021, per non essersi presentato alla cerimonia di premiazione della FIA di fine anno. La seconda, con 25.000 dollari di condizionale, gli è stata invece comminata in Qatar per aver attraversato la pista.

Facendo riferimento proprio alla sua multa del 2021, Max Verstappen ha commentato così questa notizia: “se toccare un’ala posteriore in parc fermé costa 50.000 euro, vorrei capire a cosa potrebbe corrispondere una multa da un milione”. Verstappen non è l’unico pilota ad aver espresso perplessità a riguardo. George Russell ha offerto un punto di vista molto interessante: “Nel mio primo anno in F1 guadagnavo decine di migliaia di dollari e ne ho spesi più di un centinaio di migliaia tra voli e stipendi per il mio allenatore e il mio assistente. E questo vale almeno per il 25% dei piloti in griglia”.

“Facciamo quello che amiamo – ha continuato – quindi non ci lamentiamo. Ma se prendiamo in considerazione un pilota al primo anno in F1, che al termine della stagione è in perdita di 100.000 dollari per gli investimenti che ha dovuto effettuare, cui viene comminata una multa da un milione cosa può succedere?”. Kevin Magnussen ha commentato sarcasticamente: “Leclerc può vendere il suo orologio e pagare una multa del genere. Io sparirei e non mi farei più trovare”. Al netto degli scherzi, c’è anche un altro punto di non poco conto: come sarebbero utilizzati i proventi di una multa del genere?

Se devono comminarmi una multa da un milione – ha dichiarato Lewis Hamilton – facciamo in modo che l’intera somma sia devoluta a una giusta causa. In questo ambiente girano moltissimi soldi, ma c’è ancora molto da fare per fare sì che diventi più accessibile e variegato, e dare più occasioni a chi non avrebbe normalmente la chance di entrare a far parte di questo mondo”. Parole, queste, che arrivano da uno dei pochi piloti in griglia che potrebbe pagare una multa del genere senza fare troppi plissé.

Come ha sottolineato Alexander Albon, i piloti incappano in costi non da poco, a cominciare dalla Superlicenza. Ognuno deve versare annualmente 10.400 dollari più 2.100 dollari per ogni punto guadagnato. Nel 2022 Verstappen ha dovuto pagare quasi un milione solo per questa voce del suo bilancio. E se i costi di partecipazione sono così elevati, viene da sé che solo pochissimi piloti potrebbero pagare una multa del genere senza indebitarsi. Uno di questi è Fernando Alonso, che ha definito questa decisione “non appropriata”.

“Competiamo in uno sport che è già considerato d’élite, quasi inaccessibile. Discutiamo tanto di sostenibilità e stiamo cercando di rendere questa categoria meno chiusa. Tirare in ballo numeri di questa portata sembra inopportuno”, ha riflettuto Alonso in merito a una multa davvero alla portata di poche tasche. Ma la Federazione avrebbe davvero il coraggio di comminarla solo a uno dei Paperoni della F1, o, alternativamente, di indebitare altri?

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