F1. Da Fernando Alonso a Davide Brivio, i fuggitivi e i giubilati di Alpine, un team alla deriva

F1. Da Fernando Alonso a Davide Brivio, i fuggitivi e i giubilati di Alpine, un team alla deriva
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Le dimissioni del direttore tecnico Matt Harman e del responsabile dell'aerodinamica Dirk de Beer sono l'ultimo atto del sistema di porte girevoli in Alpine, la scuderia di Formula 1 che è il fanalino di coda dell'inizio della stagione 2024
4 marzo 2024

Aggiornamento: l'Alpine ha confermato l'addio di Matt Harman e Dirk de Beer, annunciando nel contempo una nuova struttura organizzativa, con il ruolo di direttore tecnico diviso tra tre diverse persone. Joe Burnell sul fronte della progettazione, David Wheater per l'aerodinamica e Ciaron Pilbeam per la performance. A Viry-Châtillon, invece, la power unit 2026 sarà sviluppata sotto la supervisione di Eric Meignan. Confermati i COO John Woods per il quartier generale di Enstone e Audrey Vastroux per Viry.

Alpine nel Gran Premio del Bahrain 2024 di Formula 1 è stata di fatto il fanalino di coda, anche alle spalle di una scuderia come la Haas, che prima dell'inizio del mondiale si era autodenunciata come ultima forza tramite le parole del suo team principal Ayao Komatsu. E le conseguenze di queste difficoltà sono già arrivate. Secondo quanto riporta la stampa inglese, il direttore tecnico della scuderia, Matt Harman, e il responsabile dell'aerodinamica, Dirk de Beer, hanno rassegnato le proprie dimissioni dopo la debacle di Sakhir. Sono solo gli ultimi uomini chiave in ordine di tempo ad aver abbandonato la scuderia di Enstone o a essere stati estromessi dal progetto. 

Tutto è cominciato a inizio 2021, quando il team di Formula 1 del gruppo Renault subì un restyling della propria identità, diventando Alpine per omaggiare il DNA racing del marchio più sportivo sotto l'egida della casa della Losanga. Nel gennaio di quell'anno Cyril Abiteboul, CEO della scuderia, fu sostituito da Laurent Rossi, in qualità non solo di CEO del team, ma dell'intero brand Alpine. Proprio l'arrivo di Rossi aprì le porte all'addio Alain Prost, superconsulente della scuderia sulla falsariga di ciò che era stato Niki Lauda per la Mercedes. Il quattro volte campione del mondo di F1, giubilato a inizio 2022, rivelò in un'intervista rilasciata alla BBC che Rossi gli aveva detto di non aver bisogno di consigli nella gestione del team.

Sul fronte dei team principal, nel gennaio del 2021 Marcin Budkowski subentrò nel ruolo di direttore esecutivo. Il suo arrivo nell'allora Renault, qualche anno prima, aveva causato parecchie polemiche, visto che il polacco aveva lavorato nel dipartimento tecnico della FIA. Budkowski rimase a capo del team per una sola stagione, prima di essere sostituito da Otmar Szafnauer, in arrivo dalla Aston Martin con tanto di munifico sponsor a traino. Szafnauer riuscì a resistere un anno e mezzo, prima di essere rimosso dal proprio incarico nel bel mezzo di un weekend di gara. Successe a Spa lo scorso anno, con una modalità che lasciò interdetta l'intera sala stampa. Ovviamente presente in pista in Belgio, Szafnauer fu costretto a prendere le sue cose e andarsene, insieme al direttore sportivo Alan Permane.

Szafnauer era riuscito a passare indenne uno degli episodi di mercato più bizzarri degli ultimi anni. Erano i primi di agosto del 2022 quando Fernando Alonso, approfittando del ritiro di Sebastian Vettel a fine stagione, confermò il suo passaggio in Aston Martin al suo posto per la stagione successiva. Per non perdere Oscar Piastri, l'Alpine non gli aveva offerto il contratto pluriennale che invece gli era stato proposto da Lawrence Stroll. Peccato che anche Piastri, coadiuvato dal manager Mark Webber, avesse un colpo di scena in serbo. Era appena iniziata la pausa estiva quando Alpine confermò Piastri come pilota per il 2023. Una notizia, questa, smentita dal diretto interessato poco dopo. L'Alpine aveva fatto scadere un'opzione, e quindi Piastri si era guardato intorno, trovando collocazione in McLaren. Fu un disastro su tutti i fronti, visto che la scuderia di Enstone perse sia il suo presente che il futuro.

C'è poi un altro caso eclatante, riguardo a un manager clamorosamente poco utilizzato. Parliamo di Davide Brivio, arrivato dalla MotoGP in Alpine nel 2021 nel ruolo di racing director. Non ci volle molto tempo perché a Brivio fossero tolti compiti operativi all'interno del team. Il manager italiano fu spostato sul progetto Academy, occupandosi del vivaio del team. Scelte apparentemente inspiegabili per una risorsa della caratura di Brivio, rimasto dietro le quinte anche nel paddock prima di lasciare l'Alpine a fine 2023. Qualche mese prima dell'addio di Brivio, anche Laurent Rossi era stato estromesso dal suo ruolo. Al posto suo come CEO del marchio è stato scelto Philippe Kreif.

E così arriviamo ai giorni nostri, con le ultime due defezioni di primo piano nell'era del team principal Bruno Famin, che nell'ultima stagione di Drive to Survive, il documentario di Netflix sulla F1, definiva inaccettabile il posizionamento di Alpine a centro classifica. Figuriamoci quello odierno, decisamente più preoccupante. È evidente che l'instabilità nell'organigramma della scuderia di Enstone si rifletta nelle esitazioni in pista della A524, monoposto sovrappeso, inefficace e dotata per giunta del motore meno performante del lotto. Si tratta di una situazione avvilente per un team controllato da uno dei più grandi colossi dell'automotive mondiale. E con un'organigramma in continua evoluzione, trovare il bandolo della matassa sarà tutt'altro che semplice.

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