F1. Ferrari, Binotto: «Guardiamo anche alla IndyCar»

F1. Ferrari, Binotto: «Guardiamo anche alla IndyCar»
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Mattia Binotto ammette che la Ferrari sta valutando un possibile ingresso in IndyCar, ma non come alternativa all'impegno in Formula 1. Servirebbe a scongiurare eventuali esuberi dovuti al budget cap in vigore dal 2021
15 maggio 2020

«Come Ferrari sentiamo forte la responsabilità sociale verso i nostri dipendenti e ci preoccupiamo del loro futuro. Per questo stiamo guardando anche ad altre alternative, come l’IndyCar, e cercheremo di fare la scelta migliore. Tutto questo, oltre alla F1, che fa parte della nostra storia»: parole e musica di Mattia Binotto, team principal della Rossa, ai microfoni di Sky Sport Italia. A Maranello, insomma, sembra esserci l'intenzione concreta di affiancare al confermatissimo impegno nel Circus altri progetti nell'ambito del motorsport. 

Si tratta di una scelta che ha una ragione precisa: come ha spiegato lo stesso Binotto, la riduzione del budget cap in Formula 1, con il passaggio dai 175 milioni previsti per la stagione 2021 a 145 milioni, potrebbe portare all'esubero di alcuni dipendenti. L'eventuale partecipazione ad un altro campionato farebbe sì che questo personale trovasse una nuova collocazione all'interno del reparto sportivo, scongiurando licenziamenti. «La Ferrari sente una forte responsabilità sociale nei confronti dei propri dipendenti, e vogliamo assicurarci che ognuno di loro abbia un posto in futuro», chiarisce Binotto. 

Proprio a proposito del budget cap, Binotto ha spiegato: «Era già stato definito in vista del 2021 con un tetto di 175 milioni. Quello che è stato discusso nei giorni scorsi è di ridurlo ulteriormente. Questa pandemia ha forti effetti economici in tutto il mondo per cui è nostro dovere abbassarlo ancora. Si sta arrivando ad un accordo concreto con una riduzione a 145 milioni di dollari». Questo, però, senza minare l'avanguardia della tecnica che ha sempre caratterizzato la F1: «l tetto alla spesa limiterà innovazione, sviluppo e tecnologia, ma in F1 ci sono sempre stati dei regolamenti. Quello finanziario si aggiunge a quello tecnico e sportivo. Toccherà a noi fare gli investimenti giusti per non penalizzare la ricerca e l’innovazione».

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