F1, GP Abu Dhabi 2019: Hamilton, dominio incontrastato

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Paolo Ciccarone
Ad Abu Dhabi Lewis Hamilton ha esercitato un dominio assoluto, mettendosi alle spalle i giovani Verstappen e Leclerc
1 dicembre 2019

ABU DHABI - Sei titoli mondiali e 84 vittorie in F.1. Da qualsiasi lato la si giri, il dominio di Lewis Hamilton appare incontrastato. Specialmente in una pista come questa di Abu Dhabi dove superare è una impresa e sapendo gestire le gomme, le suoni ai rivali. Come ha fatto Lewis nei confronti di Verstappen, secondo, e Leclerc, terzo con la Ferrari. Ma è stata una gara con pochi spunti, è stata solo una sfida fra se stessi più che con gli altri. Basti dire che Hamilton ha cercato e voluto a tutti i costi l'hat trick, ovvero pole position, vittoria e giro più veloce. Ottenuto sul finire, con gomme dure quasi consumate e due secondi in meno rispetto al suo tempo medio.

E se si guarda la classifica, si scopre che solo i primi sei classificati sono arrivati a pieni giri, perché a partire dal settimo, Perez, tutti sono stati doppiati e se guardiamo pure il distacco accusato da Vettel, quinto con l'altra Ferrari, si viaggia sul minuto di distacco. Troppo per rendere appetibile la F.1 e segno che questo tracciato, come ultima gara della stagione, non ha senso. Specie se i titoli sono già assegnati. Eppure in pista era presente mezzo mondo economico, come dimostra il podio Mercedes in cui, a ritirare il trofeo Costruttori, è salita Britta Seeger, membro del board di Daimler AG Marketing e vendite. A sottolineare che la vittoria di Hamilton e della Mercedes sia stata più una vittoria dal sapore politico, alla luce delle discussioni sul rinnovo degli accordi per il 2021, ancora lontano dall'essere raggiunto.

E tornando alla pista, per capire il dominio Mercedes su questa pista, basti dire che Bottas è partito ultimo ed è arrivato quarto in scia a Leclerc. Come dire che non ce ne è per nessuno in certe circostanze. Appare quindi una beffa che le voci, su presunte irregolarità, finiscano sempre per coinvolgere la Ferrari. Con un colpo di scena poco prima del via, quando la macchina di Leclerc è stata portata in verifica e controllato la quantità di benzina a bordo, che è risultata diversa da quanto dichiarato. Più che una voglia di truffare, una banale svista nel riportare i dati. Fino a prova contraria delle verifiche. Però è un dato di fatto che gli altri vincono e la Ferrari viene controllata.

Una Ferrari che ad Abu Dhabi ha vissuto un altro giorno da dimenticare sia per le qualifiche (vedi Leclerc che ha beccato il semaforo rosso) sia per Vettel, alle prese con un pit stop disastroso che gli ha fatto perdere sei secondi, anche se, al di là di questo problema, Sebastian non è mai stato in gara col compagno di squadra. Gomme scivolose, è stata l'analisi. Le stesse gomme di Leclerc che è riuscito a farle funzionare meglio, anche se con tempi lontani dai primi. Adesso si pensa già al prossimo anno. Con le presentazioni di febbraio, i test, le nuove macchine. E l'inneffabile Bernie Ecclestone che alla soglia dei 90 anni girava per il paddock analizzando lucidamente l'attuale F.1. "Sono americani, cosa pretendevate facessero? Tante gare, tanti GP, mi pare che sia cambiato poco, hanno solo svilito quello che abbiamo costruito negli anni...".

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