F1, GP Brasile 2019: Ferrari, che figuraccia

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Paolo Ciccarone
Figuraccia internazionale per la Ferrari con il contatto tra Charles Leclerc e Sebastian Vettel e il conseguente ritiro di entrambi
17 novembre 2019

SAN PAOLO - Era nell'aria e prima o poi sarebbe successo, per cui stupirsi adesso che Sebastian Vettel e Charles Leclerc si siano toccati durante il GP del Brasile è da ipocriti. Erano mesi che i due si guardavano in cagnesco e c'erano state delle avvisaglie, tanto che la gestione dei piloti, specialmente dopo i team radio di Singapore e Russia, era stata messa sotto la lente da tutti. E qualcuno era stato pure redarguito perché aveva ipotizzato una carenza nella gestione dei piloti da parte della squadra.

Fare ironia adesso sarebbe facile, invece è il momento di tirare una riga e sistemare le cose: "Se guardiamo a noi, come squadra, siamo delusi e dispiaciuti ha detto Mattia Binotto ai microfoni di Sky -  Credo che i due piloti si devono rendere conto che oggi hanno danneggiato l’intera squadra. È vero che ci sono contatti, che possono capitare, ma le conseguenze sono tante. Non voglio giudicare chi abbia sbagliato o meno, non è importante, lo faremo con calma. Lo faremo insieme, analizzando bene i video. Credo che quando uno giudica a caldo, rischia sempre di sbagliare. Ognuno dei due piloti ha la propria storia, ha il proprio punto di vista. Oggi erano liberi di gareggiare tra di loro, il secondo posto costruttori era, in qualche modo, garantito, stanno lottando per la loro posizione nella classifica piloti. Però, sono piccoli errori che, comunque, si pagano come immagine nostra, come squadra, con tutto il lavoro che si fa, e non va bene".

Ritrovare l'armonia non sarà facile e se fino ad oggi era stato tenuto tutto sotto controllo, dal Brasile è evidente che ci saranno interventi da fare. Da un lato Leclerc ha mostrato quella sfacciataggine tipica del campione che ha i numeri per vincere. Dall'altra un Vettel che si vede aggredito dal più giovane compagno di squadra e reagisce come fece anni fa con Webber, stessa manovra, stesso incidente ma al volante delle Red Bull in un GP di Turchia. Sono passati gli anni e all'epoca il campione sfrontato e sfacciato era Vettel, in crescita e non ancora campione del mondo. La storia si ripete, a ruoli invertiti e il risultato in mondovisione sono due Ferrari distrutte nel giorno in cui dietro a Verstappen potevano esserci due piloti in rosso. Invece no.

Un errore banale, poca cosa, una sfiorata alle gomme per intimidire il rivale, con conseguenze devastanti: gomma posteriore bucata per Vettel, anteriore divelta per Leclerc e due rosse nel prato. Entrambi dentro di sè saranno convinti di avere ragione. Ma non è così. Perché la figuraccia internazionale di una Ferrari che sparge rottami lungo la pista dimostra che nessuno dei due può essere fiero per come è andata. E visto che per Vettel era il GP numero 100 al volante della rossa, siamo sicuri che nessuno vorrà celebrarlo con il classico: 100 di questi giorni, perché è uno di quei giorni da dimenticare.

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