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Siamo ormai giunti al fatidico giro di boa. I team si preparano ad affrontare l’ultima metà di stagione con le monoposto ad effetto suolo, prima del grande debutto del nuovo regolamento tecnico previsto per il 2026. Le speranze della Ferrari sono ormai riposte sul prossimo anno, visto le difficoltà della SF-25 in qualifica. Ma prima di alzare bandiera bianca, a Maranello si sta lavorando per risolvere un problema — non ancora chiaramente identificato — che sta minando la fiducia alla guida di Charles Leclerc e Lewis Hamilton.
Che le aspettative per questo 2025 siano state ampiamente disattese non è una novità. Si parlava di Mondiali, e invece la Rossa oggi si trova ad annaspare, soprattutto sul giro secco, con una seconda posizione nella classifica Costruttori più frutto degli errori di Mercedes e Red Bull che di meriti propri, e con un distacco ormai quasi incolmabile dalla McLaren. Fin dall’inizio della stagione, la SF-25 ha confermato un trend negativo in qualifica, come gli stessi piloti hanno più volte ammesso. In un primo momento si pensava che le difficoltà di Lewis Hamilton fossero legate al periodo di adattamento a una nuova squadra e a una vettura completamente diversa da quella che aveva guidato per dodici anni. Eppure, anche Charles Leclerc ha iniziato a faticare più del previsto, persino nel time attack, da sempre il suo punto di forza.
Il sette volte campione del mondo ha fin da subito iniziato a colpevolizzarsi per i risultati negativi raccolti nella prima parte di stagione. Un feeling mai davvero trovato con la SF-25, che attribuiva a una vettura ad effetto suolo poco affine al suo stile di guida. In Mercedes, conoscendo a fondo piattaforma e motore, riusciva a trovare un appiglio, ma in Ferrari non è stato così. Charles Leclerc ha provato a spremere tutto il potenziale della macchina, ma c’è ancora qualcosa che manca. “Ogni volta che arrivo in Q3 qualcosa non funziona: abbiamo avuto buone qualifiche, ma non grandi qualifiche”, ci aveva ammesso lo scorso sabato, al termine della sessione cronometrata di Silverstone.
Il monegasco ha poi spiegato che i problemi emersi in qualifica non sono legati a questioni di bilanciamento o grip, ma a un comportamento anomalo della macchina che ha complicato le cose già dalla Q2. “Non voglio entrare troppo nei dettagli, ma c’è qualcosa di strano che dobbiamo combattere in macchina, soprattutto ad alta velocità — ha proseguito Leclerc — Non è un problema di equilibrio o di aderenza. È qualcosa di molto specifico che rende tutto più difficile”. Questo deficit, però, come ha ammesso lo stesso Charles, non si presenta in gara. Sulla questione anche Frédéric Vasseur ha preferito mantenere il riserbo, confermando però le parole del suo pilota e sottolineando che si sta lavorando per trovare una soluzione.
Le prime risposte, a livello propedeutico, sono arrivate due settimane fa in Austria, con l’introduzione del nuovo fondo e del nuovo diffusore posteriore. Modifiche che Hamilton ha accolto positivamente. “Stiamo facendo progressi, anche se c’è ancora tanto da migliorare. Abbiamo introdotto un upgrade e ora stiamo ottimizzando i nostri processi. Sento che stiamo ottenendo risultati migliori, ma dobbiamo continuare a spingere”.
In vista del prossimo appuntamento stagionale in Belgio, a Spa-Francorchamps, la Ferrari introdurrà anche la tanto attesa nuova sospensione posteriore, che verrà testata preliminarmente — secondo quanto riportato da Autoracer — in un filming day al Mugello, utile a raccogliere dati da comparare con quelli ottenuti a Spielberg e Silverstone. “Soffriamo di sottosterzo a bassa velocità, è un limite intrinseco di questa macchina. Stiamo spingendo forse un po’ oltre il limite per cercare di recuperare sul giro secco, ma la realtà è che a livello di pura velocità oggi la nostra macchina non è ancora al livello dei migliori”, ha sottolineato ancora Hamilton, che ha confermato l’anomalia segnalata da Leclerc. “Sì, c’è una caratteristica di questa macchina che in Q3, specialmente nel secondo tentativo, rende tutto un po’ più difficile. Però oggi stavo migliorando e questo è positivo. Ho fatto un passo avanti, ma c’è ancora margine. Se riusciremo a risolverlo quest’anno? Non lo so, vedremo nel lungo termine”, ha dichiarato il sabato di Silverstone.
Ma a cosa si riferiscono i due piloti Ferrari? Secondo quanto appreso da Motorsport.com, il problema sarebbe legato all’idroguida, il sistema di servosterzo che riduce lo sforzo necessario per girare il volante, soprattutto nelle curve ad alta velocità, migliorando il feeling dei piloti. Questo potrebbe dunque spiegare perché, quando Leclerc e Hamilton spingono al limite in qualifica — mettendo a dura prova anche la meccanica — non riescono a estrarre il massimo potenziale della vettura. E spiega anche perché su piste come Monaco o Spielberg, dove le curve ad alta velocità sono meno predominanti, hanno incontrato meno difficoltà, mentre a Silverstone non sono riusciti a migliorare sul giro secco. Adesso bisogna chiedersi: besterà la nuova sospensione a risolvere questo problema?