Caro Toto Wolff, sei l’ultimo “dinosauro” dei team principal di F1: Horner verso Alpine o Ferrari?

Caro Toto Wolff, sei l’ultimo “dinosauro” dei team principal di F1: Horner verso Alpine o Ferrari?
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Christian Horner lascia la Red Bull dopo vent’anni e apre scenari imprevedibili in Formula 1. Toto Wolff resta l’ultimo “dinosauro” tra i team principal, mentre il futuro dell’ex capo Red Bull potrebbe tingersi di rosso Ferrari o virare verso Alpine
9 luglio 2025

Un vero e proprio terremoto sta scuotendo le acque della Formula 1. Una situazione alquanto delicata da gestire per molte squadre, ormai giunte alla soglia del nuovo e "inquietante" – come lo ha definito Adrian Newey – regolamento tecnico. Le vetture del 2026, sebbene i confini delle direttive tecniche siano ancora poco labili, sono già in fase di progettazione avanzata, così come i motori, da tempo al banco di prova. Cambiare i vertici, licenziando e nominando nuovi team principal, è una mossa quasi suicida: nella vita, come nel Circus, la costanza è la chiave per arrivare alla vittoria.

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Un concetto che conosce molto bene Toto Wolff, alla guida della Mercedes fin da quando il marchio tedesco ha rilevato la BrawnGP. Sotto la sua gestione, il team – fresco vincitore del mondiale piloti con Jenson Button nel 2009 – si è imposto, nonostante gli iniziali dubbi del paddock, come una delle squadre più vincenti della storia della Formula 1, conquistando un totale di otto titoli costruttori e nove piloti. Un impegno che per Wolff è diventato totalizzante, tanto che nel 2020 ha acquisito una quota della squadra, oggi suddivisa equamente tra lui, Daimler AG e Ineos. Una posizione di forza che non lo ha mai spinto a fare un passo indietro, nemmeno nel momento più difficile per le Frecce d’Argento, iniziato nel 2022 con il ritorno delle vetture ad effetto suolo. L’operato di Wolff – forse l’unico team principal con piena libertà d’azione – non è mai stato messo in discussione e nessuna voce sul suo futuro ha mai scosso il paddock.

Una situazione condivisa, fino a poco tempo fa, anche dal suo amico-rivale Christian Horner. Come Wolff, anche Horner è stato un pilastro della Red Bull, chiamato a gestire il progetto F1 dopo l’acquisizione della Jaguar Racing, venduta da Ford a Red Bull per la cifra simbolica di un dollaro a causa dei problemi finanziari. Da gennaio 2005, la dirigenza ex-Jaguar venne sostituita da un nuovo gruppo guidato da Christian Horner, con Günther Steiner come direttore tecnico. Da allora, a Milton Keynes – sede della Oracle Red Bull Racing – sono arrivati otto titoli mondiali piloti e sei costruttori. Una storia di successi, prima con Sebastian Vettel e poi con Max Verstappen, culminata nel 2023, quando Red Bull ha vinto 22 dei 23 Gran Premi in calendario, con la sola Singapore a interrompere una stagione perfetta.

«Sembra che le squadre siano una porta girevole. Io e Christian siamo gli ultimi “dinosauri” rimasti. In F1 non si può comprare il tempo: bisogna concederlo ai leader per sistemare le cose», aveva dichiarato provvidenzialmente solo due settimane fa Toto Wolff a Spielberg. Oggi, caro Toto, sei rimasto l’unico dinosauro, perché la storia tra Horner e la Red Bull è ufficialmente giunta al capolinea. Venti anni dopo il suo arrivo, Horner è stato licenziato con effetto immediato e il suo posto di team principal e CEO è stato affidato a Laurent Mekies. Wolff, in quell’occasione, si era già espresso pubblicamente in difesa di Frédéric Vasseur, al centro di voci su un possibile allontanamento dalla Ferrari.

Horner in Ferrari

Solo pochi mesi fa, prima di Imola per l’esattezza, si era parlato di un presunto interesse della Scuderia – in particolare di John Elkann – nei confronti di Horner. Allora la sua posizione sembrava intoccabile. Tuttavia, i malumori – come accaduto a Maranello – serpeggiavano già da tempo anche a Milton Keynes. Addii eccellenti, da Adrian Newey a Jonathan Wheatley e Rob Marshall, passando per Will Courtenay (oggi rispettivamente in Aston Martin, Sauber-Audi e McLaren), lo scandalo delle presunte molestie sessuali, la gestione controversa dei piloti – dal rinnovo e successivo licenziamento di Sergio Perez, fino alla scelta di Liam Lawson poi rimpiazzato da Yuki Tsunoda – e una monoposto che sta mettendo in difficoltà persino Max Verstappen, pronto a cercare nuovi orizzonti, sono stati gli elementi che hanno convinto Oliver Mintzlaff a sollevare Horner da ogni incarico.

All’epoca dei rumors su Horner e la Ferrari, per quanto la situazione a Maranello non fosse delle più serene viste le difficoltà di inizio stagione, la posizione di Vasseur non era realmente in discussione. Eppure, oggi, tutto sembra pronto a esplodere. Che il licenziamento di Horner e il contratto di Vasseur in scadenza – con le trattative per il rinnovo ancora da avviare, come confermato da Benedetto Vigna – siano la prossima bomba pronta a sconvolgere la Formula 1? Vedremo i prossimi sviluppi, che potrebbero portare a uno scenario che nel lontano 2021 sembrava impensabile: Christian Horner vestito di rosso, team principal di Lewis Hamilton, pilota della Ferrari.

Alpine, Flavio Briatore guarda ad Horner

Non è però da escludere nemmeno l’opzione Alpine. Il team francese è da mesi senza team principal dopo le dimissioni di Oliver Oakes, e Flavio Briatore – tra i primi a sostenere pubblicamente Horner sui social dopo il licenziamento– sta cercando una figura di carattere per traghettare Alpine verso il 2026. La situazione a Enstone non è certo delle migliori: una monoposto lenta, un Franco Colapinto che deve ancora ritrovare lo smalto mostrato lo scorso anno in Williams, e un Pierre Gasly che cerca di massimizzare ciò che ha a disposizione. Il prossimo anno, però, le cose potrebbero cambiare radicalmente: Alpine non utilizzerà più i propulsori Renault, ma quelli Mercedes, che – secondo le voci di paddock – sarebbero i più performanti del lotto.

I punti interrogativi restano tanti e, con la Silly Season alle porte, il nuovo regolamento tecnico all’orizzonte e tanti nomi illustri pronti a rimescolare le carte, la pausa estiva si preannuncia più calda che mai. E non solo per le temperature.

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