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Chi sono i promossi e i bocciati di Montréal? Scopriamolo insieme, sfogliando le pagelle del Gran Premio del Canada 2025 di Formula 1.
Il rinnovo del contratto tarda ad arrivare perché “Toto” aspetta la chimera Verstappen, ma Russell in Canada ha dimostrato una volta di più di meritarlo eccome il nuovo contratto, magari con un bel aumento: la Mercedes a Montreal è risorta e l’inglese è stato magistrale a piazzarla in pole position per poi dominare la gara. Proprio davanti a Verstappen, il che probabilmente rende la vittoria ancora più speciale. Voto 10 e lode, semplicemente perfetto.
Non ha niente da recriminare però Verstappen, che ancora una volta ha esaltato il potenziale di un Red Bull veloce ma evidentemente complicata da portare al limite anche su un circuito anomalo come quello canadese: senza un super Russell probabilmente l’olandese avrebbe compiuto l’ennesima impresa. Voto 9, ancora una volta ha dato comunque il massimo.
Voto 9 anche ad Antonelli, che conquista il suo primo podio in F1 sfruttando magistralmente la competitività della Mercedes sul tracciato canadese: alla prima vera occasione di finire a podio l’italiano non si fa trovare impreparato e scaccia così il ricordo delle ultime uscite sottotono. Certo, non riesce a eguagliare i tempi di Russell, soprattutto in qualifica, ma è bravo a non commettere errori su un tracciato che non perdona.
Voto 7 invece a Piastri, che improvvisamente si trova entrambe le Mercedes e Verstappen davanti ma capito che non è giornata per fare gli eroi ragiona in ottica campionato, considerando anche che Norris è comunque alle sue spalle. Nel finale tenta di attaccare Antonelli per il podio: non ci riesce ma va via dal circuito con oltre 20 punti di margine sul compagno di squadra. Anche così si diventa campioni del mondo e lui lo sa.
5° un Leclerc che ha molto da recriminare e per una volta soprattutto con se stesso, perché suo è l’errore all’inizio delle P1 che compromette la sua preparazione alla gara e sempre suo è l’errore nel giro decisivo in Q3 (il traffico c’entra, ma fino ad un certo punto perché non c’è stato impeding). Fatta questa premessa, la domenica il monegasco ha messo in pista l’ennesima prova di grande generosità, cercando anche con la strategica di salvare il salvabile, ma con una monoposto tutt’altro che dominante e tanti avversarsi forti più che la strategia sarebbe servito un miracolo. Voto 6,5 perché comunque, nonostante tutto, il migliore ferrarista è stato ancora una volta lui.
E qui veniamo alla questione Hamilton, perché nemmeno su una delle sue piste preferite (va bene, lo dichiara alla vigilia di ogni fine settimana, ma per il Canada è vero) l’inglese è riuscito a dare una sterzata se non alla stagione almeno al suo umore. Qualificato discretamente 5°, termina 6° (ma sarebbe finito 7° senza il suicidio sportivo di Norris) e questo dice tutto sulla sua gara, mai all’attacco, mai con un segnale di vitalità, durante la quale ha semplicemente e inesorabilmente perso terreno. Certo, Mercedes, McLaren e Verstappen (più che la Red Bull) “ne avevano di più”, però almeno davanti a Leclerc doveva e poteva finire. E invece voto 5, appannato.
Alle sue spalle, a punti Alonso, a cui evidentemente gli ultimi sviluppi di Aston Martin hanno giovato, consentendo allo spagnolo di dare una raddrizzata ad una stagione partita malissimo: con un’auto appena dignitosa ha ritrovato velocità e motivazione, anche se per quest’anno non ci sarà molto da gioire. Voto 7.
Ancora a punti anche Hulkenberg, 8° e bravissimo ancora una volta a massimizzare il potenziale di una Sauber che forse non è il disastro di auto che si pensava a inizio stagione. Però Bortoleto finisce 14° quindi probabilmente in questo risultato molto merito ha il tedesco. Nel dubbio voto 8,5: una certezza.
Buon 9° posto per Ocon, che sulla distanza riesce a recuperare diverse posizioni dopo una qualifica non eccezionale (partiva 14°), muovendo ancora una volta la classifica per la Haas. Voto 7, bella gara.
E chiude la zona punti Sainz, bravo ad artigliare il punticino dopo una qualifica da incubo (eliminazione in Q1 complice una incomprensione con Hadjar, che è stato anche sanzionato per l’episodio). Però onestamente dallo spagnolo ci aspettavamo ben altro, anche se questa probabilmente non era la pista più adatta alla Williams. Voto 6,5 per la tenacia.
Fuori dai punti, voto 5 ancora una volta a Tsunoda, che a parte la solita differenza di rendimento con Verstappen, si prende 10 posizioni di penalità per sorpasso con bandiera rossa nelle libere: in gara cerca anche la rimonta, ma oltre il 12° posto non riesce ad andare. Per un motivo o per l’altro, la Red Bull è sempre ad una punta.
Voto 5 anche a Stroll, che decisamente non è profeta in patria: con gli ultimi sviluppi Alonso è tornato a lottare stabilmente per i punti, mentre il canadese continua ad arrancare a metà classifica. Qualcosa vorrà pur dire.
Voto 6,5 di incoraggiamento invece a Colapinto, ce dopo un avvio in zona punti arretra leggermente chiudendo 13° ma l’argentino aveva bisogno soprattutto di un fine settimana regolare, senza incidenti: lo trova in una pista dove sbagliare è particolarmente facile.
Soprattutto, voto 3 a Norris, autore prima di una brutta qualifica e quindi di un disastroso incidente con Piastri, cercando di infilarsi dove semplicemente non c’era spazio. Sempre onesto, forse fin troppo, l’inglese ha subito ammesso di essere l’unico responsabile, però è difficile non ricominciare con il meme del pilota talentuoso che però sotto pressione, nei duelli ravvicinati, è troppo precipitoso. Ora Piastri è in fuga e a Norris servirà un errore dell’australiano (improbabile) o una striscia di vittorie (anche questa difficile) per recuperare. Disastroso.
Fuori classifica, voto 5 alla Pirelli, perché qualcosa non quadra nel range di gomme messe a punto per questa stagione: anche in Canada abbiamo visto alcuni piloti fare il tempo in qualifica con le gialle, che non sono le più morbide ma in certi frangenti rendono meglio delle rosse anche sul piano strettamente cronometrico. Così quest’anno abbiamo la novità delle medie che vanno più forte della soft, tanto per semplificare la comprensione al pubblico, senza dimenticare la proverbiale “finestra di utilizzo” che sembra sempre più una fessura. La F1 è da anni in regime di monofornitura per gli pneumatici, che dovrebbero essere semplicemente un elemento necessario per far correre macchine e piloti, perché non ce ne vogliano in Pirelli ma lo spettacolo sono loro, invece assistiamo ad una F1 sempre più gomma-dipendente, con monoposto magari velocissime ma che non sanno “sfruttare” la gomma, piloti che vanno due secondi al giro più piano all’inizio dello stint per evitare il graining e tante altre amenità che possono apprezzare solo gli ingegneri di pista. Aggiungiamo che non è proprio bello, per il produttore di gomme di cui sopra, assistere ai primi pit stop dopo nemmeno 15 giri (un tema evidenziato a suo tempo da Michelin, che infatti si tiene volutamente alla larga dalla F1). Ma è la F1 a chiedere a Pirelli gomme ad alta degradazione, nell’ossessione che di far vedere che “accade qualcosa” ogni 5 minuti. E pazienza se ormai si è perso il senso e la misura. La F1 riuscirà mai veramente a semplificare se stessa?
Già che ci siamo, voto 5 anche ad un certo modo di fare i giornalisti, elevando le voci raccolte non è chiaro dove, come e da chi a notizie per costruire titoli e macinare clic, destabilizzando un ambiente Ferrari già con i nervi tesissimi.
Voto 5 però anche a Vasseur, perché dopo 3 anni è naturale iniziare a chiedere e fare un primo bilancio per un team principal, anche perché il francese non ha ereditato un team del tutto arretrato tecnologicamente come capitò invece a Todt. Ed è evidente che questo bilancio è negativo, soprattutto per questa terza e ultima stagione del suo contratto (salvo rinnovi): una monoposto rivoluzionata che è risultata meno competitiva della precedente e di fin troppo difficile interpretazione, un gruppo tecnico con un organigramma non chiarissimo, la sostituzione di un validissimo Sainz con un impalpabile Hamilton (anche se qui viene il dubbio che il manager francese abbia semplicemente subito una decisione del presidente Elkann), un Leclerc sempre più centrale ma mai del tutto e veramente tutelato. Avanti il prossimo?
Si parla di Coletta, il team manager alla guida del programma Wec e GT di Ferrari, che però sta benissimo dove sta e speriamo per lui che non ceda alle lusinghe di un posto tanto ambito quanto pericoloso. A proposito voto 10 e lode comunque alla Ferrari per la terza vittoria consecutiva alla 24 ore di Le Mans, voto 10 e lode ad AF Corse e voto 10 e lode a Kubica che ha scritto una pagina di storia dell’automobilismo e una storia di riscatto personale che difficilmente sarà dimenticata.