F1, GP USA 2019: Ferrari, analisi di un mistero

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Paolo Ciccarone
Doccia fredda per la Ferrari nel Gran Premio degli USA 2019 di Formula 1, con il quarto posto di Charles Leclerc e il ritiro di Sebastian Vettel
3 novembre 2019

Ferrari, analisi di un mistero. Charles Leclerc ha concluso al quarto posto, staccato di quasi un minuto mentre Vettel si è ritirato dopo 8 giri per cedimento della sospensione. Questo è il risultato finale, ma al di là dei numeri la gara americana è stata una doccia fredda per il responsabile della GES, Mattia Binotto, che non ha festeggiato nel modo migliore il suo cinquantesimo compleanno: "Dobbiamo analizzare cosa è successo con Seb mentre per Charles il primo treno di gomme non ha funzionato e non abbiamo capito perché, visto che poi con gli altri due i tempi sul giro erano validi, dobbiamo analizzare e capire il perché di questa doccia fredda arrivata dopo una serie di belle gare da parte nostra".

Fin dal via Vettel ha pagato dazio perdendo subito delle posizioni e lamentandosi via radio di avere qualcosa di anomalo nella macchina. "Non ho toccato niente ma non riesco a sterzare ho molto sottosterzo" aveva detto via radio. Poi, di colpo, alla curva 8 il cedimento con la rottura del triangolo inferiore della sospensione posteriore destra. Non è una rottura che accade per caso, probabilmente ci sarà stata qualche escursione fuori pista o su un cordolo (senza dimenticare i numerosi saltelli sull'asfalto deteriorato) che nel corso del week end possono aver provocato la rottura. E' andata bene che sia avvenuta nel punto in cui il pilota ha potuto controllare la macchina senza ulteriori danni.

In quanto a Leclerc la sua corsa resta un mistero, visto che sul rettilineo, dove di solito la Ferrari aveva un gran margine, non è mai riuscito a girare in zona dei rivali. Anzi, in questa corsa la Ferrari sembrava aver perso tutto il vantaggio mostrato dal Belgio in poi e che ha fruttato tre vittorie di fila a Spa, Monza e Singapore. I maligni o i complottisti trovano una risposta nella lettera di chiarificazione che la Red Bull ha inviato alla Federazione, la quale ha specificato cosa è vietato e cosa è ammesso. La Ferrari è risultata in regola alle verifiche, ma i complottisti hanno trovato una loro risposta nelle prestazioni sotto tono della rossa.

Una battuta di arresto che fa pensare e che esige risposte al più presto, magari fin dal prossimo GP del Brasile fra due settimane

Dimenticandosi che fin dal venerdì, coi tempi sul giro inferiori alla Mercedes, su questa pista gli assetti non erano quelli sperati. E che Leclerc ha dovuto usare un motore Evo2 dopo aver rotto il suo Evo3 nelle libere del sabato mattina, eppure è arrivato a un decimo dalla pole, con un motore meno potente, segno che la differenza forse non è lì. E' quindi una Ferrari che torna dagli USA con i due grandi interrogativi: perché si è rotta la sospensione a Vettel e perché in gara non si è riusciti a sfruttare quella che era una caratteristica vincente della Ferrari nella seconda parte della stagione. A complicare la giornata ci si è messo anche il pit stop di Leclerc, lento per una pistola che non ha avvitato bene una gomma. Una battuta di arresto che fa pensare e che esige risposte al più presto, magari fin dal prossimo GP del Brasile fra due settimane, perché vedere le gare con una Ferrari davanti dà più gusto al mondiale. O a quello che ne resta.

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