F1, GP USA 2019: le pagelle di Austin

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati di Austin nelle pagelle del Gran Premio degli USA 2019 di Formula 1
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
4 novembre 2019

Anche quando Bottas corre da campione, Hamilton riesce comunque a rubargli la scena: così ci tocca partire dall’inglese, che arriva “solo” secondo ma porta a casa il sesto titolo iridato, entrando ancora più nella leggenda. E occhio perché il record di Schumacher è a tiro. Qui non ci interessa discutere se valgono di più i tre titoli di Senna, i due di Clark o i sei di Hamilton: altre epoche, altre auto, altri contesti. Qui ci interessa solo celebrare il talento del campionissimo inglese, che quest’anno non ha sbagliato niente, correndo con una consistenza perfino superiore al passato. Piuttosto è interessante osservare che gli anni passano per tutti e che la parabola del campione - stavolta in senso buono, anzi buonissimo - vale anche per Hamilton: il giovane campione velocissimo e senza timori reverenziali, ma un po’ irruento, ha lasciato il posto ad un pilota che oggi, a dispetto del suo record di pole position, ha nella gestione gara la sua arma migliore, con la quale riesce a tenere a bada i giovani di oggi che magari sul giro secco sarebbero pure capaci di surclassarlo. Perché Hamilton oggi è questo: istinto e saggezza, fame e capacità di gestione. Il tutto con un team che inizialmente non lo voleva (furono Ross Brown e Niki Lauda a convincere Mercedes a ingaggiarlo) ma che in lui ha trovato il suo faro. E allora voto 10 e lode a prescindere. Campionissimo.

Voto 10 e lode però anche a Bottas, perché se consideriamo il week end americano il finlandese è stato semplicemente perfetto: imprendibile in qualifica, dove ha surclassato nettamente anche Hamilton, un martello in gara e per ben due volte capace di attaccare Hamilton, sfruttando la diversa strategia. Così il finlandese ci conferma un’idea che ci frulla in testa da tempo: a fare la differenza tra il pilota veloce e il campione del mondo spesso non è solo il tempo sul giro, ma la capacità di esprimersi in ogni week end sui livelli più alti. Intanto però, per questa gara, bravissimo.

“Solo” 3° Verstappen e per come si era messa la gara nei primi giri l’impressione era che l’olandese potesse ambire al bersaglio grosso: invece Bottas ha mostrato una tenuta a prova di bomba e in generale le Mercedes hanno rimarcato una superiorità che non si vedeva da un po’, tanto è vero che si sono piazzate prima e seconda con due strategie diverse. Come dire che quel che conta era il colore della carrozzeria… Però l’olandese stavolta non ha sbagliato niente, ha tirato tutto il tempo e ci ha provato fino alla fine: forse, senza la bandiera gialla finale proprio alla fine del rettilineo principale, avrebbe potuto sferrare l’attacco ad Hamilton. Voto 9: aspettando una Red Bull più consistente.

Quarto posto per Leclerc ad Austin
Quarto posto per Leclerc ad Austin

Decisamente deludente invece il 4° posto per Leclerc, in un week end tutto da dimenticare per la Ferrari, tra problemi di affidabilità vari (motore nelle libere per Leclerc, sospensione in gara per Vettel), un rendimento del tutto diverso tra qualifica e gara e una prestazione lontanissima dai livelli a cui ci aveva abituato. Il monegasco in questo contesto ha fatto quel che ha potuto, complice anche un motore senza le ultime evoluzioni, e in questa prospettiva non si può essere troppo critici con lui. Voto 6,5: voltiamo pagina.

Più difficile valutare Vettel, visti i problemi che l’hanno colpito in gara: nel dubbio voto 7, con tutte le attenuanti generiche del caso.

Alle spalle dell’unica Ferrari al traguardo troviamo Albon, autore di un’altra rimonta strepitosa a seguito di un contatto al via, dopo quella messa in scena a Sochi: ok l’auto competitiva, ma rispetto al rendimento di Gasly in Red Bull non c’è paragone per ritmo e capacità di liberarsi degli avversari più lenti, e spiace onestamente per il francese doverlo dire. E ricordiamoci che stiamo parlando di un debuttante giovanissimo messo in macchina quasi più per mancanza di alternative che per reale convinzione: voto 8,5, aspettando il primo podio.

Grande gara anche di Ricciardo, “primo degli altri” con una Renault che appare comunque in ripresa nelle ultime gare: l’australiano corre con la determinazione di sempre, anche se le posizioni a cui può ambire non sono quelle a cui era abituato, ma questo è solo un motivo di merito in più. Voto 8,5: generoso.

Un’altra solida prova per Norris, 7° e a lungo in lotta proprio con Ricciardo: l’inglese ormai non è più una sorpresa, ma fa sempre piacere vederlo in lotta per le posizioni che contano: voto 7,5, conferma.

Va un po’ stretto invece l’8° posto a Sainz, penalizzato dal contatto con Albon alla prima curva (per il quale nessuno dei due ha colpe particolari: quella curva sarà anche spettacolare, ma sembra progettata apposta per diventare una tonnara al via…). Allo spagnolo poteva andare meglio, ma anche molto peggio: nel dubbio voto 7.

Ottavo posto per Sainz ad Austin
Ottavo posto per Sainz ad Austin

Ancora a punti Hulkenberg, penalizzato da una strategia un po’ strana da parte della Renault, ma è giusto anche ammettere che Ricciardo nelle ultime gare si sta esprimendo su altri livelli. Certo, però che passare la seconda metà di stagione da separati in casa con il team non aiuta… Voto 6,5.

Chiude la zona punti un bravissimo Perez, partito dalla pit lane per essere incappato in una sciocca penalizzazione durante le prove libere (per la quale la colpa a nostro parere è più del team che non ha vigilato sulle indicazioni dei commissari). Poco male: ancora una volta il messicano ha recuperato in gara una posizione dopo l’altra, confermando di essere uno dei piloti più efficaci in circolazione e rimarcando una cronica differenza rispetto al compagno Stroll.

Piuttosto, voto 5 a Kvyat che dopo quanto successo in Messico con Hulkenberg ha pensato bene di replicare ad Austin, attaccando con un po’ troppa irruenza Perez, salvo finire poi penalizzato: va bene provarci fino in fondo, ma non è che all’ultimo giro vale tutto…

Infine, fuori dai punti ma sempre nei cuori di tantissimi tifosi, voto 7 per l’impegno a Raikkonen, che ad Austin nella prima metà di gara è tornato finalmente ad affacciarsi alla zona punti, salvo poi doversi arrendere alla superiorità tecnica degli avversari. Peccato.

Raikkonen fuori dai punti ad Austin
Raikkonen fuori dai punti ad Austin

GP USA 2019, le pagelle

Hamilton 10 e lode

Bottas 10 e lode

Verstappen 9

Albon 8,5 

Ricciardo 8,5 

Norris 7,5 

Vettel 7

Sainz 7

Raikkonen 7

Hulkenberg 6,5

Leclerc 6,5

Kvyat 5

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