F1. Hulkenberg splendido sotto la pioggia, McLaren spaventosa, Ferrari annaspa: ecco cosa abbiamo imparato dal GP di Silverstone 2025

F1. Hulkenberg splendido sotto la pioggia, McLaren spaventosa, Ferrari annaspa: ecco cosa abbiamo imparato dal GP di Silverstone 2025
Pubblicità
Nel giorno in cui Nico Hulkenberg ha colto il suo primo podio in Formula 1, la McLaren è stata capace di imporre un ritmo silenzioso ma micidiale, mentre alle spalle di Lando Norris e Oscar Piastri succedeva di tutto. In casa Ferrari, invece...
6 luglio 2025

Nico Hulkenberg ha aspettato una carriera intera prima che una sosta al momento giusto nel Gran Premio di Gran Bretagna 2025 di Formula 1 gli spianasse la strada verso un podio che sembrava irraggiungibile, soprattutto con la Sauber di oggi. La scelta di montare un nuovo set di intermedie prima di tutti lo ha promosso nelle posizioni nobili della classifica, e un’altra decisione azzeccata – quella di montare le medie un giro dopo la sosta di Lewis Hamilton per le rosse – gli ha consentito di mantenere la terza posizione a cui si era aggrappato dopo aver passato Lance Stroll, grande specialista delle condizioni isteriche in cui si è corso a Silverstone.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

La capricciosa estate inglese, fatta di bombe d’acqua alternate al tepore del sole, ha mostrato il suo lato più pazzo nella domenica di Silverstone, regalando al Gran Premio una varietà strategica che ha premiato chi è stato più efficace nel perfezionare le chiamate sulle soste. Il contributo dei piloti, nel passaggio dalle intermedie alle slick, è stato fondamentale. Solo loro, d’altronde, potevano fornire dei riscontri centrati sui rivoli d’acqua che ancora interessavano il circuito. E c’è chi ha fatto errori di valutazione. Come Charles Leclerc, la cui scelta di montare le gomme da asciutto all’inizio della corsa si è trasformata in un boomerang pazzesco.

La gara di Charles è stata frustrante, e non solo per le scelte strategiche poco azzeccate. Leclerc è stato il pilota della Rossa più in difficoltà con una SF-25 sicuramente non eccezionale sul bagnato. C’è qualcosa nel DNA delle Ferrari più recenti che le rende poco efficaci con la pioggia, come già visto in altre circostanze quest’anno. Ma Lewis Hamilton, dopo aver accusato enormi difficoltà nel confronto con un Ocon con le intermedie ormai senza scanalature, ha trovato la forza di credere in un podio sfumato per una sosta sbagliata di un giro. Se Hamilton si fosse fermato quando lo ha fatto Nico Hulkenberg, staremmo parlando di un risultato diverso, importantissimo per un pilota che sembra aver ritrovato smalto nel suo nuovo abito rosso.

I buoni intertempi di Fernando Alonso con le medie hanno indotto la Ferrari e Lewis a premere il grilletto, uccidendo le speranze di podio di Hamilton. Ma derubricare il risultato di Hulkenberg alla sola scelta strategica infelice della Ferrari vorrebbe dire sminuire un pilota che avrebbe meritato molto di più di quanto ha colto in carriera. A 37 anni, Nico è spavaldo tanto quanto solido, nel modo in cui si muove in pista. E il risultato di oggi è anche la testimonianza dell’ottimo lavoro svolto da Mattia Binotto. Arrivato alla Sauber lo scorso anno, è riuscito a coordinare la sua squadra con una direzione precisa, dritta verso gli aggiornamenti che hanno raddrizzato le storture di una macchina che sembrava una causa persa.

Oltre a prendersi la ribalta oggi, la Sauber è balzata al sesto posto del mondiale Costruttori. Un risultato a cui non sarà facile aggrapparsi, ma che dimostra come la stagione della scuderia svizzera abbia preso una piega diversa. Così come oggi lo ha fatto la gara di Max Verstappen. L’azzardo di scegliere un’ala posteriore scarichissima ha pagato ieri, complice anche il vento a favore in parte della pista. Ma si è rivelata controproducente sotto la pioggia torrenziale di Silverstone. La Red Bull per la scelta si è fidata delle sue previsioni meteo, che davano il 20% di possibilità di pioggia al mattino e gara asciutta. Errate, evidentemente.

Verstappen si è ritrovato a vivere una gara estremamente frustrante, invischiato nell’aria sporca di chi lo precedeva con un livello di deportanza che rendeva la RB21 un toro pronto a imbizzarrirsi. La situazione è migliorata sul finire della corsa, quando la pista è andata asciugandosi progressivamente e Verstappen è riuscito quantomeno a risalire in quinta posizione, sfilando come un gatto un Lance Stroll ormai in ambasce con le sue gomme soft. Ma è poca cosa rispetto alla prestazione contro logica che aveva offerto ieri in qualifica, senza sapere che sarebbe andato incontro a una corsa amara. Mentre Verstappen annaspava verso il centro della classifica, qualcun altro, molto più avanti, dominava in modo silenzioso ma micidiale.

In una gara dal meteo mutevole, con tutto quello che ne consegue in termini di gestione delle gomme, le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri a un certo punto sono arrivate a girare oltre un secondo più veloci della concorrenza. La naturale capacità di generare deportanza extra e di coccolare gli pneumatici della MCL39 ha fatto sì che i piloti papaya fossero in grado di imporre un ritmo impressionante, con una sequela di giri veloci da far spavento, mentre altri cercavano prima di far rifiatare le surriscaldate intermedie spostandosi nelle zone ancora bagnate della pista, o, più tardi, di essere efficaci con le slick in condizioni miste.

La MCL39 è una monoposto con un’efficacia aerodinamica tale da poter essere competitiva in ogni circostanza. Ed è proprio quando le condizioni si fanno difficili e il grip viene a mancare che la forbice prestazionale sulla concorrenza si apre creando delle voragini. In McLaren non hanno avuto bisogno di azzardi in termini di assetto come ha dovuto fare la Red Bull per puntare alla pole. Hanno semplicemente scelto l’opzione più veloce calibrata sulla performance standard sull’asciutto. Sta tutta qui la quieta forza di una scuderia che anche in una gara pazza mantiene saldo il comando, come se le sevizie del meteo inglese fossero solo un trascurabile rumore di fondo.

Forse Lando Norris avrebbe preferito cogliere una vittoria più dominante al suo primo acuto nella gara di casa, senza ereditare la testa della corsa per via della scellerata frenata di Oscar Piastri in regime di Safety Car, costata all’australiano una penalità di dieci secondi. Ma di fatto Lando non ha commesso errori di valutazione, a differenza del compagno di squadra. E in fondo ci sono risultati tanto attesi da essere speciali a prescindere dalle circostanze in cui vengono colti. Come il primo podio in carriera di Nico Hulkenberg, arrivato dopo 239 partenze in Formula 1. Un’infinità di tempo, prima che un attimo cambiasse il suo destino.

Da Moto.it

Pubblicità