F1: McLaren-Honda, la parola agli avvocati per scrivere la fine

F1: McLaren-Honda, la parola agli avvocati per scrivere la fine
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Paolo Ciccarone
Il rapporto tra McLaren e Honda sembrerebbe al capolinea: il team di Woking sarebbe passato agli avvocati
18 aprile 2017

Ormai è finita la collaborazione fra la McLaren e la Honda, questo si era già intuito ma in Bahrain sono arrivate altre conferme. Dopo il primo test di Barcellona, in cui un motore era saltato nel giro di installazione, nei box si erano guardati tutti in faccia credendo di essere su candid camera, purtroppo era la realtà. Viste le difficoltà incontrate e la mancanza di soluzioni alternative di casa Honda, i legali della McLaren hanno preso le carte in mano per rompere gli accordi e passare ad altro motore. Al proposito avevano già opzionato i Mercedes lasciati liberi dalla Manor e la stessa Mercedes aveva dato l'avallo per la sostituzione.

La McLaren, inoltre, ha imputato alla Honda e alla mancanza di prestazioni, la perdita dei bonus della FOM e la fuga di sponsor, quantificando il tutto in una cifra molto consistente (quasi 60-80 milioni all'anno per le due stagioni appena concluse) a fronte della quale la McLaren decideva di non proseguire oltre la collaborazione. In Giappone hanno preso la cosa molto male, non tanto dal punto di vista economico, quanto personale.

Infatti, l'accordo raggiunto è stato che la McLaren rinunciava all'uso dei motori Mercedes per questa stagione e che la Honda si faceva carico di tutte le spese sostenute dal team. Quindi, in pratica, la Honda paga in prima persona non solo l'immagine negativa, in tre anni la situazione va sempre peggio, ma anche i conti economici della squadra, stipendi compresi.

E questo spiega il perché dell'operazione Indianapolis per Alonso. "Quando sono stato a visitare il reparto corse e ricerca in Giappone - dice Fernando - sono rimasto stupito dalle attrezzature, dal materiale a disposizione, davvero incredibile, hanno qualcosa da fantascienza. Per questo ero ottimista e fiducioso". Peccato che tre anni dopo la situazione sia precipitata. La Honda era anche divisa sul fatto di continuare o meno.

Per ora prevale la voglia di riscatto, solo che nessuno vuole il motore, a parte Sauber che, dovendo pagare i V6 Ferrari (ed è in arretrato con i pagamenti) vedrebbe volentieri una fornitura gratis per il prossimo anno (e questo spiega il perché degli accordi in via di definizione). La seconda fornitura Honda avrebbe potuto essere fatta solo se Dennis, all'epoca capo della McLaren, avesse concesso l'ok, alla luce attuale non si tratta di una seconda fornitura, bensì della prima e unica... A dare manforte alla McLaren c'è stato anche il rientro di Mansour Ojjeh, ex patron della Tag Heuer (società passata di mano e attuale sponsor dello sviluppo dei motori Renault per la Red Bull).

Mansour, nonostante le condizioni di salute, ha chiamato Mario Illien a programmare uno sviluppo tecnico, mentre la McLaren sta valutando le varie offerte e possibilità in alternativa alla Honda, fra cui (udite udite) un motore Ferrari ribattezzato Alfa Romeo. Secondo i calcoli dei tecnici McLaren, se Alonso avesse avuto un motore Mercedes clienti (uguale a quello Williams) in Bahrain e nelle gare precedenti sarebbero stati in grado di lottare per le prime posizioni, di sicuro al livello di Red Bull, anche se leggermente inferiori a Mercedes e Ferrari.

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