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Lando Norris sembrava danzare nelle curve di media velocità del secondo settore della pista di Interlagos nelle qualifiche della Sprint del Gran Premio del Brasile 2025 di Formula 1, come se non dovesse pensare troppo al modo in cui prendere per il verso giusto la sua MCL39. Lui, spesso troppo cerebrale, sembrava tutto istinto su un tracciato che esalta le caratteristiche della sua monoposto, nata per eccellere in quelle curve morbide in cui serve la massima precisione nel combinato. Si riteneva che Norris potesse farsi influenzare da quel punto di vantaggio in classifica su Oscar Piastri, ma è ancora l’australiano il più debole dei due.
La forbice prestazionale è meno ampia rispetto a quanto avevamo visto ad Austin e a Città del Messico, ma Piastri risulta attardato nell’arco di tutto il giro, come se non riuscisse a spremere a dovere una monoposto che fino a poco tempo fa gestiva in maniera più puntuale rispetto al compagno di squadra. Potrebbe essere un sintomo della stessa mancanza di costanza di rendimento che si era vista alla fine dello scorso anno, culminata con il pasticcio di Abu Dhabi. O forse Piastri avrebbe beneficiato di più tempo rispetto ai soli 60 minuti di libere per trovare il giusto feeling su un tracciato ricco di personalità, che premia chi ha fiducia nel suo mezzo.
Tra i due ragazzi papaya si è inserito uno splendido Andrea Kimi Antonelli, arrivato a 97 millesimi dall’exploit nelle qualifiche Sprint di cui si era reso protagonista a Miami, altra pista in cui non aveva mai corso nelle categorie minori. Visto quanto è stato difficile per lui la parte europea della stagione, viene da chiedersi se sia possibile che Kimi possa paradossalmente beneficiare del fatto di avere meno riferimenti, scoprendo la pista morso per morso, curva per curva. E poi c’è il fattore campo di una pista su cui il suo idolo, Ayrton Senna, si produsse in una delle sue gare più sofferte e memorabili.
Stupisce in ogni caso vedere una Mercedes efficace anche con George Russell – quarto, sarà in seconda fila con Piastri – su una pista che avrebbe dovuto esporre le difficoltà della W16 nella frenata combinata. Indubbiamente la Mercedes è stata in grado di accendere subito la rossa, la mescola usata nella SQ3. Non è invece mai scattata la scintilla per Max Verstappen, sesto e frustrato come un leone in gabbia su una RB21 che non ha esitato a definire “inguidabile”. Verstappen ha offerto prestazioni interessanti nel primo settore, ma si è piantato nel resto del giro, rimanendo alle spalle di Fernando Alonso, su una AMR25 le cui limitazioni qui sono meno evidenti del solito.
Sull’economia della qualifica della Red Bull ha pesato l’incidente di Yuki Tsunoda nelle FP1. Il giapponese ha perso buona parte dell’unica sessione di libere mentre i suoi meccanici riparavano le ali danneggiate nel contatto con le barriere, e non avere dati completi per una delle due vetture non ha reso facile la vita a una scuderia che negli ultimi tempi ha efficacemente sfruttato il lavoro in pista per affinare l’assetto della vettura. Come è successo ad Austin, la riapertura del parco chiuso dopo la Sprint potrebbe essere salvifica, soprattutto sul fronte dell’altezza da terra ideale, di cui si è lamentato Max post qualifiche.
Se Verstappen non può dirsi soddisfatto, lo stesso vale anche per la Ferrari, con Charles Leclerc ottavo e Lewis Hamilton undicesimo. Il secondo settore è stato un supplizio per i piloti della Rossa, con la tendenza al bloccaggio della anteriore destra molto più marcata sulla SF-25 che sulle vetture avversarie. La lentezza sul dritto induce a pensare a una configurazione più carica, forse in vista del maltempo atteso nella giornata di domani. Vale però sempre la pena ricordare che quando si parla di assetto votato al bagnato ci si riferisce a una forbice di regolazioni molto meno ampia di quello che si potrebbe pensare. In ogni caso, la Ferrari era ben lontana dal portarsi nelle posizioni dove si è piazzata la sua rivale per il secondo posto nel mondiale Costruttori, la Mercedes.
Viene da chiedersi anche se la strategia da parte della Ferrari di non provare le medie nelle FP1 sia stata controproducente, vedendo l’eliminazione alla SQ2 di Hamilton e un Leclerc non troppo lontano dalla zona del taglio. Ma la situazione, a ben vedere, non è migliorata nemmeno con la soft. Il weekend di gara è ancora tutto da scrivere, però, soprattutto alla luce delle previsioni meteo, che suggeriscono pioggia torrenziale e vento forte proprio quando domani andrà in scena la Sprint. È il bello di Interlagos, pista che va affrontata di pancia, lasciandosi guidare in quelle curve lente come ha fatto Lando Norris, fiero poleman di oggi.