F1. Sebastian Vettel e Mattia Binotto, tra loro «rispetto, ma non amore»

F1. Sebastian Vettel e Mattia Binotto, tra loro «rispetto, ma non amore»
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A pochi giorni dall'addio definitivo alla Ferrari, Sebastian Vettel parla del suo rapporto con il team principal, Mattia Binotto
10 dicembre 2020

Che tra Sebastian Vettel e Mattia Binotto non fosse mai scoccata la scintilla era intuibile, ma a confermarlo, a pochi giorni dalla fine della sua lunga storia d'amore con la Ferrari, è lo stesso quattro volte campione del mondo. Che in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha spiegato: «Ci rispettiamo molto, ma tra noi non c’è mai stata quella sorta di amore alla base dei rapporti di un certo tipo». Vettel e Binotto - che il tedesco definisce un «uomo pragmatico» - si conoscono da molto tempo: «L’ho incontrato la prima volta quando correvo con la Toro Rosso. Lui era responsabile dei motori clienti Ferrari che montavamo. Ho vissuto da vicino la sua crescita dal reparto motori a direttore tecnico e poi a team principal».

«Il tempo ci dirà dove sarà in futuro la Ferrari guidata da lui», osserva Vettel. Sicuramente la sua, di avventura con la Rossa, si conclude con il grandissimo rimpianto di non aver potuto ripetere le gesta del suo idolo d'infanzia, Michael Schumacher, riportando la Ferrari sul tetto del mondo. Difficimente se lo sarebbe potuto immaginare sei anni fa, quando furono messe le basi per il suo passaggio in Ferrari. «Avevo già incontrato anni prima Montezemolo - ricorda Vettel - ma non era il momento giusto, per entrambi. Durante il 2014 ci siamo risentiti, sono andato a casa di Marchionne in Svizzera, abbiamo parlato e ci siamo fatti la ‘promessa di matrimonio’. L’accordo vero e proprio l’ho negoziato con Mattiacci, l’allora team principal. L’idea era quella di cominciare una nuova era in Ferrari e mi piaceva farne parte».

Una nuova era di grandi successi che purtroppo non è mai arrivata, anche per via di alcuni errori maiuscoli commessi dallo stesso Vettel. Il crocevia della sua esperienza in Ferrari - e forse anche delle sorti del team stesso - è stata la morte di Sergio Marchionne, nel luglio del 2018. «È tragico che sia scomparso in modo così improvviso, per la Ferrari è stata una grande perdita». osserva Vettel. «Aveva un carattere duro, non era facile andarci d’accordo, ma i successi ottenuti parlano per lui. Era un ottimo manager e aveva organizzato l’azienda in modo molto buono». Di lì a poco, Maurizio Arrivabene sarebbe stato sostituito da Mattia Binotto, con cui Vettel non ha mai avuto il feeling giusto. Il resto è storia nota. 

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