Formula 1, 5 cose che abbiamo imparato dai test in Bahrain

Formula 1, 5 cose che abbiamo imparato dai test in Bahrain
Pubblicità
Ecco cosa abbiamo imparato dai test pre-stagionali della Formula 1 in Bahrain, terminati oggi
12 marzo 2022

Tra una settimana sarà già tempo di fare sul serio, in Formula 1. E, come è inevitabile, è già scattata la caccia alla previsione sui pretendenti al titolo. Dai test in Bahrain terminati oggi è impossibile trarre conclusioni a livello prestazionale. Ma dai collaudi a Sakhir sono emersi dati interessanti, basati più sul comportamento in pista delle varie vetture che dalle performance, viziate da condizioni - carichi di benzina e mappature dei motori - di cui non possiamo aver contezza. 

La Ferrari è prevedibile. Ed è un'ottima notizia

Diversi avversari della Ferrari l'hanno indicata come potenziale candidata alla vittoria in Bahrain. Queste dichiarazioni potrebbero benissimo essere una forma di pre-tattica, equiparabile agli studenti diligenti che, prima di un esame, sostengono di non essere preparati, per poi ottenere un bel 30 e lode. Quello che è certo, però, è che la F1-75 è una monoposto solida, e semplice da mettere a punto a livello di assetto. Charles Leclerc e Carlos Sainz riescono a tirare fuori immediatamente la prestazione, senza essere tormentati dal porpoising o da imperfezioni nel bilanciamento. È un indice di buone fondamenta, che potrebbe costituire un vantaggio, almeno all'inizio della stagione. 

Se questa versatilità della F1-75 dovesse applicarsi anche a piste molto diverse tra loro, potrebbe costituire un asso nella manica della Ferrari. Che, a ben vedere, potrebbe togliersi qualche soddisfazione a inizio stagione. La vera incognita legata alla Rossa, a nostro avviso, è la tenuta nel prosieguo della stagione. Perché il progetto della F1-75 è in grado di portare subito frutti, ma comporta dei limiti a livello di sviluppo futuro che potrebbero strozzare gli spunti della scuderia di Maranello a stagione avanzata. La F1-75, però, è nata sotto una buona stella. E questa è un'ottima notizia per Mattia Binotto e la sua squadra, in cerca di gloria. 

Mercedes ha grandi potenzialità, per ora inespresse

Partiamo da un assunto. Guardando i dati della velocità sul dritto, è evidente che la Mercedes si sia nascosta, non esprimendo il massimo potenziale della sua power unit. Ma la sofisticatissima aerodinamica extra-small mostrata per la prima volta in Bahrain necessita di un lavoro di fino che la scuderia di Brackley non ha ancora portato a termine. Vestita di un abito attillatissimo, a sottolineare la stessa meccanica nascosta da forme oversized in quel di Barcellona, la W13 si è rivelata una bisbetica indomita.

La sensazione è che la Mercedes abbia sottovalutato i problemi di gioventù da superare portando la W13 nella sua veste aerodinamica definitiva solo in Bahrain. Il progetto della Stella a tre punte, che strizza addirittura l'occhio alla tecnologia dei razzi, ha grandi potenzialità per il futuro. Ma il presente vede Lewis Hamilton e George Russell alle prese con una monoposto bizzosa, sottosterzante nelle curve lente e soggetta al porpoising e al bottoming. La stagione, però, è lunga. E se Hamilton, tra pre-tattica e un pizzico di preoccupazione, parla di una Mercedes incapace di vincere in Bahrain, questo non vuol dire che non possa recuperare con gli interessi più avanti. 

Red Bull, le nuove pance sono la ciliegina sulla torta

La Red Bull, nell'ultima giornata di test, ha portato al debutto un atteso aggiornamento. Con una vistosa venatura nelle pance, per convogliare meglio i flussi al di là delle ruote posteriori, e un fondo volto a minimizzare il porpoising. Il risultato è una fiancata muscolosa, ancora più minacciosa di quella che aveva attirato l'attenzione degli addetti ai lavori a Barcellona. E i riscontri di questa evoluzione sono positivi. Anche la RB18 in pista sembra scorrevole, facilmente piegabile ai desiderata dei suoi piloti. 

I progressi della nuova nata della scuderia di Milton Keynes sembrano aver soddisfatto tutti, a cominciare dal campione del mondo in carica, Max Verstappen, fino ad arrivare ad Adrian Newey, la geniale matita che ha ideato le forme di una monoposto chiamata a un compito tutt'altro che banale. Con le potenzialità di sviluppo di un top team come la Red Bull - anche se mitigate dal budget cap - la RB18 potrebbe subire ulteriori metamorfosi. E la caratura della punta di diamante della scuderia, Verstappen, consente di puntare in alto.

Alpine, l'affidabilità scricchiola

L'Alpine è il principale oggetto misterioso dei test pre-stagionali della Formula 1. La questione non riguarda tanto le prestazioni - anche se ha lasciato a desiderare anche in questo senso - quanto l'affidabilità. Sin da Barcellona, la A522 si è dimostrata soggetta a perdite idrauliche, che, in alcuni casi, hanno portato a conseguenze devastanti. La scelta di separare il turbo dal compressore - soluzione adottata da anni in casa Mercedes - avrebbe dovuto portare a vantaggi in termini di dinamica di guida, ma sembra aver minato l'affidabilità del pacchetto. E con il congelamento imminente delle power unit, potrebbe essere un problema non da poco. 

La McLaren, invece, ha accusato problemi di surriscaldamento ai freni, che sono stati mitigati solo oggi dall'arrivo di componenti direttamente dal quartier generale di Woking. Resta da capire quanto influirà l'assenza nei test di Daniel Ricciardo, risultato positivo al COVID-19 nella serata di ieri. Non è detto, peraltro, che possa essere sullo schieramento la prossima settimana. Per sostituirlo è pronto il suo connazionale Oscar Piastri, che ha avuto il nulla osta dall'Alpine. E, per concludere la disamina di centro classifica, a nostro avviso va tenuta d'occhio anche l'Aston Martin. La AMR22 è un progetto interessante, anche se si tratta, per ora, di una monoposto piuttosto nervosa. 

Questione di frenata

Le monoposto 2022 di Formula 1 sono decisamente diverse dalle loro antenate. E vanno sapute prendere. Nel corso dei test abbiamo visto un susseguirsi di lunghi e bloccaggi. Un segnale importante, questo, della necessità di adattare lo stile in frenata. Dosare la decelerazione, con un inserimento in curva più brusco verso la corda, diventa fondamentale. Sarà questione di flessibilità, dopotutto. I piloti migliori, pur avendo le proprie preferenze di guida, sono in grado di tirare fuori il meglio in ogni circostanza. Altri, invece, potrebbero mostrare dei limiti difficili da superare. 

Una cosa è certa, comunque. Il primo vero responso arriverà tra una settimana, nelle qualifiche del Gran Premio del Bahrain. E ci vorrà qualche GP per avere un quadro più chiaro della sittuazione. Questa incertezza, che indubbiamente carica di elettricità il paddock nella quiete prima della tempesta della prossima settimana, è entusiasmante. Non sappiamo chi prevarrà, tra sette giorni. E non potremmo chiedere di meglio, per una stagione che, di fatto, segna l'inizio di una nuova era per la Formula 1. 

Pubblicità