Formula 1, ecco il pilota che causò il divieto di indossare gioielli

Formula 1, ecco il pilota che causò il divieto di indossare gioielli
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Nelle note del direttore di gara Niels Wittich per il GP d'Australia, viene menzionato il divieto di indossare gioielli, in realtà in vigore da più di dieci anni. Ma Lewis Hamilton non c'entra: ecco il pilota che causò l'introduzione di questa regola
7 aprile 2022

Nelle note per il Gran Premio d’Australia 2022 di Formula 1 stilate dal direttore di gara Niels Wittich, salta all’occhio l’esplicita menzione del divieto di portare gioielli durante i GP. Entrando nello specifico, l’Articolo 5 del terzo capitolo dell’Appendice L del regolamento sportivo recita: “Indossare gioielli come piercing o catene di metallo è proibito durante la competizione e possono esserci controlli prima della partenza".

Leggendo queste righe, è impossibile non pensare a Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo, dopotutto, ha fatto degli orecchini e di vistose collane un marchio di stile per i suoi outfit nel paddock. In verità, però, non si tratta di una nuova normativa. I piloti non possono indossare gioielli sotto il casco o la tuta durante le gare dal 2005, quando Hamilton era ancora un pilota di GP2, lontano due anni dal debutto in F1.

È una precauzione volta a salvaguardare la sicurezza dei piloti, visto che il fatto di indossare gioielli potrebbe costituire un pericoloso impiccio in caso di gravi incidenti, arrivando persino a ostruire il lavoro del personale sanitario. E la decisione di bandirli con effetto immediato, perfezionata nel 2005 e successivamente introdotta nel regolamento sportivo, è riconducibile all’orecchino portato da un pilota all’epoca. 

Christian Klien, pilota di una Red Bull agli albori, ancora molto lontana dai successi che avrebbe colto con Sebastian Vettel un lustro più tardi, era solito portare un orecchino. Un vezzo che Klien coltivava da quando era poco più di un bambino e a cui dovette rinunciare per volere della FIA. La sua avventura in F1, a prescindere dall'assenza del suo portafortuna, non avrebbe avuto durata lunga. Avrebbe lasciato il Circus nel 2006. 

Se Klien accettò di buon grado la decisione della FIA, così non fu per il test driver della Red Bull nel 2005, il nostro Vitantonio Liuzzi. “Dovrebbero costringermi a tagliarmi l’orecchio per farmi togliere l’orecchino – dichiarò all’epoca ad Autosport -. Di che sicurezza parlano? Mi sembra che si stiano attaccando al nulla”. I piloti moderni, invece, dovrebbero essere già avvezzi a queste normative. Ma il nuovo direttore di gara, evidentemente, intende ricordarlo anche ai più distratti. 

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