Formula 1: Ferrari, il mondiale non è diventato un miraggio nel deserto. Ma in Qatar la McLaren dimostra la sua forza

Formula 1: Ferrari, il mondiale non è diventato un miraggio nel deserto. Ma in Qatar la McLaren dimostra la sua forza
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Nelle qualifiche Sprint del Gran Premio del Qatar 2024 di Formula 1, la McLaren come da aspettative ha surclassato una Ferrari apparsa più convincente nelle libere. Ecco perché i valori in campo sono risultati così distorti e come potrebbero cambiare nel corso del weekend
29 novembre 2024

Si è rivelato un miraggio nel deserto il lampo di competitività mostrato dalla Ferrari nell’unica sessione di prove libere del Gran Premio del Qatar 2024 di Formula 1. Le qualifiche chiamate a stabilire lo schieramento della Sprint di domani hanno restituito i valori in campo previsti alla vigilia, con una McLaren che ha sfruttato sapientemente la capacità di generare grip e la maggiore efficacia sui curvoni veloci della pista di Losail per strappare un primo e un terzo posto con Lando Norris e Oscar Piastri su un tracciato in continua evoluzione.

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Risolvere l’equazione delle prove libere con le incognite legate alla mappatura del motore e al carburante a bordo, soprattutto su una pista che esacerba questo secondo fattore, era un esercizio complesso. E così è bastata la qualifica Sprint per vedere sovvertite le sensazioni restituite dal comportamento in pista delle vetture. La Ferrari era parsa più “risolta” rispetto a una McLaren fin troppo reattiva, sorprendente nel comportamento del posteriore. Forse a distorcere i valori in campo ha pensato l’utilizzo della Ferrari per larga parte delle FP1 della hard, mescola con cui la Rossa si sente a suo agio. E anche la diminuzione delle temperature tra FP1 e qualifiche rappresenta un fattore che può spostare i valori in campo. 

Con una SF-24 la cui tendenza sottosterzante è emersa con una certa potenza una volta calzate le soft nella SQ3, Sainz e Leclerc non sono andati oltre il quarto e il quinto posto, un risultato che conferma le aspettative della vigilia. Viene da pensare che il forte vento che ha sferzato la pista durante le FP1 abbia distorto la percezione del bilanciamento ottimale da parte della Ferrari, apparsa sui binari quando la pista era decisamente più green di quanto non fosse verso la fine delle qualifiche. Lo stesso Vasseur, d’altronde, ha ammesso che l’aumento del grip ha complicato il compito della Rossa. 

La natura esposta del circuito di Losail non solo lo rende vulnerabile a folate di vento che lo sferzano all’improvviso, e che disturbano parecchio monoposto dall’aerodinamica sensibile come quelle attuali, ma anche a un altro fattore. Si tratta della sabbia, che tra una sessione e l’altra va a sporcare la pista, imponendole una repentina evoluzione dopo l’altra. La Ferrari a fine SQ3 ha cercato di sfruttarla ritardando il più possibile l’ultimo tentativo lanciato dei suoi piloti, ma non ha potuto nulla non solo contro le McLaren, ma anche nel confronto con un outsider.

Reduce dalla vittoria nel Gran Premio di Las Vegas, George Russell ha sfruttato il suo senso per il giro secco per capitalizzare sull’affinità della sua Mercedes W15 con la pista di Losail. Il manto liscissimo del tracciato, di concerto con le modifiche che hanno vistosamente addolcito i cordoli taglienti visti lo scorso anno, ha fatto sì che i tecnici della scuderia di Brackley non avessero troppi grattacapi nell’optare per l’altezza da terra ottimale. E nonostante a Losail non faccia freddo come nella notte gelida di Las Vegas, la W15 nelle mani di Russell è entrata nella risicata finestra di utilizzo in cui si esalta.

Lo stesso non si può dire di Lewis Hamilton, settimo alle spalle di un Max Verstappen che non avrebbe potuto fare più di così con una monoposto che già in passato ha viste esposte le sue difficoltà in condizioni di grip non ottimale. Max si è lamentato in particolare del comportamento della vettura a ingresso curva, ma che ci sia ancora una volta moltissimo del fresco quattro volte campione del mondo di Formula 1 lo si vede dal paragone con Sergio Perez, fuori alla Q1 come ormai capita troppo sovente per un gregario di un top team. La forbice prestazionale tra Perez e Verstappen si apre in maniera sempre più grottesca, mentre in Red Bull ci si interroga su cosa fare per il secondo sedile.

L’impressione è che non ci sia una soluzione che soddisfi appieno i vertici di un team fortemente ridimensionato rispetto all’inizio della stagione. Liam Lawson, autore di una prestazione solida in qualifica, convince per carattere ma non per esperienza. Vale il contrario per Yuki Tsunoda, che scalpita per una chance. E se Franco Colapinto, con le sospensioni di vecchia specifica per via dello schianto a Las Vegas, sembra annaspare, Perez è talmente in crisi da non giustificare la sua presenza nemmeno a fronte dei suoi munifici sponsor.

Sono valutazioni che la Red Bull concluderà a tempo debito, sullo sfondo di una lotta per il mondiale costruttori di cui ormai è sostanzialmente spettatrice, per quanto la matematica non la condanni ancora. Lo stesso weekend di gara del Qatar, comunque, potrebbe vedere altre evoluzioni della competitività delle monoposto, visto che la riapertura del parco chiuso dopo la Sprint di domani dà la possibilità di intervenire a chi, come Ferrari e Red Bull, non è soddisfatto del bilanciamento della vettura. Senza contare che l'orario a cui si disputerà la gara lampo del sabato vedrà condizioni diverse rispetto alle qualifiche di oggi. La McLaren a Losail avrà anche il suo primo match point a disposizione, ma la Ferrari farà di tutto perché le sue speranze mondiali non si rivelino un doloroso miraggio.

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