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Christian Horner è nell’occhio del ciclone: il team principal della Red Bull è in queste ore al centro di un’indagine interna avviata dalla società controllante del team di Milton Keynes riguardo a presunti “comportamenti inappropriati” tenuti dal CEO della scuderia nei confronti di una dipendente. Da Fusch Am See, sede austriaca della Red Bull, è arrivata solo una scarna nota, che ha dato via alle illazioni confermando solo un’indagine interna per una serie di accuse non meglio identificate a danni di Horner.
Secondo quanto riporta la BBC, già nella giornata di venerdì si terrà un’udienza per discutere delle accuse rivolte a Horner. Tempistiche molto strette, queste, dovute alla contingenza della presentazione della Red Bull RB20, prevista il 15 febbraio. Horner non potrebbe presentarsi a un evento del genere senza che la questione sia risolta. Ma vista la gravità delle accuse, almeno secondo quanto riportano affidabili fonti come il De Telegraaf e Motorsport-total.com, non è da escludere che possa verificarsi un’uscita di scena scioccante da parte dell’uomo alla guida della Red Bull in F1 sin dall’inizio dell’avventura, nel gennaio del 2005.
Chi potrebbe mai rimpiazzare il team principal (e CEO), nel caso in cui venisse estromesso dalla scuderia? Secondo i ben informati, si punterebbe giocoforza a una sostituzione interna, la più immediata a poche settimane dall’inizio della stagione 2024 di Formula 1. Il nome che circola in queste ore è quello di Jonathan Wheatley, il direttore sportivo della Red Bull. Classe 1967, Wheatley è al servizio della scuderia di Milton Keynes dal 2006. Arrivò dalla Renault, dopo una lunghissima esperienza a Enstone.
Wheatley era arrivato in Formula 1 all’inizio degli anni Novanta, lavorando come meccanico per l’allora Benetton. Nel corso degli anni, crebbe fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di capo meccanico nel 2001. Dopo la vittoria di due titoli mondiali con Fernando Alonso a metà anni Duemila, Wheatley decise di affrontare una nuova sfida nell’allora neonata Red Bull. È stato Wheatley a spingere verso l’eccellenza i meccanici addetti ai pit stop, che nel 2018 colsero il record di 1,82 secondi.
Wheatley ebbe un ruolo di primo piano negli accadimenti controversi del Gran Premio di Abu Dhabi 2021. Fu lui a comunicare via radio con il direttore di gara Michael Masi nelle fasi concitate del regime di Safety Car causato dall’incidente di Nicholas Latifi. Qualche mese dopo i fatti, fu resa nota la conversazione in cui Wheatley, in modo rassicurante e assertivo, aveva convinto Masi a far sdoppiare solamente le monoposto tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. “Non è necessario che tu li faccia raggiungere il fondo del gruppo. Basta che li lasci andare, così potremo correre”, gli aveva detto.
Il dado era tratto. Verstappen, con gomme più fresche e un massiccio vantaggio di mescola, avrebbe passato Hamilton subito dopo la ripartenza, involandosi verso il suo primo titolo mondiale. Sarebbe stata polemica, onta, ma non squalifica. Con Hamilton trincerato in un silenzio carico di risentimento lontano dalla cerimonia di premiazione, Verstappen avrebbe alzato la coppa del suo primo titolo mondiale. Vinto anche grazie al contributo di Jonathan Wheatley, l’uomo che potrebbe sostituire Christian Horner a capo della Red Bull.