Formula 1 Singapore 2014: le curiosità del GP di Marina Bay

Formula 1 Singapore 2014: le curiosità del GP di Marina Bay
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Paolo Ciccarone
le curiosità del GP di Formula 1 di Singapore, dalle comunicazioni radio vietate dai box sino a Toto Wolff che si schiera contro il caro biglietti in F1 | <i>P. Ciccarone, Marina Bay</i>
19 settembre 2014

Toto Wolff contro il caro biglietti

A margine delle conferenze stampa ufficiali, c’è stato un botta e risposta a distanza fra Toto Wolff, responsabile Mercedes, e Bernie Ecclestone, patron della FOM che organizza il mondiale. Secondo Wolff non è accettabile vedere gli spalti vuoti di circuiti come Hockenheim e Monza, che rappresentano l’asse storico della F.1. «i biglietti sono troppo cari e la gente che paga per vedere dal vivo una gara, meriterebbe di più, ma gli organizzatori dicono che è colpa di Ecclestone che chiede troppi soldi e questo è il risultato. La TV va bene ma noi dobbiamo portare gente negli autodromi, in Austria e Silverstone ci siamo riusciti, a Monza e in Germania no e vedere Monza così, rispetto al passato, mi ha reso particolarmente triste».

Pronta la replica a distanza di Ecclestone«Biglietti meno cari? Mica li faccio io i prezzi, sono gli organizzatori che, visto che Wolff se lo dimentica, i team ricavano il 70 per cento dei loro introiti proprio dagli organizzatori, diminuissero le richieste i team allora si può pensare a ridurre i prezzi dei biglietti. Un autodromo pieno piace a tutti, non solo a Wolff, ma a tutti, promoter compresi».

A Singapore si è anche fatto l’esempio dei biglietti di Monza, con i 400 euro minimi di una tribuna (653 dollari Singapore) contro i 258 e il top a 1288 dollari per le tribune con bar e ristorante compreso. Inoltre gli organizzatori locali stigmatizzano anche il fatto che se il Canada paga 22,5 milioni di dollari singaporegni,  per il GP di Singapore ce ne vogliono 65 (ovvero 40 milioni di euro contro i 15 del Canada…). Secondo Forbes gli introiti complessivi della F.1 superano 1,5 miliardi di dollari USA nella presente stagione di cui 775 milioni vanno in premi alle scuderie, comprese le percentuali sui biglietti venduti!

Biglietti meno cari? Mica li faccio io i prezzi, sono gli organizzatori. I team ricavano il 70% dei loro introiti proprio dagli organizzatori, diminuissero le richieste i team allora si può pensare a ridurre i prezzi dei biglietti. Un autodromo pieno piace a tutti

Niente radio. E la TV va così così…

Vietate le comunicazioni radio a partire da questo GP. La battuta è che visto come vanno gli ascolti in TV Ecclestone vuole ridurre anche l’audience delle radio… scherzi a parte, il tutto nasce dalle discussioni in corso durante la stagione che hanno visto polemiche a distanza, ordini di scuderia (Mercedes…) e altro ancora. Per limitare il supporto ai piloti, evitare gaffe e rendere più interessante le gare, si è pensato di togliere alcuni supporti radio ai piloti che ora devono arrangiarsi da soli, senza nemmeno il supporto dei cartelli dei box.

Poco male, secondo Button… «vuol dire che a casa prepareremo meglio le gare», tradotto: troveremo il modo di fare le stesse cose senza radio, ordini compresi… «alcune cose potremo gestirle dall’abitacolo – dice Vettel – come i consumi e il degrado delle gomme, ma se c’è un problema elettronico al kers, la gente ai box ha la visione immediata di cosa accade, noi non lo sappiamo. In fondo se portiamo in giro tanta gente è perché serve a qualcosa, mica per farli andare in vacanza…». Secondo Alonso, invece, non cambierà nulla «Si parla tanto poi alla fine rimane tutto come prima, guardate al FRIC, pareva che senza fosse impossibile correre, ora non lo usa nessuno e nessuno ne parla più».

In principio, però, il mitico per eccellenza delle comunicazioni radio fu Michael Schumacher. Nei primi giri di pista descriveva istante per istante tutto quello che stava facendo «ora affronto la curva uno, stacco a 80 metri, metto la terza, entro al punto di corda e sto uscendo con quarta e quinta inserita, vedo cartello giallo a 100 metri da ingresso curva» e via di questo passo, il tutto urlato in cuffia anche ai meccanici in ascolto.

Il peggiore in assoluto, dal punto di vista comunicazioni radio, è Kimi Raikkonen. Durante la sua permanenza alla McLaren faticavano a capire se avesse ricevuto un ordine via radio. «Ho detto di sì» replicava ai box. «come?» chiedevano i meccanici. «Ho fatto segno sì con la testa passando davanti al box…». Provate a capire lo scuotimento di uno che passa a 300 orari davanti alla postazione e poi diteci se anche voi avete capito tutto…

Per limitare il supporto ai piloti, evitare gaffe e rendere più interessante le gare, si è pensato di togliere alcuni supporti radio ai piloti che ora devono arrangiarsi da soli, senza nemmeno il supporto dei cartelli dei box

Manfredi Ravetto e la scoperta della F.1…

Non c’è solo Marco Mattiacci manager italiano di un team di F.1, c’è anche Manfredi Ravetto, che da Silverstone ha preso il timone della Catheram F.1 dopo aver gestito, qualche anno fa, la HRT. Per il manager di origini siciliane un onore e un onere che si affronta solo per la passione della F.1: «Mi han chiesto se volessi occuparmene, ho accettato, sapevo che era un compito difficile ma in F.1 non c’è nulla di facile. Se sei davanti, o lo sei stato come la Ferrari, devi vincere, se stai inseguendo, devi vincere, se sei in fondo devi superare quello davanti. Insomma, non è una vita di relax».

Appena salito al timone di comando della Catheram, dopo che Fernandez aveva mollato la squadra al proprio destino, Manfredi Ravetto ha dovuto mettere mano alle forbici… «Il paziente era gravissimo, dovevamo tenerlo in vita e la prima cosa era questa. Abbiamo dovuto licenziare del personale per far quadrare i conti, ma era fondamentale per tenere in piedi la squadra. Una volta sopravvissuti, dobbiamo pensare al futuro, sponsor, piloti, programmi e via di questo passo…».

Con alcune sorprese. La prima, la domenica mattina di Monza Cristian Albers, socio del team, ha dato le dimissioni e ha lasciato subito la squadra: «Diciamo che sono avvenute due cose, la prima il mancato arrivo di chi doveva supportare Albers nell’iniziativa, la seconda è qualcosa di molto privato e personale che gli avrebbe impedito di dedicarsi alle corse invece che alla famiglia come è giusto che sia». Di sicuro Ravetto, nonostante la formazione e la conoscenza della F.1, non finisce mai di imparare e scoprire cose nuove…

«Eh sì, eppure avevamo visto i conti, i debiti e gli incassi, ma ogni tanto ne salta fuori una dove meno te lo aspetti e questo ci pone davanti degli imprevisti difficili da fronteggiare, diciamo così, senza un minimo di fantasia e che ci costringe a mettere le mani in cassa quando avremmo potuto fare altro». Con Ravetto al vertice Catheram si è tornati a parlare di piloti tricolori.

Kevin Giovesi è stato messo sotto contratto, ma dal Giappone parlano anche di un avvicinamento con Andrea Caldarelli, impegnato con Toyota nella Superformula nipponica. «Conosco Andrea e il suo valore, però non c’è stato nessun contatto col pilota. So che è impegnato in una gara di campionato giapponese e quindi non avrebbe potuto accettare nessuna proposta da parte di altri. Di sicuro, fra gli italiani, ha avuto esperienza con la Toyota F.1 e ha guidato anche la Ferrari F.1, è un pilota di talento con esperienza. Sarebbe bello se in futuro si riuscisse a combinare, qualcosa ma non conosco i suoi programmi, so solo che lo apprezzo molto come pilota»

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