Marchionne: «Montezemolo? Tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile»

Marchionne: «Montezemolo? Tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile»
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Paolo Ciccarone
La Ferrari raccoglie na grande delusione a Monza che sa di goccia che fa traboccare il vaso. Cambierà qualcosa al vertice della Rossa? Marchionne lascia pensare di sì | <i>P. Ciccarone, Monza</i>
7 settembre 2014

Segnatevi il 29° giro del GP d’Italia a Monza. E’ successo tutto quello che serve in quel passaggio e tutto alla prima chicane. Rosberg sbaglia per la seconda volta la frenata e va lungo, Hamilton che lo segue da vicino passa al comando. Il tempo di capire che la classifica è cambiata che arriva ammutolita la Ferrari di Alonso che parcheggia in un angolo la sua F14T.

La Mercedes vince sopra i problemi della Ferrari

Panne del motore elettrico ERS, azzeramento di tutta l’elettronica. Insomma, la Ferrari spegne la luce, si potrebbe dire. Mentre Hamilton se ne va a vincere davanti a Rosberg, il dubbio che sia stato un sorpasso “pilotato” è venuto a molti guardando in TV la faccia di Toto Wolff, responsabile della Mercedes.

Invece Nico, da gran signore, abbozza: «Ho sbagliato io, non ho trovato il punto giusto di frenata e sono uscito per la via di fuga, è difficile quella staccata, non sono proprio riuscito a farcela». Basta guardare le velocità per capire che non la contano giusta: Rosberg al massimo è arrivato a 331 orari, (e a fine gara quando ormai era al limite), Hamilton a 358 con le scie.

Differenze di assetto? Probabile. Di sicuro non puoi arrivare 27 km/h più piano e sbagliare pure il punto di frenata... «La situazione ora a Singapore sarà come quella del Belgio, siamo tornati alla pari» dice Lauda. Ma a parte la gioia di Massa, terzo con la Williams su quel podio che ha sempre sfiorato con la Ferrari negli ultimi anni, è la Ferrari che fa discutere in pista e fuori.

La disfatta del Cavallino e la rabbia di Marchionne

Ritirato Alonso, non accadeva dal GP Malesia 2013 per incidente, Raikkonen non è andato oltre il decimo posto, diventato nono per la penalizzazione di Magnussen che ha scambiato la F.1 per una pista di autoscontro (vedi Bottas nel prato). Da Cernobbio le parole di Marchionne, AD Fiat, fanno capire che cambierà qualcosa ai vertici della Ferrari.

Se al posto di Montezemolo, come si ipotizza, dovesse arrivare lo stesso Sergio Marchionne, sarebbe solo una figura simbolica, visto che di fatto è Amedeo Felisa a gestire la parte industriale della Ferrari occupandosi di prodotto



Quindi non è più se, ma quando accadrà. Di certo la squadra corse non avrà grossi scossoni: Marco Mattiacci, che ha sostituito Domenicali, si sta occupando della riorganizzazione tecnica della scuderia. Quindi, in questo settore, la presenza del Presidente Montezemolo poteva farsi sentire solo sulle scelte politiche di tecnici e piloti. E non sempre sono state azzeccate. Se al posto di Montezemolo, come si ipotizza, dovesse arrivare lo stesso Sergio Marchionne, sarebbe solo una figura simbolica, visto che di fatto è Amedeo Felisa a gestire la parte industriale della Ferrari occupandosi di prodotto.

Casualità?

Con gli impegni di Fiat, Chrysler e magari anche Ferrari, per Marchionne servirebbero giornate da 48 ore per stare dietro a tutti, per cui potrebbe trattarsi solo di una figura di transizione fino alla quotazione in borsa (prevista a novembre) del nuovo gruppo automobilistico, in attesa di passare poi le consegne a qualcuno che conosce le competizioni. E forse la presenza nei box di Monza di Stefano Domenicali, ospite della Ferrari, non è stata casuale.

Stefano ha sempre goduto della fiducia di Marchionne, ha lavorato 23 anni nel reparto corse di cui gli ultimi come responsabile della GES Ferrari. Se per un dopo Montezemolo si dovesse scegliere qualcuno con carisma, conoscenze e passione, la sia figura sarebbe quella ideale. D’altronde, ufficialmente si è dimesso lui, nulla gli vieta di ripensarci e tornare in un ambiente che conosce bene...Anche se a quanto pare, la porta della Ferrari si è chiusa per sempre e di un clamoroso ritorno non se ne parlerà affatto. Almeno in tempi brevi.

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