A Imola c'è la Ferrari Maledetta: 126 C2, la macchina di Gilles Villeneuve

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Emiliano Perucca Orfei
C’è una Rossa che più di ogni altra ha segnato la storia, non solo dei piloti che l’hanno guidata ma anche della Ferrari e della Formula 1 stessa.
31 ottobre 2022

Oltre a non essere riuscita ad aggiudicarsi il Mondiale, nonostante avesse prestazioni superiori alle competitor, la 126 C2 del 1982 è stata la protagonista di una corsa di cui si parla ancor oggi: Imola e quel cartello slow che Pironi non ha rispettato - ed è stata la vettura con cui Gilles Villeneuve ha preso il volo a Zolder in un’incidente frutto (anche) del nervosismo che si era scatenato proprio quindici giorni prima sul circuito del Santerno.

Un incidente che ha segnato la storia della F1, la storia della Ferrari, l’approccio dei tifosi Ferrari a Villeneuve (la febbre rossa è da allora a fondo scala) ma anche la fine di una amicizia storica tra Didier Pironi e Gilles Villeneuve che fu in qualche modo rinsaldata dalla moglie di Pironi che scelse di chiamare i loro gemelli Didier e Gilles.

Una storia di incroci di vite incredibili, che passa proprio attraverso il telaio della 126 C2 progettato da Mauro Forghieri Harvey Postlethwaite con l’intento di portare all’estremo un telaio in alluminio con pannelli a nido d’ape rivettati spinto dal mitico motore 021 (1.5 turbo, 580 CV) caratterizzato da una architettura V6 di 120°: la stessa che ritroviamo oggi anche nel prodotto di serie - 296 GTB e GTS - ma anche sulle nuove racing car 296 GT3 e 499P.

La grande competitività della 126 C2, che pure garantì alla Ferrari la vittoria nella coppa costruttori, fu sostanzialmente vanificata dai vari incidenti che la coinvolsero, che spinsero Nelson Piquet a definirla insicura e pericolosa. Nei primi anni 1980 infatti le vetture da corsa erano ancora ben lungi dall'essere considerate sicure: la robustezza delle scocche era ancora bassa, l'abitacolo delle monoposto era molto avanzato, con la pedaliera posizionata oltre l'asse anteriore (con grave pericolo per le gambe del pilota in caso di impatto frontale).

Inoltre un altro grave rischio era costituito dalla tendenza delle wing car a decollare in caso di urto con le ruote di altre vetture: questo fu esattamente ciò che accadde nell'incidente che costò la vita a Gilles Villeneuve e a quello che pose fine alla carriera di Pironi. Pironi tuttavia, prima dell'incidente, riuscì a ottenere due vittorie (GP San Marino e GP Olanda), a cui si aggiunse il successo di Patrick Tambay in Germania.

Dei 7 telai costruiti nel 1982, ben 4 andarono distrutti (due da Pironi durante test a Le Castellet, uno nell'incidente mortale di Villeneuve e un altro nel grave scontro che mise fuori gioco Pironi). La leggenda però narra che tutti i telai della 126 C2 vennero fatti rottamare personalmente da Enzo Ferrari, ma evidentemente non è così…visto che almeno uno è arrivato ai giorni nostri e lo rivediamo - finalmente - a Imola. 40 anni dopo…

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