Apple si mette a fare auto elettriche “diverse” dagli altri: iCar nel ’25 come Smart nel ‘98?

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Se davvero arriva sul mercato nel 2024 o 2025, la Apple-macchina dev’essere già in fase di sviluppo e non potrà fare tutta la differenza come nel mondo informatico, ma almeno quanta ne fece MCC per le citycar a fine anni Novanta
22 dicembre 2020

Voci che circolano sull’auto elettrica della Apple ce ne sono. Tante e da tempo, ma certezze nessuna. Ora grandi news sulla iCar rimbalzano anche da agenzie quotate, di quelle che non dovrebbero scrivere cose a caso, ma anzi, spostano facilmente l’attenzione su fronti "interessati" e pure legati alle tendenze finanziarie delle aziende. A ruota, con poche ipotesi ma tanta fantasia sui social si danno pure i numeri, in tutti i sensi, della Apple-macchina. La rivoluzionaria auto con la mela sarebbe fatta a modo suo, con tecnologie e sistemi non comuni a tutte le altre. Un po’ come sempre avvenuto per i prodotti informatici dell’azienda di Steve Jobs.

Realizzare e vendere auto però, soprattutto in gran numero e per tutto il mondo, non è cosa facile. Nemmeno rapida e neppure sostenibile economicamente, visti i tempi, se le cose non vengono organizzate al meglio. Ecco perché sembrano delle grandi frottole, quelle che dicono pronta al debutto un’auto di Apple con batteria inedita e guida autonoma, con sensori lidar dell’iPhone e sistema operativo unico che batta Tesla. 2024? Per avere un tal prodotto, con alle spalle il dovuto in termini industriali, di sicurezza, omologazione, supporto alla vendita e gestione dell’Aftermarket, dovremmo essere già a buonissimo punto oggi. O in Apple sanno tenere ben cucite le bocche e nascosto ogni sistema veicolistico sviluppato, in dovuto test per la iCar, oppure per ora siamo ancora ben lontani da simili date di debutto.

Magari non lontanissimi da altro, che non sia una fantomatica Apple macchina per intero, diversa in tutto e da tutto quanto cammini su quattro ruote. Trattandosi di veicolo elettrico connesso, il primo punto rilevante è la batteria. Se Elon Musk ha annunciato grandi cose per le proprie nuove batterie, di Apple si dice possano essere ancor più innovative e monocellulari LFP, anziché fatte di molti elementi a ioni di litio. Nulla di impossibile, ma che necessita appunto di tempi, investimenti e serie prove combinate alla parte di propulsione e ricarica.

Altro punto forte della iCar sarebbero le funzioni di autoguida e supporto informativo, con Intelligenza Artificiale presente nell'abitacolo. Visione estesa tridimensionale di strada e ostacoli meglio che nei demo futuristi dei costruttori premium tedeschi, tutto connesso 5G. I contenuti da fruire in abitacolo superano di gran lunga, per una Apple car, le doti telaistiche e proprio l’assemblaggio sul telaio di sistemi Apple qualcuno dice possa essere demandato ad aziende esterne alla Mela, con esperienza automotive. Insomma, si farebbe prima a vedere auto con cuore e stile Apple ma sotto un po’ di ferro europeo, asiatico o americano secondo lo stabilimento e il mercato di vendita.

Tutto potrebbe essere, per gli assemblaggi di nuove auto elettriche dove i plus sono nel sistema di alimentazione e nel software. Avere come partner Apple diventa appetibile, per molte Case auto o sistemisti. Specie se l’alternativa è trovarseli come rivali che vendono auto a marchio proprio, o percepito come tale. Al momento sono tutte ipotesi, i mercati finanziari non stanno facendo volare i titoli Apple in vista della iCar. Però alla fine, se reale e innovativa anche la metà di quanto immaginato ora dai fan del marchio, pronta nel 2025, pensionerebbe la nuova Fiat 500 elettrica e la ID.3 prima ancora che possano arrivare i restyling di metà carriera.

Non è il passo della Topolino che sostituisce il carretto a traino, ma occore andare indietro nel tempo per trovare uno scossone simile al mercato auto. Tolto il fenomeno Tesla, molto lungo a manifestarsi, qualcosa di simile per il mondo delle piccole di segmento A da usare in città, avvenne quando la Smart si mise a fare la automobili, oltre che gli orologi. La portata dell’innovazione meno forte, ma sensibile. Però poi, quelle piccole vetture innovative tecnicamente, più pratiche, personali e onerose (anche da riparare) sono divenute un prodotto non MCC ma totalmente automobilistico, della Daimler.

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