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Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: il 10 dicembre 2025 potrebbe segnare una data storica per l’automotive europeo. Quel giorno, infatti, la Commissione Europea presenterà il piano definitivo per la E-Car, la nuova categoria di vetture economiche ed ecologiche pensata per rilanciare un settore in forte crisi.
L’iniziativa, anticipata dal commissario al Clima Wopke Hoekstra, nasce nell’ambito della revisione del regolamento sulle emissioni di CO₂ e della strategia che porterà allo stop dei motori diesel e benzina nel 2035. Bruxelles sta completando una valutazione d’impatto per stabilire regole, segmenti e requisiti tecnici. L’obiettivo è creare un’auto compatta, leggera e sostenibile, con un prezzo accessibile tra 15.000 e 20.000 euro. E, sorpresa: non dovrà essere per forza elettrica.
L’idea è nata lo scorso settembre, quando la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato la volontà di sviluppare piccole auto accessibili prodotte in Europa, sul modello delle kei car giapponesi. Un piano sostenuto da figure di spicco del settore come Luca de Meo e John Elkann, convinti che il futuro dell’automotive passi per vetture semplici, leggere e abbordabili.
Ma la “E” di E-Car non significa solo “elettrica”: indica tre pilastri fondamentali:
Il progetto “Small Affordable Cars” punta così a riportare in auge il concetto di mobilità democratica, in un mercato oggi dominato da modelli costosi e da incentivi non sempre efficaci.
L’ispirazione arriva dal Giappone, ma la futura E-Car europea sarà molto diversa dalle kei car. Queste ultime, diffusissime in Asia, non superano i 3,40 metri di lunghezza, hanno motori da 660 cc e costano in media 6.000 euro. Godono inoltre di forti agevolazioni fiscali e assicurative, con pedaggi ridotti e tasse minime.
In Europa, invece, l’approccio sarà più ampio: le E-Car potranno avere dimensioni e potenze leggermente superiori, con propulsori elettrici, ibridi o termici a basse emissioni, in linea con i nuovi standard CO₂. Il design sarà ispirato a concept come la Dacia Hipster, lunga appena 3 metri ma più larga e solida delle microcar giapponesi. Anche il prezzo sarà più alto, tra 15.000 e 20.000 euro, ma compensato da incentivi e costi di gestione ridotti. L’obiettivo dell’UE è chiaro: creare un’auto europea accessibile che possa contrastare il dominio cinese e rilanciare l’industria automobilistica del continente.