Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Dal palco dell’Automotive News Europe Congress, John Elkann, presidente di Stellantis, ha lanciato un appello forte e chiaro alle istituzioni europee: l’Europa ha bisogno di una “E-Car”, una nuova categoria di veicoli elettrici piccoli, leggeri ed economici, ispirata ai celebri kei car giapponesi, per garantire mobilità sostenibile e accessibile alle masse.
«Non c’è motivo per cui, se in Giappone le kei car rappresentano il 40% del mercato, l’Europa non possa avere le sue E-Car», ha dichiarato Elkann, criticando le attuali normative europee che rendono non redditizia la produzione di automobili compatte.
Elkann ha evidenziato come, fino a pochi anni fa, oltre un milione di auto vendute in Europa costassero meno di 15.000 euro. Oggi, quel numero è crollato a 100.000 unità. La causa principale? Le normative comunitarie, che hanno spinto verso auto più pesanti, costose e complesse, penalizzando la produzione di modelli compatti come la storica Fiat 500.
«Entro il 2030, affronteremo più di 120 nuove regolazioni in Europa», ha detto Elkann. «Oggi, oltre il 25% degli ingegneri Stellantis lavora esclusivamente alla conformità normativa, senza aggiungere vero valore al prodotto».
Oggi Stellantis produce già alcuni micro-veicoli elettrici come Citroën Ami, Opel Rocks-e e Fiat Topolino, classificati come quadricicli leggeri. Possono essere guidati da ragazzi di 14 anni in alcuni paesi europei e hanno dimostrato che un mercato per la mobilità urbana economica esiste eccome. Tuttavia, sono limitati a 45 km/h e non possono circolare su strade ad alto scorrimento.
L’introduzione di una nuova categoria europea — le E-Car — consentirebbe la produzione di veicoli più versatili, a costi contenuti e capaci di rappresentare una vera alternativa ai SUV elettrici da oltre due tonnellate oggi dominanti.
Elkann non è solo in questa battaglia e, in una recente intervista congiunta con Luca de Meo, entrambi i dirigenti hanno chiesto una regolamentazione differenziata per le piccole auto. L’obiettivo è chiaro: salvare posti di lavoro, mantenere operative le fabbriche e rilanciare un segmento cruciale per Francia, Italia e Spagna.
De Meo ha sottolineato come l’attuale scenario stia portando a una desertificazione del segmento A e B, con un calo delle vendite del 40% in vent’anni. «È strategico tornare a produrre piccole auto elettriche, leggere, economiche e urbane», ha affermato, denunciando l’assurdità ambientale di circolare quotidianamente con EV da 2,5 tonnellate.
In Giappone, le kei car hanno regole precise: lunghezza massima di 3,4 metri, larghezza di 1,48, altezza di 2 metri e motori da massimo 660 cc. Il prezzo? Spesso inferiore ai 10.000 euro, con modelli elettrici come la Nissan Sakura venduti anche a 12.000 euro, grazie agli incentivi.
Un recente studio del centro di ricerca francese Gerpisa ha proposto proprio questa strada all’Unione Europea: creare una nuova categoria regolamentata di E-Car, consentendo ai costruttori di sviluppare soluzioni realmente sostenibili, sia per l’ambiente sia per il portafoglio dei cittadini.
Nel frattempo, Elkann ha lanciato un monito: se la situazione regolatoria non cambia, nei prossimi tre anni Stellantis sarà costretta a decisioni dolorose sulla produzione europea.