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Le auto elettriche sono diffuse solo nei paesi che hanno un prodotto interno lordo pro capite alto. Lo dimostra uno studio dell'ACEA, l'associazione europea dei costruttori, che ha incrociato i dati relativi al PIL pro capite nei diversi Paesi dell'Unione Europea con la quota di mercato delle EV.
Secondo lo studio, il market share dell'auto elettrica supera l'1% solo negli Stati in cui il PIL pro capite è superiore ai 30.000 euro annui, mentre crolla praticamente a zero quando questo dato scende al di sotto dei 17.000 euro. Quasi metà degli Stati membri dell'UE, 13 Paesi, ad oggi ha un market share inferiore o pari allo 0,05%.
Non è un caso, quindi, che le EV siano soprattutto diffuse in Nord Europa, mentre la loro popolarità cala drasticamente nelle nazioni del Sud e dell'Est. In Bulgaria, con uno share dello 0,05% ed un PIL medio pro capite di 6.600 euro all'anno, nel 2016 ne sono state vendute appena 21; in Grecia, dove il PIL è pari a 16.300 euro, le elettriche presenti nel circolante sono lo 0,04% e lo scorso anno ne sono state immatricolate appena 32; solo 35 anche in Estonia, dove il market share attuale è lo 0,2% e il PIL individuale di 15.900 euro.
Dei 5 maggiori mercati continentali, la parte del leone la fa il Regno Unito: ha una quota dell'1,4% e un PIL pro capite di 36.100 euro. Infatti lo scorso anno ne sono state vendute ben 36.917. Gli è seconda la Francia, che con una quota identica ed un PIL di 33.400 euro ne ha immatricolate nel 2016 29.189. Un po' al di sotto la Germania, dove il prodotto interno lordo pro capite è di 37.900 euro e la quota dello 0,8%: 25.214 targhe nel 2016.
In Italia, con lo 0,02% ed un PIL pro capite di 27.600 euro, nel 2016 sono stati venduti 2.827 veicoli elettrici, un numero inferiore a quello della Spagna che con lo 0,03% ed un PIL di 24.000 euro ne ha immesse in circolazione 3.654.
Insomma, tra i cosiddetti “major markets” siamo ultimi per acquisti di auto elettriche, anche per via del nostro PIL che non è dei migliori.