Automoto al Salone Nautico di Venezia 2019

Automoto al Salone Nautico di Venezia 2019
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Siamo stati al Salone Nautico di Venezia: spazio anche per le auto alla kermesse lagunare
26 giugno 2019

Abbiamo rimesso il naso in un ambito che non ci appartiene, quello nautico, e certamente per questo verremmo messi all'inferno da Dante perchè fuori tema (e per svariati altri motivi ai gironi   2,3,5,6,8.1, 8.2 e Giudecca essendo a Venezia):  eccoci pertanto alla da lui decantata  "Arzanà di Viniziani".

Perché?

Perchè quest'anno si è tenuta la prima rassegna nautica dell'Arsenale, a Venezia. La città lagunare è da sempre madre dell'innovazione, proprio per la matrice avveniristica con cui è stata costruita, più di mille anni fa.

Andata a monte, non si sa perchè, l'idea dei Futuristi di asfaltare il Canal Grande, rimandata la metropolitana sottomarina negli anni '20, almeno il Salone Nautico è arrivato, molto sostenuto dal Gruppo Ferretti. Come idea ci sembra anche più convincente delle due precedenti.

L'ambiente dell'Arsenale è straordinario, essendo uno spazio di origine militare, progettato perchè ogni centimetro avesse un senso ben preciso. Confinante negli spazi con la Biennale d'Arte e con lo stupendo Museo Navale, rende davvero impagabile ai sensi la nostra gita. Inglobare l'Istituto delle Scienze Marine ISMAR, dà poi un lustro speciale alla rassegna.  Aggiungiamo che FPT ci ha invitati alle Gallerie dell'Accademia a visitare la mostra "Leonardo - L'uomo Modello del Mondo" (fino 14 luglio '19, stupenda), ove è stato possibile vedere dal vivo l'Uomo Vitruviano di Leonardo (nel cinquecentesimo dalla sua morte).

Con l'arte Leonardo rese manifeste regole di Natura che non erano evidenti, mentre alla Biennale d'Arte è percepibile invece quanto l'evocazione di un qualcosa che non esiste possa divenire tangibile nell'opera dell'uomo. Scienza ed alchimia che si scontrano o confrontano nel mare della curiosità.

Solo barche?

Al salone, l'automotive è presente con i marchi BMW, Land Rover, Jaguar, Aston Martin e non solo: motoscafi storici e recenti portano i colori di Alfa Romeo e Lancia. Non siamo del tutto fuori strada dunque...

Stile e tecnologia

Se lo stile ed il living sono imprescindibili a bordo e qui danno grande parata, il tema dell'ecologia coinvolge prepotentemente la rassegna. Auto e barche sono infatti qui presenti di fatto in nome della tecnologia ibrida Endotermico-Elettrico, oltre che della bellezza. Con gioia quasi sempre Diesel-Elettrico e non benzina-elettrico, come tocca invece purtroppo alle auto.

Sperimentazione diversa

Si è potuto assistere ad una libertà progettuale a cui non siamo avvezzi su ruota: le declinazioni di motori elettrici, ibridi e a gas naturale sulle barche possono spaziare verso temi molteplici: entrobordo, fuoribordo, natanti ( sotto ai 10 metri), barche da lavoro veneziane, yachts di misura importante. Lo spazio più generoso delle barche consente ingombri e tecnologie difficilmente stipabili in un cofano auto.

La presenza delle imbarcazioni veneziane

Il museo e le darsene mostrano tra le barche (non a motore) più tecnologiche che siano mai state progettate: la caorlina, barca a voga a scafo simil-planante, la gondola, tra le barche più asimmetriche al mondo, che viene scaldata e deformata in base al peso del vogatore per darle il miglior assetto. La sua forcola ha 11 differenti fulcri di utilizzo del remo. Vogando alla veneta si adottano di fatto posture analoghe a quelle del thai-chi, e la "peata", barca da trasporto pesante, arrivava a caricare 700 quintali di materiale con due soli rematori. E' il trionfo dell'isolito: la prua tonda e la poppa  quasi identica, hanno una resa idrodinamica efficientissima, priva di onda. Un mondo straordinario quello delle barche a remi veneziane insomma, anche quando montano la prestante ed enorme velatura al terzo.

Qui i "bragozzi" del museo (sopra), e la "peata" da carico sotto, simpatico cotechino tagliato per il lungo, dalle notevoli doti idrodinamiche. Di seguito gondolini da regata e gondola: stufi di veder delapidare patrimoni per le gondole, la Serenissima impose il colore nero a tutti, e che non si facesse più i tamarri colorandole di tutti i colori. La moda dei suv, secoli prima...

Oggi

Invece si parte dalle grandiose novità del gruppo Ferretti, con il posto d'onore riservato a Riva Race, il primo 50 metri della divisione Riva Superyachts: il suo debutto in Arsenale, tra fuochi d'artificio e portate dello chef Massimo Bottura è un grande momento per la nautica e le marine italiane.

Anche il "piccolo" Riva Rivale si è prestato a continue prove sul posto, tra darsena e laguna.

Sarà guerra o pace?

Come spesso, citiamo Tom Tjaarda: "non so perchè debba esserci un pensiero unico", affermava in merito a guida umana vs guida autonoma, endotermico vs elettrico. Mentre siamo a Venezia Tjaarda Targa viene svelata al Valentino e al Circolo del Design, mentre Escondido, con il suo approccio sostenibile, viene illustrata anche qui all'Arsenale, dove la presenza di Diesel ed elettrico/ibrido si fa importante ed intrigante.

FPT

Presenta in grande stile la sua produzione Marine, che ormai non ha bisogno di presentazione. Ci è nota nella sua affidabilità e performance, tanto approfondita con i record di FB Design. Parola d'oridne: zero fumo. 

Fpt presenta poi l'opera "Consider yourself as a guest", di Christian Holstad: una cornucopia di plasticacce trovate in mare. Abbiamo trovato il messaggio dell'opera immediato e tagliente: invitate degli ospiti a casa e loro si presentano rovesciandovi addosso un bilico di porcherie sintetiche, bello? Noi lo facciamo nei confronti della Natura ogni giorno, educati? I pescatori di Mazzara del Vallo, in collaborazione con FPT, hanno deciso di portare a terra la plastica presa con le reti (tutte le grandi navi da pesca le ributtano a mare!!). Ebbene, oltre ad alcune bottiglie e due barattoli...l'infausto bottino arriva a sfiorare talvolta le quattro tonnellate al giorno!

Elettrico

La flotta a mare presenta modelli di altissima qualità tecnica e stilistica che si danno vera battaglia:

la svedese X-SHORE è caratterizzata da un design tipicamente nordico e nettamente distintivo. Ha murate molto alte e verticali, poppa aperta e l'arredo interno è modulare, scorrevole su binari. Il ponte è piatto, interamente rivestito in sughero riciclabile. Ogni variante al teak, sempre più raro e a rischio, ci piace molto. X-SHORE ci sembra però esagerata, presentando un marcato "redan" a mezza via: scopriamo invece che l'opera viva è interessantissima perchè la barca tocca i 40 nodi, e la prua lavora quasi come uno "scarpone". Un elettrico "due punti"...nuova propulsione, nuova tipologia, giusto! ( da sinistra X-SHORE, ELECTRIC SILENCE, due gioielli storici dei cantieri Serenella-non è un Aquarama-, Ecoline Marine 900 Total Electric ed Ecoline Ibrida, tutto a destra).

Ad X-SHORE fa eco una nostra cara conoscenza: ECOLINE MARINE 900, creazione del decano della nautica Fausto Colombi, da noi già provata con entusiasmo.

900 è progettata con cultura nautica magistrale, il piacere di portarla e viverla è pari di quello che si può provare confrontando una Mercedes ad una simil-Mercedes, una Subaru ad un 4X4 on demand. Un sottile abisso separa il prodotto intelligente da quello di moda.

Zero emissioni vuol dire allontanare il problema fumo da ambienti protetti, ma soprattutto vuol dire zero inquinanti a mare: i porti hanno uno strato inquetante di idrocarburi dispersi, spesso dovuti anche da motori accesi a basso regime, momento poco efficiente.

Lusso impagabile il silenzio: ci porta in una dimensione diversa, in cui ci disponiamo ad esser più vicini al circostante, alla Natura e al bello. Qui sta, come già detto, l'aspetto più ECO dell'elettrico: diventiamo morigerati ma contenti.

Ecoline ha una manovrabilità straordinaria, merito dei piedi poppoieri che ruotano su se stessi (altro vantaggio elettrico), e ci mettiamo ad inseguire il tender elettrico NAUMA-TEC. E' un Boat Show e siamo tra i pochi ad esibirci con goliardia. Il piccolo e comodissimo gommoncino continua a sfuggirci in tutta la sua agibilità. Vi ricordate il modellino elettrico di barca che avevate da piccoli con cui adoravate giocare? E' Nauma-tec, ma qui finalmente potete salirci!

Non può mancare Huracan, la veneziana produttrice di piedi poppieri, qui presente con il suo vigoroso fuoribordo. Bello che in mezzo a tutto questo lusso, decidano di installarlo su di una ruvida barca da lavoro, tipica dei giorni d'oggi qui a Venezia. In questo ambiente così da proteggere, come è Venezia, è come pensare a mini-van zero emissione in centro storico: utilissimi. Ecco allora che il tema dei generatori di bordo diventa complesso, attratti sempre dalla chimera che possano render di più i sistemi elettro-diesel rispetto ai diesel puri: tutto cambia in meglio se le trasmissioni elettriche consentono nuove forme e funzionalità progettuali, tali da stravolgere i canoni tradizionali.

Non riusciamo a saltare a bordo dell'algida Electric Silence di Q Yachts, altra nordica dallo stile molto riuscito e personale, peccato.

Ecoline 900 è appena tornata da Monaco in livrea blu, in onore del suo comandante per l'occasione, il principe Alberto di Monaco.

Ibrido sotto i riflettori

Nel mentre il sistema "transfluid" risulta essere il protagonista delle combinate diesel-elettrico. Anche in questo caso ECOLINE è avanti di 8 anni nel proporre funzionante in tutto il mondo, il suo transporter ibrido, battente bandiera veneziana. Se Colombi produsse i suoi primi esemplari ibridi con FPT, sono qui presenti ovviamente Mercury, Volvo Penta ed anche altre realtà emergenti.

Risalto va dato a Piero Tosi, grande combattente per l'ecologia marina, che presenta la sua adorabile Cargo 31: total electric, non può essere usata perchè ovviamente le normative marine nazionali non sono aggiornate in merito all'elettrico. Ma questa barca ha il nostro plauso in quanto riprende con padronanza i canoni idrodinamici dell'antica "peata", a cui assomiglia tantissimo, ma aggiunge due spoiler anteriori che sembrano mutuati direttamente dalla Formula 1, per frammentare l'aderenza all'acqua della prua. Funzionerà? La barca saggiamente si fregia di titoli come onde zero e rumore zero, dando un calcio ad ogni detrattore. Venezia, inquinatissima dal fumo delle navi in sosta, più di Milano, teme anche il disastroso moto-ondoso, risolto da Tosi con uno stratagemma ottimo: poppa tonda e batterie distribuite in modo quanto mai ottimale ad intercapedine, nel fondo dello scafo.

Aumenta le capacità di carico del 30%, consente consegne silenziose di notte, non vibra e pesa meno delle omologhe barche da lavoro a propulsione endotermica. L'autonomia resta un problema e infatti Tosi si è limitato a circumnavigare l'Italia due volte, riscuotendo l'interesse della Regina Elisabetta II, per poi arrivare in Grecia con la sua IMES total electric. L'Australia è ancora lontana, ma è probabile che per il turismo veneziano e nei parchi di acqua ferma, la tecnologia elettrica abbia sufficienti credenziali.

Anche lo storico cantiere Amadi si fa vedere con le sue innovazioni elettriche, a disposizione del mondo commerciale veneziano.

Sono le 11.30 del mattino e la nostra colazione è fornita dai pescatori di Burano, presenti col loro motopeschereccio. E' l'orario perfetto per un fritto celestiale, eccellente, che allontana l'incubo della brioche dissurgelata coi grassi idrogenati o di quella vegana, ripiena di gustosissime idee e ricordi.

Alla seconda edizione, prima di staccare l'assegno per il 55 metri, volate al fritto "buraneo": è indimenticabile.

A lato opposto del fritto, Fincantieri consolida l'importanza della rassegna con tutta la rilevanza della sua grande tradizione, innovazione e cultura nautica. Qui all'Arsenale la bandiera italiana sembra battere ancora per qualcosa di sostanzioso: la tradizione degli yachts in metallo è un patrimonio di sapere legato a maestrie difficilmente tramandabili. Si salda calcolando già la curvatura delle lastre in base alla forma da ottenere sulla centina, scompare o quasi l'uso dello stucco, si cerca il meglio della motoristica, si dà il meglio nel design.

In auto per raggiungere la barca

A corollario del mondo della barca vi è sempre l'automobile: il lusso cerca di abbracciare e soprattutto irretire ogni momento di chi può permettersi...qualcosina...in più.

Aston Martin è qui con la adorabile DB11, da tenere per sempre, e la irriverente Vantage, con cui ci conduce alla banchina, ove incontra tutta la produzione green di Jaguar e Range Rover: I-Pace col suo formato perfetto ci conquista subito, sinuosa e lontana da arroganza o freddezza.

Un grande respiro per i sensi di chi non si vuole rassegnare ai canoni troppo rigidi della perfezione teutonica, di chi non si rispecchia nelle perfette orientali, che in un'auto mettono tutti gli stilemi europei in un frullato solo, ed una consolazione grande per chi è nostalgico delle estinte ammiraglie francesi, così imperfette ma così glamour.

BMW è invece solido partner ufficale della rassegna veneziana e troviamo infatti la Serie 7, X7, le Serie 8 coupè e cabrio: impeccabili. Ricordiamo che Bmw ha affidato a Pininfarina la concept "Gran Lusso", con la saggezza di riconoscere nel design italiano gran parte della sua fortuna, e ne ha realizzato gli interni riutilizzando il legname dei pali dismessi della laguna veneziana, le "bricole". Il cerchio si chiude al meglio dunque.

Concludiamo con due dati rubati all'ISMAR, per capire come mai, noi terricoli, dobbiamo tener d'occhio molto bene il mare:

Per concludere, viste le auto, le barche, i sommergibili, ecco pure gli aerei: le straordinarie Frecce Tricolori solcano il cielo di Venezia con la nostra bandiera. Arrivederci al 2020!

Alessandro Sammartini

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