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Questa sera, sul prestigioso campo centrale di Wimbledon, andrà in scena una delle semifinali più attese del torneo: Jannik Sinner contro Novak Djokovic. Da una parte il giovane azzurro, numero uno del ranking ATP, dall’altra il veterano serbo, sette volte campione a Londra e leggenda vivente del tennis mondiale. Ma se il campo decreterà un vincitore con racchetta alla mano, fuori dal verde erboso si apre un altro tipo di sfida: quella tra i rispettivi garage. Con patrimoni stimati che superano i 20 milioni di euro per Sinner e addirittura i 200 milioni per Djokovic, entrambi hanno il portafoglio – e il gusto – per circondarsi di automobili di livello assoluto.
Jannik, classe 2001, è da tempo appassionato di motori. Non è un caso: tra i suoi amici più stretti figura Antonio Giovinazzi, pilota ex F1 e oggi ufficiale Ferrari nel WEC. Sinner ha visitato anche Maranello, guidando in pista la SF90 e salendo sulla Purosangue. E Novak? Meno appariscente in fatto di motori, ma negli anni ha legato la sua immagine a brand importanti come Peugeot e Mercedes, firmando contratti da testimonial e comparendo in diversi spot. Scopriamo ora, alternando i due campioni, cosa nascondono realmente nei rispettivi garage.
Ma chi vince davvero se si guarda ai rispettivi garage? Ecco un confronto alternato, auto per auto.
Djokovic è stato uno dei primi tennisti di alto livello a promuovere la mobilità elettrica. Nel suo garage figura una Tesla Model X, il SUV dalle portiere ad ali di gabbiano che combina lusso e sostenibilità. Una scelta coerente con l'immagine green che Novak ha cercato di costruire nel tempo, spesso parlando di benessere e alimentazione consapevole.
Qui si passa decisamente al livello superiore. Il gioiello del garage di Sinner è l’Audi RS6 Avant elaborata da ABT Sportsline nella versione “Legacy Edition”. Solo 200 esemplari al mondo, con il V8 biturbo portato a 760 cavalli. È stato avvistato più volte a Montecarlo e in Alto Adige al volante di questa station wagon supersportiva. Grigio opaco, cerchi da 22”, scarichi sportivi: un bolide che unisce praticità, stile e prestazioni da supercar. Sinner non l’ha scelta a caso: è il suo mezzo preferito per rilassarsi dopo le partite.
Djokovic è stato per anni global ambassador del marchio francese. Tra le vetture più iconiche della sua collaborazione c’è la Peugeot e-208, la compatta elettrica con cui il serbo è apparso in diverse campagne pubblicitarie. Non sappiamo se la guidi con regolarità, ma resta una testimonianza del suo impegno verso la mobilità sostenibile. Una scelta simbolica, popolare, ma allineata con l’immagine sobria e responsabile che Djokovic coltiva da tempo.
Tra le prime vetture nella carriera di Sinner c’è stata l’Alfa Romeo Stelvio Veloce Q4, SUV sportivo italiano a trazione integrale. Versatile, elegante ma con un carattere deciso, la Stelvio ha accompagnato il tennista nei primi viaggi da professionista. È stata anche protagonista di servizi fotografici e video pubblicitari, a conferma di un legame reale con il brand del Biscione.
Nel periodo della sua sponsorizzazione con Peugeot, Djokovic ha guidato anche la 508, berlina elegante e dinamica. È apparsa in spot televisivi e contenuti social legati alla sua immagine. Anche in questo caso, si tratta di una vettura che riflette il profilo discreto e funzionale di Novak fuori dal campo, lontano dagli eccessi da collezionista.
Sebbene non sia mai stata confermata ufficialmente come sua, Sinner è stato più volte associato all’Alpine A110, piccola coupé francese dallo spirito corsaiolo. Leggera, precisa, analogica nelle sensazioni: l’auto ideale per un amante della guida pura. Alcuni media hanno riportato sue prove su strada con questo modello, forse in collaborazione temporanea, ma non è chiaro se sia una vettura effettivamente nel suo garage.
Per i viaggi con famiglia al seguito e per le occasioni più formali, Djokovic possiede una Range Rover Autobiography: lusso britannico, comfort e capacità off-road. Una scelta tradizionale che si distacca dalle sue preferenze per l’elettrico, ma che sottolinea come il serbo sappia adattare il proprio stile alle diverse esigenze.
Novak Djokovic gioca una partita sobria, razionale, quasi minimalista. Il suo garage è lo specchio di una personalità riservata, poco incline all’ostentazione: le auto che lo hanno accompagnato negli anni sono spesso legate a contratti di sponsorizzazione, come quelli con Peugeot e Mercedes-Benz. Scelte pratiche, affidabili e – come nel caso della Peugeot e-208 – anche orientate a un’immagine sostenibile e moderna. Tuttavia, manca un vero e proprio guizzo personale. Non ci sono modelli da collezione, supercar esotiche o configurazioni custom: sembra che per il campione serbo l’automobile sia più uno strumento che una passione. E questo, paradossalmente, racconta molto anche della sua efficacia sul campo: essenziale, metodico, focalizzato sull’obiettivo.
Jannik Sinner, al contrario, vive il mondo dell’auto come una passione autentica. La scelta dell’Audi RS6 ABT Legacy Edition non è casuale: una super station wagon da 760 cavalli è un oggetto da intenditori, destinato a chi vuole coniugare prestazioni estreme e fruibilità quotidiana. La presenza dell’Alfa Romeo Stelvio nel suo garage, racconta di un legame con le sue origini. E le sue incursioni a Maranello, i test su pista con la SF90 Stradale, il feeling con Antonio Giovinazzi e il tifo per la Ferrari in Formula 1 completano il ritratto di un ragazzo che non si limita a possedere auto: le vive, le guida, le sogna.
La differenza è netta. Djokovic ha scelto la via della sobrietà, con un garage forse più etico e responsabile, ma meno personale. Sinner, invece, ha già imboccato la corsia veloce: poche auto ma scelte con cura, prestazionali, emozionali, con un’estetica forte e un DNA sportivo ben marcato. Non è ancora un collezionista in senso stretto, ma è sulla buona strada per diventarlo. E chissà che, con l’aumentare dei titoli e del conto in banca, non vedremo presto comparire nel suo box una Ferrari targata JS1.
Dunque, se sul campo sarà la partita a decidere chi merita la finale, nel confronto tra garage possiamo dirlo con buona sicurezza: oggi il punto va a Sinner. Game, set… e motore.