Autostrade diventa pubblica: le reazioni della politica

Autostrade diventa pubblica: le reazioni della politica
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Daniele Pizzo
Esulta la maggioranza, critiche le opposizioni sull'accordo che porterà il concessionario a diventare una "public company"
15 luglio 2020

Svolta epocale per Autostrade per l’Italia, il maggiore concessionario autostradale italiano, in seguito all’accettazione dell’aut aut del governo, che dopo una riunione-fiume nella notte è di fatto diventato socio di maggioranza.

Giudicata largamente come una vittoria del premier Giuseppe Conte, il diretto interessato ci va cauto: «Tutto questo andrà tradotto nei prossimi giorni in un accordo chiaro e trasparente. Questa è l’unica strada che potrà impedire la revoca della concessione», ha detto il primo ministro, pur sottolineando che «Il compito del Governo è contestare le gravi violazioni contrattuali e la cattiva gestione di cui si è resa responsabile Aspi e impedire che i privati possano continuare ad avvantaggiarsi di una concessione totalmente squilibrata a loro favore sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista economico».

Per Luigi Di Maio, il capo politico del M5S, «Non è stato facile fronteggiare un colosso finanziario come i Benetton. Lo Stato ha però dimostrato di saper fare lo Stato. Per la prima volta si è mostrato forte contro i forti, dopo anni di paure e immobilismi. Lo considero un ottimo segnale. La nostra attenzione sul tema resterà massima. Ovviamente fino a quando non verrà concluso il negoziato, secondo le condizioni da noi poste, l’ipotesi revoca resterà sempre sul tavolo».

Applaude anche il segretario del PD Nicola Zingaretti: «Le scelte e i risultati del Governo sulla vicenda Aspi sono molto positivi per l'Italia. La sicurezza e l'interesse pubblico prima di tutto. È stato premiato il lavoro di squadra: la fermezza del Presidente Giuseppe Conte che ha indicato una strada, il grande impegno di tutti i ministri del Governo, la collaborazione fattiva di tutte le forze di maggioranza anche nei passaggi più difficili».

Critico Matteo Renzi, leader di Italia Viva, la forza di minoranza che sostiene il governo ma si era espressa a più riprese a favore di una soluzione più “soft” nei confronti dei Benetton, «La soluzione alla vicenda Autostrade che il consiglio dei ministri ha individuato nella notte, e che ora dovrà essere puntualmente articolata, avvalora la giustezza delle nostre posizioni, la necessità cioè di un percorso accorto nella relazione tra pubblico e privato va nella direzione che speravamo: una soluzione di buon senso e bilanciata che fa salvo l'interesse della collettività e la credibilità dell'Italia come sistema-paese».

Rigetta la soluzione articolata dal CdM Matteo Salvini della Lega: «Nessuna revoca (come promesso dai 5Stelle), tanti altri soldi pubblici spesi e, anche oggi, cantieri fermi e le solite code, in Liguria e in mezza Italia. Incapaci o complici?».

Per Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia «Su Autostrade è finita a tarallucci e vino, con un percorso solo immaginato e ancora tutto da fare, da qui a un anno è facile che il Governo non sia nemmeno più lo stesso e con il PD a controllare il Mit, i Benetton possono dormire su due guanciali. Il contratto capestro stipulato a fine anni '90 rimane tale, sulle infrastrutture strategiche continuano a banchettare le oligarchie di casa nostra e gli stranieri».

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