Autostrade italiane: ben 200 le gallerie a rischio!

Autostrade italiane: ben 200 le gallerie a rischio!
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Cresce l'allarme sullo stato delle gallerie della rete autostradale: quelle non a norma sono molte, con rischi potenziali per chi le attraversa
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
10 gennaio 2020

In tempi ancora non sospetti qualcuno l’allarme l’aveva lanciato, ma come spesso accade nessuno l’ha ascoltato: così ora si viene a sapere che ben due mesi prima del del crollo nella galleria Bertè della A-26, c’era stato segnalato da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, con una comunicazione inviata a vigili del fuoco e a tutti i provveditorati alle opere pubbliche, lo stato di rischio delle gallerie autostradali in Italia.

E mica briciole: sono ben 200 quelle considerate a rischio, di cui 105 presenti sulla rete autostradale in concessione a Aspi e 90 sulle tratte gestite da altre società.

Già dallo scorso novembre (quindi molto prima degli ultimi eventi di ronaca che hanno interessato le gallerie autostradali), il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva sollevato il caso, con una lettera ufficiale: un documento, acquisito dalla Guardia di Finanza di Genova, che attesta come i tunnel lunghi oltre 500 metri presentano pericoli di incidenti e crolli, non sono impermeabilizzati, privi di sistemi di sicurezza, di corsie di emergenza e vie di fuga, luci guida in caso di evacuazione.

Sono tutte gallerie non a norma con la direttiva europea 54 del 2004: tra esse, anche la Bertè, sulla A26, dove il 30 dicembre scorso sono crollate due tonnellate di cemento dalla volta, per fortuna senza causare vittime o danni a veicoli in transito, anche se su questo episodio la procura di Genova ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per crollo colposo.

Gli investigatori dovranno accertare se la società concessionaria fosse a conoscenza delle reali condizioni del tunnel e avesse iniziato le indispensabili operazioni messa in sicurezza dell'infrastruttura.

La Bertè, sottoposta a verifiche dai tecnici di Spea, società controllata di Atlantia che si occupava delle ispezioni e manutenzioni, era stata giudicata con voto di 40, valore basso tale da prevedere la programmazione di lavori di ripristino.

Lavori però non iniziati, ed anzi preceduti dal crollo di fine anno.

Il timore è che molte altre gallerie siano nello stesso stato della Bertè, potenziali bombe ad orologeria pronte ad esplodere, anche se non se ovviamente nessuno in gradi di dire quando ne come. 

Nella stessa lettera, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici suggerisce ai gestori della rete autostradale, in attesa della messa a norma delle galleria, di procedere ad azioni tampone, come quella di limitare il traffico all’interno delle stesse, con contemporaneo abbassamento dei limiti di velocità. 

E magari si potrebbe dare agli automobilisti in transito un corno rosso, per augurare buona fortuna…

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