Bollo auto: si paga alle Regioni, niente rate e addio sospensioni per il fermo amministrativo

Bollo auto: si paga alle Regioni, niente rate e addio sospensioni per il fermo amministrativo
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Dal 1° gennaio 2026 cambia tutto per il bollo auto: pagamento in un’unica soluzione, niente più esenzioni per il fermo amministrativo e nuove regole per le auto usate
30 giugno 2025

A partire dal 1° gennaio 2026 il bollo auto cambierà volto. Non nel suo importo – che continuerà a dipendere dalla potenza del veicolo e dalla classe ambientale – ma nelle modalità di pagamento e nelle regole generali, con effetti che riguarderanno in particolare i proprietari di auto nuove e veicoli sottoposti a fermo amministrativo.

L’annuncio è arrivato con l’approvazione del 17° decreto attuativo della riforma fiscale, varato dal Consiglio dei ministri: una misura che punta a “semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione”, ma che porta con sé novità non di poco conto.

Stop alle rate e pagamenti solo in Regione

La prima, e più evidente, novità è il divieto di pagamento rateizzato del bollo auto per i veicoli immatricolati dal 2026 in poi. Anche nelle Regioni che oggi consentono il frazionamento in due o più rate, la tassa dovrà essere versata in un’unica soluzione annuale, esattamente entro l’ultimo giorno del mese successivo all’immatricolazione. Per gli anni successivi, la scadenza resterà fissa nello stesso mese in cui il veicolo è stato immatricolato.

Scompare, dunque, il calendario tradizionale con scadenze fisse mensili o semestrali: ogni auto nuova avrà una scadenza personalizzata che si ripeterà di anno in anno. Nessuna modifica, invece, per i veicoli già circolanti: in quel caso restano valide le regole in vigore, salvo future decisioni delle singole Regioni. Il bollo, inoltre, andrà pagato esclusivamente alla Regione di residenza del proprietario, secondo le modalità e gli strumenti previsti a livello locale.

 

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Addio esenzione per il fermo amministrativo

La seconda novità, forse la più controversa, riguarda i veicoli sottoposti a fermo amministrativo. Fino ad oggi, grazie a una sentenza della Consulta (n. 47/2017), era prevista l’esenzione dal pagamento del bollo per le auto fermate a causa di gravi violazioni del Codice della Strada (es. mancanza di assicurazione o revisione).

Dal 2026, questa esenzione verrà cancellata: anche se il veicolo è bloccato e non può circolare, il bollo andrà comunque pagato. In sostanza, il fermo amministrativo non sospenderà più l’obbligo tributario. Si tratta di un cambio di rotta netto, che equipara tutti i tipi di fermo – anche quello fiscale – e che potrebbe generare non poche polemiche.

Un’ultima precisazione riguarda i veicoli usati. In caso di passaggio di proprietà, il bollo dovrà essere corrisposto dal proprietario che risulta tale il primo giorno del periodo tributario, indipendentemente dalla data effettiva del trasferimento. Una regola che punta a eliminare ogni ambiguità, ma che richiederà maggiore attenzione in fase di compravendita, specie tra privati.

E il superbollo?

Nessun cambiamento, invece, per il superbollo: la tassa aggiuntiva per i veicoli con potenza superiore ai 185 kW resterà in vigore con le stesse regole attuali. Nonostante le promesse (più volte ribadite) di una sua abolizione o rimodulazione, non sono previsti interventi nel breve termine.

Con queste modifiche, il governo punta a uniformare e semplificare il sistema del bollo, oggi frammentato tra le Regioni e poco trasparente per molti cittadini. Resta da capire se il nuovo schema risulterà davvero più semplice o se, al contrario, creerà ulteriori difficoltà, soprattutto per chi si troverà a gestire scadenze variabili e non più standardizzate.

Quel che è certo è che, a partire dal 2026, pagare il bollo auto richiederà più attenzione e meno flessibilità. Una piccola rivoluzione fiscale… tutta a carico degli automobilisti.

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