Bosch investe altri 400 milioni per fabbriche di chip

Bosch investe altri 400 milioni per fabbriche di chip
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Massiccio, ulteriore investimento dell'azienda tedesca per aumentare la capacità produttiva dei siti di Dresda e Reutlingen e per quello malese di Penang
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
29 ottobre 2021

Il fornitore tedesco di tecnologia e componenti Robert Bosch GmbH ha annunciato che investirà altri 400 milioni di euro (467 milioni di dollari) per espandere i suoi impianti di produzione di semiconduttori, misura resa necessaria dal perdurare della carenza di componenti elettroniche che sta seriamente compromettendo non solo la funzionalità operativa delle aziende automobilistiche, ma dell'intera filiera ad alta tecnologia, dai computer agli utensili, fino agli elettrodomestici.

La nuova tranche di investimenti, operativa dal 2022, servirà a garantire l'espansione degli impianti di produzione di wafer a Dresda e Reutlingen, in Germania, e in misura più ridotta per la fabbrica di componenti semiconduttori a Penang, in Malesia.

In particolare, sarà il sito di Dresda, inaugurato lo scorso giugno dopo un investimento di un miliardo di euro (1,2 miliardi di dollari), la singola operazione più grande della storia di Bosch, a ricevere il sostegno maggiore: in tale struttura si producono wafer da 300 millimetri.

Circa 50 milioni di euro saranno invece destinati a Reutlingen nel 2022 e nel 2023, dove Bosch produce componenti a semiconduttore dal 1970: verrà ampliata la "camera bianca", l'ambiente asettico dove i wafer di silicio vengono trasformati in chip semiconduttori. che passerà dagli attuali 4.000 mq ad oltre 14.500, un'espansione che secondo il costruttore tedesco permetterà anche di creare 150 nuovi posti di lavoro.

Infine, a Penang, Bosch costruirà un nuovo centro di test per semiconduttori, che entrerà in funzione nel 2023: la struttura occuperà inizialmente circa 14.000 mq, con possibilità di ulteriore ampliamento.

La notizia dell'investimento di Bosch è stata molto apprezzata in ambito comunitario: l'Unione europea, infatti, punta  ad aumentare la resilienza della catena di approvvigionamento interna, portando la produzione di semiconduttori nell'UE fino a un quinto dell'offerta mondiale entro il 2030.
 

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