Crisi dei chip: la Bosch li fabbrica da sola

Pubblicità
Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Investimento gigantesco per una allestire una fabbrica tutta dedicata alla produzione dei preziosi e sempre più rari componenti elettronici
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
8 giugno 2021

La carenza di componenti elettroniche continua e non si vede ancora l’inversione di tendenza per uscire da una crisi che sta comportando ritardi nelle consegne non solo alle aziende automotive, ma a tutto i settori che utilizzano chip, come gli elettrodomestici.

Mentre le grandi company si interrogano su come fronteggiare l’emergenza, c’è chi decide di procedere da sola, cercando di liberarsi dalla dipendenza da fornitori esterni che, come insegna l’esperienza recente, all’improvviso possono chiudere i rubinetti.

Bosch, gigante del settore, ha annunciato il completamento della modernissima fabbrica di chip a Dresda, nel cuore della Silicon Saxony, obiettivo raggiunto con uno sprint rispetto alla tempistica iniziale: terminata ben sei mesi prima della scadenza originaria, infatti, la struttura sarà in grado di  produrre i primi semiconduttori per la filiera automotive la fine di agosto.

Nella cerimonia d’inaugurazione, alla presenza “virtuale” di molti ospiti illustri ad iniziare della cancelliera Angela Merkel e di Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Europea, oltre a Michael Kretschmer presidente della Sassonia, il Ceo di Bosch Volkmar Denner ha rivelato che «la nuova struttura di Destra costituisce il più grande investimento singolo in oltre centotrenta anni della storia di Bosch, valutato circa un miliardo di euro».

La cancelliera Merkel, intervenendo da Berlino, ha ricordato il sostegno all’impianto di Dresda arrivato dal piano IPCEI (Important Project of Common European Interest) varato dalla UE nel 2018 per eliminare il gap nel settore della microelettronica tra l'Europa, l'Asia e gli Stati Uniti, di cui hanno beneficiato oltre alla Germania anche Italia, Francia e Gran Bretagna.

Secondo recenti stime, i semiconduttori rappresentano un mercato globale da ben 400 miliardi di dollari, essendo presenti in tutti i dispositivi tecnici, come smartphone, televisori e attrezzature per il fitness; nel settore automotive, inoltre, si calcola che il loro valore sia destinato a crescere ulteriormente, passando dai 120 euro a veicolo del 1998 agli oltre 600 per i modelli del 2023.

A rendere omaggio a a Bosch sono intervenuti diversi rappresentanti dell'industria automobilistica, da John Ellkann di Stellantis a Mary Barra di GM, da Ola Kaellenius di Daimler ad Oliver Zipse del Gruppo BMW, a cui si sono uniti i manager di Texas Instruments, Infineon, Intel, Nvidia e di STMicroelectronics.

Il gruppo Bosch produce semiconduttori dal 1958 e nello stabilimento di Reutlingen, le linee di produzione forniscono circuiti integrati ed complessi dal 1970; nelle fabbriche di wafer di Reutlingen e Dresda, Bosch ha investito oltre 2,5 miliardi di euro a partire dal 2010, da quando è stata introdotta la tecnologia di produzione per i 200 mm. 

Negli oltre 72.000 metri quadri della struttura di Dresda, ovviamente ipertecnologica e superconnessa, sono già all’opera 250 persone, ma a pieno regime il numero degli occupati salirà fino a circa 700 unità. 

Argomenti

Pubblicità