Civil War: Camperisti selvaggi vs Automobilisti

Civil War: Camperisti selvaggi vs Automobilisti
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La guerra silenziosa per un posto auto: quando il parcheggio diventa campo di battaglia
3 settembre 2025

Immaginate di arrivare alle Dolomiti dopo ore di viaggio, cercare un posto per la vostra auto e scoprire che metà dei parcheggi pubblici è occupata da camper e van che hanno deciso di trasformare una piazzola temporanea nel loro salotto di casa. Benvenuti nella nuova frontiera del turismo montano, dove la linea tra sosta e domicilio si fa sempre più sottile.

La Val di Fassa ha quantificato il fenomeno con la precisione di un censimento: su 2.389 posti auto disponibili lungo i passi dolomitici, una percentuale crescente viene occupata stabilmente da una popolazione nomade armata di app, van a noleggio e una creatività interpretativa delle regole di sosta.

Van parcheggiati
Van parcheggiati Val di Fassa
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Il boom dei campeggi su ruote

Il problema di fondo è matematicamente semplice: i campeggi sono pieni, le aree sosta specializzate pure, ma la voglia di montagna non si ferma davanti a un cartello "completo". La filosofia del camperista moderno si può riassumere in una logica elementare: il mezzo ha le ruote, quindi deve muoversi e fermarsi il meno possibile nei luoghi "ufficiali".

La conseguenza? Ogni piazzola pubblica diventa un potenziale "piano B" per chi non ha trovato posto nei campeggi ufficiali. E mentre Francesco ha scelto un'area sosta regolare a San Giovanni di Fassa, molti altri optano per la soluzione fai-da-te che trasforma i parcheggi pubblici in villaggi temporanei.

Caos organizzato

Nicolò Weiss, direttore dell'APT Val di Fassa, descrive un ecosistema paradossale alimentato dalla tecnologia: "Negli ultimi anni, la diffusione di van camperizzati a noleggio e di App dedicate ha facilitato la pratica del turismo wild". Il risultato? Ogni smartphone diventa una bussola verso l'avventura improvvisata, spesso senza considerare che dietro quell'indicazione digitale c'è un parcheggio pubblico pensato per ben altri scopi.

La strada Canazei-Passo Sella è diventata il simbolo del fenomeno: "Oltre il 50% dei 283 posti sono stati occupati di notte" durante il picco estivo. Tradotto: se siete automobilisti normali in cerca di una sosta diurna, buona fortuna a trovare posto tavolini pieghevoli e le immancabili sedie da regista vista Dolomiti.

Turismo Wild
Turismo Wild Val di Fassa

Il limbo legale: "Dove non è vietato, è permesso" ma non apprezzato

Il comandante della polizia locale Gianluca Ruggiero si trova nella posizione di dover spiegare un paradosso normativo: tecnicamente, dove non c'è un divieto esplicito, la sosta è lecita. "Non bisogna abbassare i piedini, non si devono mettere gli stendini, non bisogna utilizzare gli stabilizzatori sotto il mezzo". In pratica: puoi stare, ma devi fingere di essere una macchina molto grande.

Il problema è che questa zona grigia legislativa si scontra con la realtà pratica: "La maggior parte dei camperisti rispetta le regole ma bisogna anche metterli in condizione di poterle rispettare", ammette lo stesso Ruggiero. Dove scarichi i rifiuti dopo tre giorni di "sosta tecnica"? Dove smaltisci le acque nere? Le risposte, nei casi più incivili, diventano parte del paesaggio montano.

Campeggio selvaggio
Campeggio selvaggio Val di Fassa

I due volti della medaglia

Da un lato ci sono i campeggiatori improvvisati che trasformano ogni sosta in un episodio di "Apocalypse Now" montana, lasciando dietro di sé rifiuti, sporcizia e ricordi indelebili. Dall'altro, esistono camperisti consapevoli che alternano sapientemente le soste libere alle aree attrezzate, sapendo che dopo qualche notte "in libertà" è necessario fermarsi in strutture con servizi per scaricare, ricaricare e riorganizzarsi.

Due approcci allo stesso fenomeno che creano percezioni completamente diverse: c'è chi vede invasori incivili e chi vede viaggiatori consapevoli. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo.

La proposta di pace

L'APT della Val di Fassa prova a gettare un ponte tra le fazioni con una proposta pragmatica: trasformare i parcheggi degli impianti di risalita in aree notturne a pagamento quando i campeggi sono al completo. La logica è semplice: questi ampi spazi si trovano nei centri abitati, dove bar, ristoranti, negozi e soprattutto servizi pubblici come bagni, fontane e cestini sono facilmente accessibili.

Una soluzione win-win che potrebbe accontentare tutti: i camperisti avrebbero servizi e legalità e gli automobilisti riavrebbero i loro parcheggi diurni.

Il futuro del turismo

Mentre l'APT cerca dialogo con società di noleggio e gestori di app per promuovere comportamenti responsabili, il fenomeno continua a crescere. La domanda non è se sia giusto o sbagliato, ma come gestire un cambiamento che è già realtà.

Secondo gli operatori del turismo locale, la soluzione passa anche attraverso un sistema di controlli più efficace sui passi montani. Perché in fondo, tra il diritto di viaggiare liberamente e quello di trovare un territorio pulito e accessibile, qualcuno dovrà pur tracciare una linea. Prima che sia troppo tardi per tutti.

Il camping selvaggio è il sintomo di un turismo che cambia, ma anche di un sistema che fatica a stargli dietro. La domanda è: vogliamo gestire il cambiamento o subirlo?

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