Campioni del Mondo Rally Raid: Denis Berezovskiy e Tecnosport

Campioni del Mondo Rally Raid: Denis Berezovskiy e Tecnosport
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dietro al successo dell’equipaggio Berezovskiy-Falkov in Coppa del Mondo FIA T2, c’è Tecnosport di Maurizio Traglio, una lunga Storia che continua con l’unico Equipaggio femminile al OiLibya Rally del Marocco e con l’ambizioso Progetto VM | P.Batini
  • Piero Batini
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2 novembre 2015

Con la chiusura della Coppa del Mondo Cross-Country in Portogallo, dove è andata in scena la Baja Portalegre, oltre al Titolo assoluto, andato come abbiamo visto all’Equipaggio Al-Attiyah-Baumel, è stato assegnato ufficialmente anche il Titolo della T2, ovvero per vetture di stretta derivazione dalla serie. E i vincitori, i nuovi Campioni del Mondo sono Denis Berezovskiy e Ignat Falkov, al “comando” della Nissan Y62 del Team Tecnosport di Maurizio Traglio.


Per la verità il Titolo era maturato con la serie positiva registrata dall’Equipaggio kazako nelle precedenti otto prove della Coppa del Mondo, ed era già stato ufficiosamente assegnato al termine del OilIbya del Marocco. Berezovskiy e Falkov avevano ormai “blindato” il risultato globale, ma come sempre la FIA ci tiene a consegnare trofei e coppe solo al termine della stagione.


Berezovskiy, che aveva vinto in Russia, Ungheria e Polonia, e che aveva ottenuto altrettanto secondi posti in Egitto, Italia e Spagna, è sempre stato al comando del Mondiale, ed ha potuto quindi difendere agevolmente la posizione nella penultima prova, non ostante un problema di alimentazione dovuto ad un rifornimento con carburante “sporco”.  Tenuto conto che già nel 2008 il Pilota del Kazakhstan aveva ottenuto l’analogo Trofeo con la stessa Squadra, questa diventa a pieno merito la storia del suo Team, l’italiano Tecnosport Rally, che porta così in Italia una parte almeno del Mondiale vinto dal suo Equipaggio.

Maurizio Traglio
Traglio, dopo un valido trascorso in moto, è passato alle quattro ruote


E la Storia è bella, e lontana nelle origini.


Maurizio Traglio, infatti, “calca” le piste da corsa tracciate nel deserto dall’ormai lontano 1986, anno in cui partecipò al suo primo Rally africano con una Yamaha TT600. Da lì in poi è stato un crescendo, e il fatto che trent’anni dopo Traglio si sia schierato assieme al navigatore Rudy Briani al via del Rally del Marocco, “certifica” che, se anche nella Storia c’è un’evoluzione professionale di alto livello, questa non può esistere se non è alimentata dal “movente” originario, la passione per le incomparabili atmosfere agonistiche dell’avventura Rally Raid. E così è stato, ed è.

Nel 1987 Maurizio Traglio aveva già varcato il “rubicone” ed era passato alle auto, prima con un pickup Toyota Hilux e quindi, ben presto, con Nissan, la marca che scandirà nel tempo alcune delle tappe più significative dell’evoluzione professionale del Pilota in seno alle vicende sportive di Tecnosport


Nel 1987 Maurizio Traglio aveva già varcato il “rubicone” ed era passato alle auto, prima con un pickup Toyota Hilux e quindi, ben presto, con Nissan, la marca che scandirà nel tempo alcune delle tappe più significative dell’evoluzione professionale del Pilota in seno alle vicende sportive di Tecnosport. Ma non si può parlare di Maurizio Traglio senza ricordare, per esempio, le “leggendarie” Mercedes 600 TE, centro di un progetto avveniristico degli anni ’90. Le macchine argento del team Project Racing, seguite dai giganteschi camion di assistenza, gli elefanti del deserto “marchiati” Diet Coke, hanno infatti segnato un momento storico dei Rally raid, nel quale l’estro dei “privatoni” poteva ancora competere, in termini di idee e di realizzazioni, con i “colossi” dell’industria mondiale. Tanto avanti, quelle Mercedes ben lontane dall’estetica delle “jeep” tedesche, che le successive ML della prima serie commercializzata avevano una straordinaria somiglianza con le macchine da corsa di Traglio, pilotate tra gli altri da Edi Orioli, Clay Regazzoni, Adriano Panatta. Si parlava, allora, di esplicita ispirazione delle SUV di serie alle gran premio del deserto.

Maurizio Traglio 2
Nel corso del tempo, Traglio è riuscito a creare una solida realtà, come il Team Tecnosport


Dalla Project Racing dell’amicizia di Traglio con un altro grande della Storia, Francesco Germanetti, alla Tecnosport e alla collaborazione in nome e per Nissan, il passo è breve, come lo sono gli episodi di logica aderenza ad un solido filo conduttore. Il filo è l’evoluzione di Traglio, perfettamente bilanciata tra i ruoli del Pilota, del Team Manager e, sempre più, dell’imprenditore. Al primo, ma anche al secondo ruolo, si devono i Titoli di Campione del Mondo di categoria del 1992 (Mercedes Unimog) e 1995 (Nissan Patrol GR T2), al terzo “polo”, invece, la sempre più articolata attività di Tecnosport, che riesce a coniugare l’impegno sportivo e commerciale in un invidiabile parallelo di successo.


Ma un’altra caratteristica “primordiale”, di imprinting dell’attività di Traglio è la versatilità, unita ad una grande curiosità nell’esplorare tutti gli angoli di quel pianeta affascinante. Nascono così le imprese al servizio dei Piloti-Clienti, lo sviluppo di progetti tangenti all’attività agonistica, tecnici e logistici, e quei successi improntati alla continuità di impegno. Come il Titolo di Berezovskiy, per esempio, che duplica un successo ottenuto ben sette anni prima con la stessa, vincente configurazione.

La partecipazione di un Equipaggio interamente femminile ad una prova di Coppa del Mondo, in Marocco, nasce da fattori ambientali che coinvolgono amicizia e, come detto, famiglia


Non deve sorprendere, quindi, se l’”asset” di Tecnosport Rally di oggi non è dissimile a quello di quasi trent’anni fa. Oggi, infatti, Maurizio Traglio scende in pista con Rudy Briani alla guida di una sua Macchina, lancia e coordina il Progetto del prototipo VM-Tecnosport e, mentre l’esperienza nelle T2 porta alla vittoria Mondiale Berezovskiy, assiste l’unico Equipaggio femminile in corsa al Rally del Marocco, peraltro configurato strettamente alla passione cresciuta in… famiglia.


VM-Tecnosport è un progetto ambizioso, teso a realizzare, di fatto, un’auto da Rally raid spinta da un propulsore alternativo, ma ugualmente competitivo, a quello oggi di riferimento. Al telaio tubolare costruito e già collaudato da Tecnosport, è stato associato il VM turbodiesel sei cilindri a “V” di 3.000 cc. Il motore, che è montato di serie su auto del calibro di Maserati e Grand Cherokee, fornisce già nella versione standard 300 cavalli di potenza e 72 KgM di coppia a 2.700 rpm,  valori davvero notevoli. L’utilizzo nei Rally del deserto, tuttavia, è particolarmente esigente, e stressante, per cui il lavoro congiunto di Tecnosport e di VM è per il momento concentrato sulle criticità caratteristiche, accessori e elettronica. Work in progress, ma la macchina ha già debuttato, proprio al Marocco, con Miki Biasion che l’ha portata in gara anche all’Italian Baja, e al OiLibya di quest’anno ha già dimostrato di essere a buon punto, quindi ormai all’altezza di quella Dakar che è la finalità ultima dell’intero progetto.


La partecipazione di un Equipaggio interamente femminile ad una prova di Coppa del Mondo, in Marocco, nasce da fattori ambientali che coinvolgono amicizia e, come detto, famiglia. Valentina Casella, avvocato a New York, è infatti figlia della bellissima compagna di Traglio. Cecilia Maroni è fotografa e un’entusiasta del deserto. Le due ragazze hanno partecipato con successo alla selezione del Ciocco di Donne Nel Cross-Country, e mirano ad un posto nello stage finale in Qatar, e magari al premio finale che è la partecipazione al Sealine Cross Country Rally Qatar 2016. Tecnosport ha messo loro a disposizione la logistica e la stessa Nissan Patrol con cui Valentina ha già partecipato all’Italian Baja, e il cerchio della passione si chiude con l’esperienza affascinante, e non priva di difficoltà, del deserto marocchino.


La Storia di Maurizio Traglio continua.

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