Dodici cilindri, merce rara: chi li fa ancora oggi e perché [non solo Ferrari e Lambo]

Dodici cilindri, merce rara: chi li fa ancora oggi e perché [non solo Ferrari e Lambo]
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Non solo Ferrari Purosangue, rarissima new entry "con il 12", ce ne sono ancora di quelli che si possono vantare di produrre e vendere, oggi, un V12 che richiama la massima gloria motoristica termica, F1 inclusa
28 luglio 2022

Dodici e non più dodici: ecco chi ancora oggi riesce e mettere su listino prezzi un “re dei motori” destinato alla pensione prossimamente Lo spunto ci è venuto dalla comunicazione di ieri, from Sant’Agata. Lamborghini celebra una parte di storia dei modelli a 12 cilindri, sapendo che con fine 2022 la gamma ne dovrà fare a meno.

Eppure, i 12 cilindri a benzina erano sempre stati un simbolo, il top si direbbe oggi. Massimo prestigio e grande raffinatezza tecnica, averne uno che funziona bene, dentro a una propria macchina sportiva o di lusso. Purtroppo per gli amanti i tempi cambiano e infiniti fattori giocano contro, la vendita negli anni Trenta di motori con simile frazionamento (onerosissimo e tutt'altro che sostenibile).

I più hanno abbandonato il V12 da tempo, sfruttando downsizing, elettrificazione e sovralimentazione, per usare dei 4 o 6, al massimo 8 cilindri con potenze da paura, capaci almeno sulla carta di non far rimpiangere quello che invece è unico.

Andiamo a scoprire o ricordare chi ancora oggi si permette il lusso di una clientela che possa comprare e godere di un motore con dodici cilindri e quanto ne consegue, in piacere ma anche oneri. In ordine alfabetico troviamo la Aston, che in gamma ha ancora gioielli come DB11 e soprattutto DBS, spinte motori V12 5.2 biturbo, capaci di oltre 720CV secondo la versione.

Ci sono poi le Bentley, con il W12 biturbo di origine tedesca (un pallino da certe parti presiedute VW, anch'esso abbandonato) capace di superare i 630CV.

In Casa BMW resisteva fino a poco fa la M7, con il V12 6.6 da 600CV. Era questa (M760i) forse, una delle auto più economiche per avere oggi un motore a dodici cilindri su modello nuovo in gamma a un grande costruttore: poco sotto i 200.000 euro. Il listino 2022 lo ha sostituito con un V6 ibrido.

Riferimento assoluto, la Ferrari prosegue ovviamente fino a quando possibile con il suo apprezzatissimo V12, che breve debutterà in versione aggiornata, per abbinarsi al FUV. Le potenze medie sono intorno ai 700/800CV per cubature fino a 6.5.

Poco distante da Maranello si sta chiudendo l’era V12 in Lamborghini, con l’ultima Aventador 6.5. Ci sono poi i noti V12 Mercedes, che equipaggiano anche le Pagani. Questi turbo o aspirati, secondo i casi, toccano anche gli 850CV.

Chiude l’elenco la regina del lusso Rolls-Royce, che ancora oggi usa i V12, 6.6, con potenze fino a circa 650CV per le sue auto.

Oltre a questi modelli, si contano le varie realizzazioni artigianali di piccola serie, o addirittura one-off, limitate a facoltosi collezionisti che ancora oggi possono farsi confezionare un'auto mitica nella tecnica (di marchio storico tenuto vivo o inedito) contando sulla possibile rivalutazione. Sono tutte supercar che riprendono comunque motori dalla produzione rimasta dei colossi. Sono sempre prodotti molto costosi da nuovi, onerosi di gestione (per carburante e tassazione, oltre che manutenzione) potenzialmente limitabili dalle future normative, se non ci si inventa qualcosa.

Tradotto, i dodici cilindri oggi sono pochi e davvero per pochi, che magari li non li fanno anche mai girare a limitarore ma possono vantare un simile simbolo (e fanno bene). Ancor più interessanti, in quasi tutti i modelli, pensando al valore storico un domani.

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