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Quando Carlos Tavares ha lasciato Stellantis lo scorso dicembre, in molti hanno pensato a un normale avvicendamento ai vertici. Niente di più sbagliato. In un'intervista esplosiva rilasciata a Le Point, l'ex numero uno del gruppo automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA ha tolto il tappo alla bottiglia, e il contenuto è decisamente frizzante.
Dieci anni di carriera meticolosa, margini operativi da capogiro dopo il Covid, risultati netti record. Carlos Tavares aveva trasformato Stellantis in una macchina da profitto. Poi, come in ogni tragedia greca che si rispetti, è arrivata la caduta: margini in picchiata, lo scandalo dei motori Puretech, gli airbag Takata difettosi, e quei fastidiosi veicoli invenduti che hanno intasato i piazzali americani.
Ed è qui che Tavares spiega il suo punto di vista sull'elettrico, partendo da motivazioni personali e concrete: "È contrario all'interesse dei miei nipoti perché il fusibile è il pianeta". L'ex CEO porta l'esempio delle estati portoghesi con temperature fino a 46° C e i devastanti incendi che hanno bruciato 220.000 ettari. Per lui, il cambiamento climatico non è un concetto astratto, ma una realtà vissuta.
Ma il vero scontro è stato di natura strategica. Tavares non le manda a dire: mentre i costruttori tedeschi, quelli che lui chiama affettuosamente "piagnoni" chiedevano di posticipare la fine dei motori termici, Stellantis aveva scelto la strategia opposta. "Avevamo un piano strategico approvato: accelerare sull'elettrico mentre gli altri frenano", spiega l'ex CEO.
E invece? "Alcuni nel board hanno voluto temporeggiare. Ero lì per eseguire un piano validato e mi hanno detto: 'No, bisogna rallentare e rientrare ai box'". Risultato? Tavares ha detto a John Elkann che era meglio separarsi. Una rottura motivata da "importanti divergenze di visione" e una "perdita di fiducia".
Il bello è che oggi Stellantis sta effettivamente puntando sull'elettrico. La Peugeot 3008 elettrica vende bene, così come l'ibrida. Ma colpo di scena, il fornitore francese ACC (co-impresa con TotalEnergies e Mercedes) ha problemi di produzione che potrebbero rallentare proprio quella transizione elettrica che Tavares voleva accelerare.
Insomma la ciliegina sulla torta, hai cacciato il visionario per temporeggiare, ma ora ti serve accelerare e non hai le batterie.
La domanda da un milione di euro: Stellantis ha davvero la capacità di convertirsi completamente all'elettrico entro il 2035 senza sacrificare marchi già traballanti come Lancia, Maserati, Alfa Romeo o DS?
I prossimi mesi saranno cruciali per il successore di Tavares. Che potete star certi, il portoghese osserverà tutto da lontano, probabilmente sorseggiando un Porto vintage e pensando: "Ve l'avevo detto".
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