Effetto pandemia, cresce la mobilità individuale

Effetto pandemia, cresce la mobilità individuale
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Uno studio europeo conferma l’emergere di nuovi comportamenti da parte degli automobilisti
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
15 giugno 2021

Nuova conferma che in tempi di pandemia si riscopre il valore, anche sotto forma di protezione e sicurezza, fornito dall’automobile come veicolo di mobilità individuale a scapito del trasporto pubblico.

La più recente indicazione in tal senso, come informa l’Ansa, arriva dallo studio dell'European Automotive Consumer Research “Persone, auto e mobilità nel dopo pandemia” commissionato dall'Automotive Innovation Lab ed affidato a Fjord, società di service design e parte di Accenture Interactive.

L'accresciuto senso di fragilità generato dal Covid-19 ha fatto crescere l'importanza della sicurezza in molti comportamenti, guida compresa: ma nel ricorso alla propria vettura come alternativa al trasporto pubblico e agli assembramenti, si è anche evidenziata la nuova funzione dell'auto, quella di evitare il rischio.

Nei momenti di crisi e di uscite limitate, l'auto è diventata un prezioso rifugio, ideale per attenuare le restrizioni imposte dalla pandemia: nel concetto di “Car as a Cocooning Space” (auto come bozzolo) il lato emotivo della vettura ha guadagnato importanza rispetto a quello più razionale e utilitario.

Inoltre, la ricerca ha evidenziato che le persone cercano sempre di più opzioni di mobilità che soddisfino i bisogni personali senza rinunciare all'attenzione ambientali: si cerca dunque una “Non guilty mobility” cioè una mobilità senza sensi di colpa.

Dalle 2.000 interviste realizzate in Germania, Spagna, Francia, Italia e Regno Unito risulta che il 46% degli automobilisti è stato reso più consapevoli dal Covid-19 dell'impatto ambientale delle auto con motori tradizionale, che il 55% ha preso l'abitudine di muoversi a piedi e il 40% ha aumentato l'uso della bici come soluzioni per una mobilità più sana.

Molte persone stanno anche prendendo in considerazione l'idea di adottare un stile di vita nuovo e più equilibrato, incoraggiate dallo smart working: il 38% sta pensando di trasferirsi dal centro delle città a zone suburbane o rurali, generando la categoria delle “New Country Side People”.

L'automobile rimanda più di prima al concetto di indipendenza: il 60% degli intervistati apprezza il fatto di averne una molto più di prima della pandemia, molti la percepiscono come un'estensione della casa (51%) ed il possesso di un'auto è una tendenza in possibile aumento nei prossimi anni, visto che per il 70% degli europei afferma di non poterne farne a meno.

Cresce l’attenzione verso le vetture elettriche: quasi la metà del campione (44%) aspira a possederne una e ben il 45% prevede di acquistarla entro i prossimi tre anni.

Analizzando lo scenario italiano, il 46% degli intervistati afferma di avvertire la necessità di cambiare le modalità di trasporto dopo la pandemia: la crisi sanitaria ha portato alla rivalutazione dell'auto e ad apprezzare l'indipendenza e sicurezza che rappresenta.

L'80% degli italiani intervistati ha detto di preferire un'auto propria ed una buona maggioranza (64%) ritiene che i modelli elettrici siano la soluzione ideale per ridurre l'impatto ambientale, in misura maggiore del car sharing (53%).

Ma la positiva valutazione del valore delle auto elettriche non si traduce in  vocazione all’acquisto: solo il 39% degli italiani intervistati ha dichiarato di voler acquistare un auto spinta da batterie nei prossimi tre anni.
 

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