Evasione fiscale. 286 supercar, 160 moto: sequestrato il garage delle meraviglie

Evasione fiscale. 286 supercar, 160 moto: sequestrato il garage delle meraviglie
Pubblicità
Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Il Tribunale di Milano ha disposto il sequestro di beni per 170 milioni di euro alla famiglia Grossi, accusata di evasione fiscale "ereditaria". Un curioso caso dove spunta anche un garage da sogno
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
28 novembre 2014

Qualis pater, talis filius. Tale padre, tale figlio, dicevano i padri latini. Un detto che calza a pennello alla famiglia Grossi, almeno stando a quanto sembra emergere dalle sconcertanti indagini in corso.

 

Il padre, Giuseppe Grossi (è morto nel 2011), conosciuto come il “re delle bonifiche”, era stato coinvolto nel 2009 in uno maxi-scandalo legato ad una bonifica gonfiata nel quartiere di Santa Giulia a Milano. Oggi, a distanza di pochi anni, finiscono ai domicialiari il figlio Andrea Grossi insieme alle sorelle Paola e Simona Grossi e alla madre Rina Marina Cremonesi. Le accuse sono pesantissime perché parlano di una gestione “illecita e criminale” della discarica di Borgo Montello, in provincia di Latina, da parte della società Indeco, controllata proprio dalla famiglia Grossi.

 

Ma la vicenda non finisce qui. Il pm milanese Alessandra Dulci infatti ha disposto il sequestro di beni per 70 milioni di euro agli eredi della famiglia Grossi per evasione fiscale prodotta dal padre, ormai defunto. Già, perché il Tribunale di Milano sostiene che l'evasione fiscale si eredita nel momento in cui si verifica una sproporzione evidente tra i redditi dei figli e i capitali immessi nelle società di famiglia. 


In pratica i giudici vogliono dimostrare che è proprio grazie ai patrimoni accumulati attraverso l'evasione fiscale del padre defunto che oggi le aziende in mano agli eredi possono prosperare e fare investimenti molto più voluminosi rispetto a quelli che avrebbero potuto compiere agendo sempre nella legalità.

E' proprio grazie ai patrimoni accumulati attraverso l'evasione fiscale del padre defunto che oggi le aziende in mano agli eredi possono prosperare


Le Fiamme Gialle hanno così confiscato alla famiglia Grossi, in particolare ai tre filgi Andrea, Paola e Simoan, beni per un valore di 70 milioni di euro. Tra le proprietà a cui l'autorità giudiziaria figurano 136 immobili, 140 terreni ma anche 286 auto, tra cui spiccano supercar e auto d'epoca di enorme valore, ma anche 160 motociclette, 5 motoscafi e 3 barche a vela.


Nel video pubblicato da il Corriere.it è possibile farsi un'idea del patrimonio motoristico nella mani della famiglia. In particolare sembra che ai Grossi piacciano in particolare le Lamborghini visto che nel garage spiccano esemplari di 400GT, Countach, Diablo, Murcielago, Gallardo ma anche le blasonate Lancia del passato. Si vedono numerossisimi esemplari di Aurelia, ma addirittura anche un'Astura e una Lambda, per non parlare poi delle tantissime Porsche. Ci sono 911 di tutte le serie ma anche Cayman e Boxster e poi le Ferrari, ma si vedono anche alcune Rolls e Bentley, oltre ad un Volkswagen Bulli.

 

Fra le 160 moto sequestrate sono molti i pezzi di pregio e fra le tante Guzzi, MV Agusta e Gilera da strada e da fuoristrada - soprattutto degli anni 40, 50 e 60 e con alcuni esemplari da corsa - fa colpo una raccolta di oltre una quarantina di BMW perfettamente conservate e di valore storico. Si parte dalla R32, la prima boxer del 1923, per arrivare ai modelli con e senza sidecar degli anni Sessanta. Altra collezione notevole riguarda quella delle Lambretta, a cominciare dalla prima 125 A del 1947.

 

Video: Corriere.it

 

Pubblicità