Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Se provare una Lamborghini Miura è già di per sé un'esperienza favolosa, guidare la vettura personale del fondatore Ferruccio è qualcosa di fantascientifico.
Targata Bologna 608732, si tratta di un modello SV, l’ultima e più prestante evoluzione del capolavoro nato nel 1966: il 12 cilindri a 60 gradi arriva infatti a 385 CV, ed anche la parte telaistica è stata profondamente evoluta.
Lamborghini la portò con sé nella propria tenuta agricola, dove si rifugiò dopo avere venduto l’azienda nel 1974. Prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1993, decise di lasciarla nel testamento come suo regalo di addio all’omonimo nipote primogenito, allora di appena due anni.
Ed è proprio Ferruccio junior ad accompagnarci con classe e simpatia nella nostra esperienza, raccontandoci la vettura ed i suoi aneddoti. Da ottimo pilota semiprofessionista di motociclette, Ferruccio non ha resistito ad alcuni spettacolari giri in pista ad andatura decisamente più allegra di quella che ci eravamo permessi noi, che abbiamo viceversa vissuto il test con una certa soggezione, anche per il valore stratosferico dell’auto, probabilmente la Miura più preziosa al mondo.
La Miura è innanzitutto bellissima, in qualsiasi classifica delle automobili più affascinanti della storia compare regolarmente. È però altrettanto spettacolare anche dal punto di vista tecnico: quando irruppe sul mercato, non esisteva nulla di simile.
Mentre tutte le supercar concorrenti erano ancorate al motore anteriore, la Miura si presentò con un potentissimo propulsore centrale trasversale, soluzione allora appannaggio di sole vetture da corsa.
Dietro la sua creazione, oltre alle direttive di Ferruccio, che voleva una vettura innovativa e molto più veloce della Ferrari, ci sono dei personaggi non solo straordinari, ma anche incredibilmente giovani. I due progettisti, Paolo Stanzani e Giampaolo Dallara, espressamente scelti dal fondatore, iniziarono a lavorare alla Miura appena ventisettenni, stessa età di Marcello Gandini quando la disegnò sotto le insegne di Bertone. Si trattò di una congiunzione astrale unica, che diede vita ad una vettura impareggiabile.
Senza dubbio anche oggi si producono supersportive straordinarie ed affascinanti, in grado di doppiare velocemente la Miura, ma crediamo che il carisma di queste auto antiche, dove si percepisce in ogni singolo particolare la genialità e la passione dei pochi uomini che vi si dedicarono anima e corpo, sarà per sempre inavvicinabile. Così come quello di Ferruccio Lamborghini e del suo “collega” Enzo Ferrari: è incredibile come nello stesso periodo e nello stesso territorio siano cresciuti i due più grandi personaggi dell’automobilismo mondiale. Se a qualcuno venisse ora in mente il famoso episodio che li vide contrapposti, e da cui leggenda vuole nacque la Lamborghini automobili, ebbene... consigliamo di vedere il breve “easter egg” alla fine del video.
Dopo la sgambata in pista, affrontata con straordinaria vivacità, la Miura è rientrata a casa sua, il Museo Ferruccio Lamborghini di Funo di Argelato, ricchissima esposizione dedicata alla vita di questo incredibile imprenditore.
Sottolineo un paio di lapsus commessi nel video: la prima Lamborghini è la 350GTV e non l’inesistente 3500 GTV, il propulsore che equipaggiava le rivali Bizzarrini e Iso era uno Chevrolet, non un Chrysler. Godetevi il video!