Manzoni, Ferrari: «L’automobile è vita, arte e passione. Siamo parte di essa ed essa è parte di noi»

Manzoni, Ferrari: «L’automobile è vita, arte e passione. Siamo parte di essa ed essa è parte di noi»
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In occasione di un incontro organizzato dallo Ied abbiamo incontrato Flavio Manzoni, Direttore del Deisng Ferrari, che ci ha parlato di come nascone le supercar di Maranello ma anche dei significati che incarna l'automobile al giorno d'oggi
25 giugno 2014

Torino - Settimana importante quella appena trascorsa per lo IED (Istituto Europeo per il Design), ma anche per il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino "Avv. Gianni Agnelli" e per il Comune del Capoluogo piemontese. La festosa occasione di incontro è il ventennale della fondazione del Trasportation Design, che vede la luce nel lontano 1994, creato dall'istituto torinese da sempre riconosciuto come eccellenza formativa mondiale. Proprio per questo motivo viene offerta ad un ampio pubblico, fatto di giovani promesse ancora impegnate nello studio e da personaggi ormai affermati nel mondo del design, un'opportunità di confronto sul rapporto fra il car design passato, il presente e la mobilità del futuro.

 

Per meglio rendere l'idea di cosa significhi IED a livello internazionale, non resta metodo migliore che fare affidamento ai numeri; si possono infatti contare più di 600 studenti provenienti da tutto il mondo diplomati in Trasportation Design, partnership pluri collaudate con marchi di prestigio quali Ferrari, Hyundai, McLaren, Aston Martin, BMW, Fiat, Lancia, Maserati ed Alfa Romeo - solo per citarne alcune - numerose show car presentate nei più prestigiosi saloni internazionali, modelli in scala 1:4 delle più belle creazioni nate dalle sapienti mani dei designer, e l’elenco non finisce qui.

 

La giornata di giovedì 19 giugno, ricca di rinomati ospiti, ha visto partecipare alcune delle più note autorità nel mondo dell'auto torinese, italiano ed internazionale. In particolare ci siamo soffermati sull'intervento di Flavio Manzoni, Direttore del Design Ferrari.

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Sulla Ferrari F12berlinetta esigenze aerodinamiche si fondono con l'armonia del design

Ferrari: il design secondo concetti prestazionali

«Definire l’ aspetto di una nuova Ferrari è un lavoro molto delicato: vuol dire creare una forma che materializzi la complessa filosofia Ferrari, nulla deve essere ripreso da progetti obsoleti e tutto deve avere una funzione ben definita ed integrata con gli aspetti fisici e tecnici della vettura. I lavori vengono realizzati coinvolgendo l'intero settore, in modo da comprendere ogni particolare implicato nella realizzazione finale. Per questo motivo i piloti e gli ingegneri collaborano a stretto gomito alla realizzazione del modello. Quando una Ferrari nasce, occorre sapere cosa esiste sotto alla carrozzeria per poter disegnare una buona macchina».

L'aerodinamica della F12berlinetta si fonde con l'armonia delle forme

«Per meglio spiegare il duro lavoro di realizzazione di una supercar Ferrari prendiamo in esame due modelli. Partiamo dalla recentissima F12berlinetta: le proporzioni della macchina nascono da dimensioni perfette, il motore é stato abbassato di 35 mm, permettendo di conseguenza l’abbassamento della posizione di guida. L'aria confluisce dal cofano fuoriusendo sulla fiancata, ovviando alla esigenze aerodinamiche necessarie in funzione della prestazione».

Quando una Ferrari nasce, occorre sapere cosa esiste sotto alla carrozzeria per poter disegnare una buona macchina

 

«Gli ingombri nelle zone in cui l'aria ha bisogno di passaggio sono stati eliminati migliorando i valori di aerodinamica. Il frontale della macchia nasce da ragionamenti razionali, dalle reali necessità della vettura e solo successivamente i progetti sono analizzati dal centro stile ed evoluti secondo linee accattivanti. Il posteriore della macchina è maggiormente frutto dello stile, ma anche in questo caso le linee nascono secondo concetti puramente prestazionali. La linea della macchia prende spunto direttamente dalle vetture di Formula 1 rappresentando chiaramente le caratteristiche di una vettura che non nasce solamente da una buona idea ma soprattutto dalla collaborazione tra designer, tecnici e piloti».

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LaFerrari rappresenta il fiore all'occhiello attuale della Casa di Maranello, anche in termini di stile

LaFerrari: forme perfette ed avveniristiche

«Arriviamo ora a LaFerrari. Il progetto di questa supercar nasce rapidamente, dalle prime iniziali proposte si è passati poi alla realizzazione di un modello tridimensionale elettronico. Una volta scelto il tema ed abbozzato il modello è stata l’aria a disegnare la macchina, prendendo spunto anche in questo caso dalle vettura di Formula 1. La grande difficoltà di un disegnatore Ferrari é la re-invenzione continua degli elementi. Ogni millimetro della macchina deve essere rimodellato e ridisegnato, la somiglianza con modelli passati deve essere minima».

 

«Le forme perfette ed avveniristiche de LaFerrari sono un esempio chiaro di tale concetto, la vettura in movimento arriva a ricevere una spinta verso il suolo pari a 650 kg, il tutto grazie ad un meticoloso studio delle forme perfettamente integrate all’interno della carrozzeria, senza fare uso di appendici aerodinamiche sporgenti. La storia dell’automobile però non deve essere vista soltanto come una storia di “oggi”, la mente deve pensare anche ad una storia fatta di “ieri”, una storia di suggestioni. Basti guardare il mondo dove gli studenti andranno un giorno a lavorare, osservandolo ci si rende conto che questo ragiona con la convinzione che l’automobile sia un mezzo veloce, libero, che trasporta l’uomo quando e dove vuole essere trasportato. Il mondo è convinto che le persone sarebbero sperdute e sole se non ci fosse la macchina al loro fianco».

Il mondo è convinto che le persone sarebbero sperdute e sole se non ci fosse la macchina al loro fianco

L'automobile, specchio della società

«L’automobile è ormai parte fondamentale della vita civile, cambia la vita di tutti noi seguendo le nostre evoluzioni e quelle del pianeta. Così è e così è sempre stato, si parla di auto innovative oggi, esattamente come cent’anni fa. Erano gli ultimi anni del XIX secolo quando le città in fortissimo sviluppo iniziavano a conoscere i primi mezzi di trasporto, inizialmente si parlava di forza animale, successivamente di auto elettriche. Ebbene sì, le auto elettriche erano pane quotidiano ancora prima dell’avvento del motore a scoppio, è stata poi la scoperta dell’oro nero a glissare l’elettrico deviandolo completamente ad utilizzi industriali o cittadini (con l’illuminazione). L’automobile è vita, è arte, è passione, siamo parte di essa ed essa è parte di noi».

 

Marco Delmastro

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