Ferrari Dino GT4 Safari Coupé: la Ferrari pensata per i rally all’asta

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Umberto Mongiardini
  • di Umberto Mongiardini
Trasformata lo scorso anno e revisionata da cima a fondo, è pronta per prendere parte alle gare su sterrato
  • Umberto Mongiardini
  • di Umberto Mongiardini
13 novembre 2019

Tutti gli appassionati di auto e non conoscono le linee della mitica Lancia Stratos che correva nei rally e, i conoscitori, sanno anche che dopo una lunga trattativa tra Enzo Ferrari e Pier Ugo Gobbato, la Stratos venne equipaggiata con il propulsore Dino V6 della Ferrari Dino 246.

Se vi state chiedendo che significato abbia parlare della Stratos in un articolo che dovrebbe parlare di Ferrari, ora ve lo spieghiamo: la Ferrari 308 GT4 Safari che vedete nella foto in apertura, è stata creata per capire come sarebbe stata una delle vetture di Maranello, se fosse stata trasformata in un’auto preparata per i rally.

Bisogna però fare un passo indietro per capire cosa accomuna la Lancia Stratos alla Ferrari GT4: entrambe le vetture sono figlie dello stesso designer, Marcello Gandini, che ha curato il design di altre auto italiane che hanno fatto la storia, come la Lamborghini Countach, la Miura, la De Tomaso Pantera, l'Alfa Romeo Montreal, la Maserati Khamsin e, tra le tante altre, anche la Fiat X1/9.

La Stratos e la GT4, come alcune delle altre auto nate dalla matita del designer italiano, si caratterizzano per l’inconfondibile design a cuneo, sospensioni indipendenti e motore centrale anche se, lo scopo delle due auto era molto diverso: la Lancia era stata pensata per vincere su sterrato, la Ferrari, invece, per essere utilizzata sui percorsi di tutti i giorni.

Nonostante la 308 GT4 sia sempre stata considerata come una Ferrari di basso livello e, ancora adesso, non è particolarmente apprezzata dai collezionisti, è comunque ben equipaggiata.

Parliamo infatti di un’auto con motore V8 da 3,0 litri, abbinato a quattro carburatori Weber e accoppiato a un cambio a cinque velocità. I 240 CV prodotti dal motore venivano scaricati a terra dalle ruote posteriori, mentre la velocità massima si attestava a quasi 250 km/h, con uno scatto da 0-100 coperto in 6,4 secondi. Non male, dunque.

 

 

Il nome Dino deriva da quello del figlio di Enzo, scomparso prematuramente a 24 anni a causa della Distrofia di Duchenne, una malattia muscolare degenerativa infantile. Dino stesso aveva partecipato alla creazione del motore V6 che poi equipaggiò l’omonimo modello.

L’esemplare di Ferrari Dino 308 GT4 mostrato in questo articolo, venne realizzato da Ferrari come qualunque altra auto, a eccezione dell’eliminazione dei sedili posteriori, cosa unica.

L'auto è stata acquistata da DriverSource alla fine del 2018 e portata in California, con l’idea di farne un esemplare unico, convertendola in un’auto da rally, pronta per affrontare gare come la Pechino-Parigi.

La Ferrari è stata dotata di sospensioni a molle elicoidali in grado di abbassare o alzare l’assetto in base alle esigenze dettate dal tipo di terreno affrontato, sono stati poi montati cerchi in acciaio da 15 pollici con pneumatici Michelin 205/70V R15, mentre lo sterzo è stato adattato per rispondere meglio alla nuova configurazione.

Molto appariscente, poi, l'antenna CB a frusta, utile per comunicare con il proprio team via radio. Sono stati poi adottati dei nuovi paraspruzzi rinforzati con fibra di vetro, paraurti anteriore e posteriore in acciaio e quattro fari anteriori Hella, che danno a questa Dino un look ancora più da auto da corsa.

Per quanto riguarda gli interni, la tappezzeria è stata totalmente ricondizionata, i sedili sono stati rivestiti in pelle nera con dettagli in velluto, proprio come in origine, mentre si nota l’aggiunta di una barra posteriore, volta a incrementare la rigidità del telaio e, al contempo, a fare da aggancio alle nuove cinture di sicurezza a quattro punti.

Il costo totale dei lavori, che include la riverniciatura nel tipico Rosso Dino, con particolari neri opachi, ha avuto un costo di ben 26.000 dollari americani e adesso andrà all’asta a Riyad il prossimo 23 novembre da Worldwide Auctioneers.

 

Photo Credits: Worldwide Auctioneers

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