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A Mirafiori non è solo il giorno del debutto della nuova Fiat 500 Hybrid. È il giorno in cui Fiat celebra se stessa e la città che l’ha vista nascere, con un messaggio chiaro: la 500 “torna a casa” in una versione progettata, disegnata e costruita interamente a Torino.
Sul palco della Palazzina Uffici – la stessa che John Elkann ha annunciato verrà rinnovata e rilanciata – Olivier François, CEO del brand Fiat e Chief Creative Officer di Stellantis, racconta davanti alle istituzioni la rinascita della 500 e, simbolicamente, di Mirafiori: "Stamattina John ha annunciato la rinascita della Palazzina. Ora annunciamo la rinascita della fabbrica, con il lancio della 500 ibrida. Due facce della stessa medaglia: Torino al centro".
La prima novità è un tributo: la versione di lancio si chiama 500 Hybrid Torino, e nasce in due colorazioni dedicate alla città: "Un omaggio a Torino, un tributo del nostro brand alla sua grande “T"», spiega François. Una scelta simbolica che lega la nuova 500 Hybrid a un heritage preciso. Perché, come ha ricordato lo stesso CEO: "La 500 è come Torino: entrambe hanno fatto la storia d’Italia e si sono reinventate attraverso la tecnologia".
Dopo la 500 elettrica del 2020 – sviluppata proprio a Mirafiori e definita da François "una visione romantica della transizione energetica" – ora arriva la 500 Hybrid, quella che si confronta direttamente con le richieste del pubblico. "Il mercato ha chiesto libertà di scelta", afferma. "Non tutti vogliono la 500 elettrica, ma tutti vogliono la 500. Questa è la 500 pragmatica, che ascolta le persone".
Ma portare un motore termico dentro un progetto nato elettrico non è stato semplice. Infatti, secondo le dichiarazioni, è stato modificato il vano motore (riprogettato per ospitare il FireFly 1.0 tre cilindri mild hybrid) e ridisegnato il sottoscocca, per accogliere serbatoio e tubazioni benzina. "L’unica concessione è stata alla fisica: la presa d’aria per il raffreddamento. Per il resto, abbiamo protetto l’anima della 500".
François non evita il contesto normativo. Negli ultimi anni, le citycar europee sono state abbandonate da molti costruttori: normative severe su emissioni e sicurezza hanno spinto verso l’alto costi e prezzi. "Il prezzo medio delle citycar è aumentato del 60% in sei anni. Nel 2019 c’erano 17 modelli. Oggi, solo 6", ricorda. Eppure Fiat ha deciso di restare: "Nonostante tutto, ci crediamo. È il DNA di Fiat: costruire auto piccole e accessibili a tutti".
A margine del lancio, Olivier François interviene anche su una delle polemiche che negli ultimi mesi ha riguardato il marchio, quella sul presunto ritorno al grigio nella gamma Fiat. Il manager chiarisce: "Non è così. Andiamo avanti con la nostra scelta. Fiat non è grigia: è colore, ottimismo, felicità". Una posizione ribadita anche attraverso lo spot dedicato alla 500 Hybrid, girato proprio dentro Mirafiori, dove la nuova citycar è l’unico elemento a colori in un contesto volutamente monocromatico.
Se il lancio della 500 Hybrid rappresenta un’operazione di prodotto, per Mirafiori è soprattutto un intervento industriale. Con l’avvio del nuovo modello, lo stabilimento torinese si prepara infatti a tornare su volumi significativi: 100.000 unità l’anno, con l’attivazione del secondo turno già dal 2026.
Lo stabilimento non si limiterà all’assemblaggio della vettura: qui vengono prodotti anche i cambi C5-14 della nuova 500 Hybrid, mentre il complesso ospita già il Battery Technology Center, la linea di trasmissioni elettrificate eDCT e il Circular Economy Hub dedicato alla rigenerazione di componenti e batterie.
François sottolinea il peso della ricaduta industriale sul territorio: "Settantacinque dei nostri fornitori italiani si trovano in Piemonte. L’effetto 500 Hybrid riguarda tutta la filiera". Il dato più significativo è quello relativo alla produzione nazionale: "Il 60% delle auto costruite in Italia porta il marchio Fiat. E metà delle Fiat vendute in Europa è made in Italy".
La scelta della 500 Hybrid si colloca in un contesto di mercato in cui le citycar sono sempre più rare: in Europa, gli attori si sono ridotti da 17 a 6 modelli in soli sei anni e, nonostante questo scenario, Fiat ha scelto di insistere: "Non tutti vogliono una 500 elettrica, ma tutti vogliono una 500. Il mercato ci ha chiesto pluralità. Oggi rispondiamo ampliando la gamma, senza arretrare sull’elettrificazione ma adattandoci ai tempi reali della domanda".
In chiusura dell’evento, il CEO presenta anche il video destinato ai mercati globali. Un racconto del lifestyle italiano pensato per valorizzare l’immagine della 500 come simbolo nazionale riconoscibile all’estero. Dietro la scelta comunicativa c’è una strategia precisa: consolidare la 500 come prodotto-bandiera dell’Italia automobilistica, con l’obiettivo di mantenerla competitiva anche nei Paesi dove le citycar rappresentano una nicchia premium.
"La 500 interpreta da settant’anni un’idea di Italia che il mondo riconosce. La nuova 500 Hybrid nasce qui, ma parla a tutti. Non è solo un’auto italiana: è un’auto dell’Italia". Il manager chiude tornando ai lavoratori di Mirafiori e ai clienti che avevano espresso il desiderio di una 500 non elettrica: "La 500 Hybrid è la risposta a ciò che ci hanno chiesto. È un impegno mantenuto".