Fusione FCA-Renault, le reazioni politiche

Fusione FCA-Renault, le reazioni politiche
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Le reazioni del mondo politico e di quello dei sindacati all'ufficializzazione della proposta di fusione FCA-Renault
27 maggio 2019

L'ufficialità della proposta di fusione da parte del gruppo FCA a Renault, arrivata nella mattinata di oggi prima dell'apertura dei mercati finanziari, ha scatenato reazioni nel mondo politico e in quello dei sindacati. «Il fatto che Fca abbia presentato una offerta di fusione paritaria a Renault è una notizia molto positiva per tutta l'industria italiana e per l'intero Paese, poiché smentisce ipotesi di disimpegno o addirittura di vendita del gruppo italoamericano - ha fatto sapere il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella -. Notiamo anche che nel comunicato rilasciato da Fca si sottolinea che i benefici dell'operazione non giungeranno da chiusure di stabilimenti, bensì da nuovi e più cospicui investimenti su piattaforme globali». 

«Speriamo che questa operazione - aggiunge Palombella - possa far nascere un grande gruppo capace di competere al meglio sul mercato globale, in questa fase di radicali trasformazioni del settore automotive. Come sindacato vigileremo e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per favorire il consolidamento dei siti produttivi italiani, chiedendo ai vertici di Fca di mantenere gli impegni assunti sulla piena salvaguardia occupazionale nel nostro Paese».

Parere positivo sull'eventuale intesa da parte del viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia, intervenuto ai microfoni di Maria Latella a 24Mattino, su Radio 24. «Ben venga accordo Fca-Renault, purché ci siano sempre le fabbriche attive in Italia. Il mercato ha sempre ragione; alla fine l'importante è che ci sia sempre la produzione. La finanza purtroppo va dove vuole e paga le tasse dove vuole». 

Secondo il presidente della Commissione Bilancio della Camera, il legista Claudio Borghi, il fatto che lo Stato francese abbia una partecipazione del 15% in Renault rappresenta una  «anomalia» da «tenere d'occhio».  «Già con i cantieri Stx - ha spiegato Borghi - Macron non si è fatto problemi a un utilizzo spregiudicato" dello Stato. Quindi «staremo attenti che un patrimonio della Storia d'Italia sia valorizzato. Se sarà così, non ci saranno problemi, altrimenti...». «Altrimenti pareggeremo» ha detto senza specificare in che modo. «In quello che dovrebbe essere un affare fra privati in qui gli Stati, noi compresi non dovrebbero mettere becco fatto salvo l'interesse nazionale, lo Stato francese ha ancora il 15% di Renault quindi teniamo d'occhio».

Parere «favorevole» per la fusione tra FCA e Renault da parte del governo francese, che «incoraggia» l'operazione, in attesa di conoscerne le condizioni. A confermarlo è il portavoce dell'esecutivo transalpino, Sibeth Ndiaye, secondo quanto riporta Bloomberg. La fusione promuoverebbe «la sovranità economica» dell'Europa, dove «abbiamo bisogno di giganti». Ndiaye ha ricordato che la scorsa settimana il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ha incontrato il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, per parlare dell'operazione.

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