Numeri e tendenze Aftermarket, AsConAuto: concessionari e officine resilienti (-10%) ma non solo ricambi [ITV]

Numeri e tendenze Aftermarket, AsConAuto: concessionari e officine resilienti (-10%) ma non solo ricambi [ITV]
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Il presidente Guidi traccia il percorso aggiornato dell’Associazione Consorzi Concessionari Auto e ricorda le priorità del settore, in un momento cruciale come quello del 2021. Il ricambio sempre valore essenziale per la sicurezza, ma anche lo svecchiamento di parco circolante (senza elettrificare per forza)
28 febbraio 2021

In mezzo ai tragici bilanci del mondo auto europeo nel 2020, la rete associativa AsConAuto mostra resilienza: il volume affari dei ventisei consorzi (per 945 concessionari) supera i 625 milioni di euro, scendendo solo del 10% su base annua. Parliamo del mondo ricambi auto originali e della loro distribuzione, lato concessionarie e officine anche indipendenti in tutta Italia. La misura annua del 2020 per i Consorzi, cha toccano oltre 22mila officine, conta un valore oltre i 5 miliardi di euro, in ricambi originali distribuiti.

Chi meglio del presidente Fabrizio Guidi, membro anche del CdA Federauto, può tracciare un bilancio e dare opinione sul fronte durante quest’avvio di 2021, ancora molto perturbato dalla pandemia? “L’autoriparazione si conferma attività essenziale per l’automobilista – ricorda subito Guidi - siamo in grado di guardare con fiducia al nostro lavoro in quest’avvio di anno. Il nostro progetto, che conta sulla partecipazione di oltre l’80% dei Concessionari italiani, ha in ogni consorzio una parte del proprio cuore, per la salvaguardia delle identità locali. Il presidio capillare si è svolto in sicurezza anche nelle difficili nuove modalità collegate alla pandemia, garantendo certezza di assistenza per la logistica indispensabile”.

Questione di struttura e di metodo, affinato negli anni. “La costante ricerca di ottimizzazione, il ricorso all’innovazione e la digitalizzazione hanno portato l’Associazione a essere punto di riferimento, grazie a un modello di business unico che ha saputo dimostrare la sua tenuta anche in condizioni difficilissime e inedite. Il futuro si presenta irto di ostacoli, ma nella maggiore criticità il sistema associativo ha fatto fronte univoco e non si è fermato”.

Nata nel 2001, AsConAuto è prossima a una ricorrenza non da tutti: 20 anni di lavoro. “Dimostrano come il progetto sia vincente anche nelle peggiori criticità. Le persone che ne fanno parte condividono missione e valori, affrontano con coraggio da “costruttori” di futuro le nuove sfide che si presentano. Così come è stato alla nascita, dove volevamo essere fornitori in supporto dei cambiamenti verso il futuro e nel rapporto diretto con il cliente finale. Oggi come allora le sfide sono in buona parte quelle, anche se moltissimo è cambiato sotto al concetto di auto. Vediamo un forte ruolo del territorio e degli alleati negli autoriparatori, per servizi di rete locale consolidata. Uno slogan del passato però cambia. Non solo ‘più grandi’ ma anche ‘farlo insieme’ perché la forza oggi è nei consorzi integrati e nei sevizi condivisi”.

Mercato auto e circolazione ricambi

Cosa ne pensa Guidi del mercato auto 2021 sul fronte del nuovo, con gli Eco-bonus che crescono molto per le auto elettrificate, tralasciando moltissimi “buoni termici” che sono rimasti invenduti per lo scoppio di pandemia? “Il conto dice che per 50 milioni d’incentivi dati le tasse incassate arrivano a quota 70, quindi vanno bene. Lo scorso anno si è rimesso in moto il mercato, ma senza aver subito il rinnovo pronto in autunno il trend è peggiorato. Adesso sono ripartiti in misura anche superiore e ci si conta, ma si auspica anche qualcosa di meglio, perché non sono le misure che risolvono del tutto il problema italiano”.

Quello del circolante da svecchiare, anche senza per forza elettrificare. “Il 33% del circolante è ancora sotto Euro4 e si può mettere mano aiutando anche il mercato dell’usato, incentivandolo. Una spinta non solo verso l’elettrico nuovo, perché molti automobilisti sono ancora perplessi e vedono costi troppo elevati su quel fronte. Gente che esce dalla pandemia vorrebbe cambiare e avere numeri concreti, non demagogie. Incentivi all’usato Euro6 o anche Euro5 quindi, per modelli semi-nuovi disponibili in aiuto a quella parte di popolazione che ora riscopre l’auto privata. La legge la fa poi anche il mercato, accogliendola bene. Abbiamo visto come Firenze darà incentivi comunali per cambiare auto con le Euro6. Una cosa intelligente e mirata, per rendere più sicuro e meno inquinante il circolante. In questi casi poi ci sono per lo Stato le tasse dei passaggi proprietà”.

Analizzando meglio i numeri, cosa possiamo dedurre da questo anno di pandemia per il fronte Aftermarket dell’auto in Italia, quali tendenze per i vari gruppi? Guidi ci spiega che si conta un -10% circa, per il mondo del ricambio, rispetto al noto -27% del volume sul fronte auto nuove, quindi potremmo dire che nonostante tutto sia un riscontro buono. “Il calo deriva dalla minor circolazione dei mezzi. Alla fine un bilancio 2020 vede anche differenze tra pure officine e carrozzerie, del 10%. Il calo di lavoro per le carrozzerie in termini di ricambi acquistati è stimato in -16%, mentre le officine sono andate a -6%”.

Questi i cali di utilizzo dei ricambi auto in Italia lo scorso anno, ma il 2021? “La ripartenza 2021 non è rosea, il primo dato mensile è -20% per le carrozzerie e -14% nelle officine. In questo settore poi rischiamo anche di subire un problema nella disponibilità di ricambi. Sono di recente stati sequestrati 5.000 loghi contraffatti per ricambi non originali. C’è sempre battaglia e oggi si rischia di dare problemi per la sicurezza, senza una filiera garantita”.

Un discorso noto, quello degli operatori qualificati con materiali e lavoro certificati, rispetto al mondo “sommerso” dell’assistenza fai-da-te. “La rete ufficiale è costretta a seguire regole di formazione e di gestione dati, ma anche procedure. Poi il tagliando è equiparato al riparatore, ma per molti spesso non è tracciabile il ricambio usato e parte del lavoro eseguito. Salvo i casi del libretto elettronico, che molti tengono".

Guidi ci spiega anche qualcosa di poco noto, che riguarda le flotte. “Vogliamo fare oltre alla distribuzione anche uno step in avanti nel rapporto, con chi usa ricambi originali della rete AsConAuto. Non solo le migliaia di punti officina. Esiste anche il mondo delle flotte e delle assicurazioni, che possono accordarsi. Alcuni già hanno accordi con AsConAuto, altri no e aggirano certi problemi”.

Intesi come risparmio sui ricambi e la certificazione del lavoro? “Ci sono noleggi che scelgono di riparare dove hanno meno costi, per manodopera e ricambi, però scende la sicurezza. Sotto certi livelli si rischia di non avere ricambi eccellenti e procedure in regola. Alcune flotte accettano questa cosa, a discapito della sicurezza però. Noi miriamo solo a servizi e interventi che facciano star tranquilli con piena tracciabilità”.

Tendenze elettriche ma non solo

Come siamo messi oggi in Italia, rispetto al resto del mondo, sul fronte attività Aftermarket. A monte si parla molto di clamorosi colli bottiglia, per i chip carenti alle Case. “Una disponibilità più carente di ricambi per chiusura di alcune produzioni è stata indubbia, si deve recuperare e riconsiderare il nostro ruolo. Purtroppo l’Europa intera ha un ruolo diverso da quanto era un tempo e i segnali negativi ci sono ancora sul fronte, speriamo siano solo da gestire per la pandemia e non di problemi strutturali dell’Europa”.

"Lato nostro, durante il lockdown ci siamo accorti del valore nei servizi personalizzati, con ritiro e consegna al cliente. Oggi siamo più avanti sul fronte di aiuto alla rete e non solo per fornire ricambi”.

E il fronte politico, le richieste del settore al governo? “Federauto e Anfia hanno avuto già delle risposte dal precedente governo, utili ma si può migliorare. Questi incentivi per auto soprattutto con la spina non vanno sempre bene. Le Case ci hanno investito ed è logico darli, ma occorre spingere per tenere aperte altre soluzioni come l’idrogeno e poi quanto compatibile oggi, senza causare maggiore inquinamento”.

Ci riferiamo sempre alle molte auto Euro6 termiche e in questo il ruolo del concessionario nel proporre e spiegare le alternative è importante. “Assolutamente, la percentuale maggiore dei bonus va alle auto con spina ma l’informazione del concessionario nella propria zona deve essere imparziale. Dei veri consulenti per la mobilità, è questo il futuro. Si cambia il rapporto con le Case e verso il concessionario. Ci sono nuovi ruoli e il concessionario deve essere elemento cui ogni automobilista si rivolge per avere soluzioni. La cosa importante è attrezzarci, con più risposte pronte anche per il noleggio, ambito su cui cimentarsi”.

L’ondata elettrica, con infinite ipotesi di nuovi modelli tra cui quello di Apple, è ancora molto lontana dalla media di auto che entrano oggi in officina. “Un veicolo come la Apple car sarà ottimale per uso quotidiano in massima automazione, ma resterà la passione per auto più gratificanti. Per auto che possono viaggiare senza limite per piacere o per godersi un ambiente come quello italiano. Serviranno comunque riferimenti nuovi per i privati e per il pubblico. Un settore non ancora sviluppato è quello dei carburanti sintetici, molto utili se potranno rivoluzionare in meglio le auto termiche”.

L’auto termica non connessa resta punto cardine non solo per i ricambi, in Italia. “I petrolieri dissero che si può fare una sostituzione, ma non è immediata e l’industria ricava o rischia di perdere da una transizione sul carburante molte risorse. Quelle che servono per tutti i servizi e non si possono perdere. Oggi 11% di PIL deriva dell’auto termica e non si tocca facilmente qualcosa che vale come salvaguardia sociale. Con il 5G poi di certo sarà meglio per incidenti e dialogo tra utenti, ma ci saranno anche obiezioni verso certi processi implicazioni varie della privacy”.

E il discorso colonnine, da avere presso i concessionari e ovunque? “Le colonnine possono avere un ruolo, interessante per la rete AsConAuto che ci lavora. Al momento non abbiamo tutta l’energia necessaria per una diffusione completa e sostitutiva delle termiche, però. In certe città italiane se tutti andassero in ricarica con sole auto elettriche la rete andrebbe in crisi, togliendo energia ai condomini. Dobbiamo considerare la saturazione e oggi un automobilista elettrico deve orientare percorsi strani, più lunghi per provare le colonnine. Tutto quanto sarà tollerabile noi lo metteremo a disposizione, ma il rischio è che arrivi una saturazione indipendentemente dallo sforzo, uscendo da certi ambiti o pensando di convertire alte percentuali di auto termiche in elettriche. Non avremmo ora soluzioni di energia pulita per tutti. Poi resta lo stoccaggio finale, lo smaltimento delle batterie. I passi futuri coinvolgeranno chi fa servizi e gestisce il recupero: lamierati e gomme restano, anche con le auto elettriche, meno le altre parti di componenti da motore termico”.

OMF

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