La parabola del diesel: anche l’usato va male

La parabola del diesel: anche l’usato va male
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Il destino delle vetture a gasolio sembra segnato: alla drastica diminuzione dei nuovi acquisti si unisce ora una richiesta ridotta anche per quanto riguarda l’usato
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
12 febbraio 2020

Come distruggere il segmento più importante del mercato in soli cinque anni: potrebbe intitolarsi così un prossimo best seller, capace di raccontare la triste parabola delle auto alimentate a gasolio, che dallo scoppio del dieselgate non hanno avuto più pace, perseguitate come unici untori maledetti della peste dell’inquinamento atmosferico, e vittime recenti dell’ostracismo miope di amministrazioni comunali in cerca di facili prede da lanciare in pasto all’opinione pubblica.

La richiesta di nuove vetture diesel, per un drammatico combinato disposto che mette insieme l’incapacità di governare con l’ostentazione ideologica (e contro il quale a nulla valgono gli sforzi molto onerosi della Case per realizzare modelli davvero poco inquinanti) è crollata a livelli imbarazzanti; ma il peggio non è ancora arrivato.

Adesso, infatti, come certifica l’Aci, il calo registrato dall’intero mercato dell’usato a gennaio 2020, pari al -6,9% sullo stesso mese 2019, è imputabile soprattutto alla drastica contrazione della richiesta di auto a gasolio

Infatti, alla costante diminuzione di prime iscrizioni di vetture diesel (-16,9% a gennaio 2020 sullo stesso mese 2019), per la prima volta si registra una parallela diminuzione dei passaggi di proprietà delle auto diesel: siamo al -11,5% a gennaio rispetto allo stesso mese del 2019, valore che porta così il segmento a perdere circa tre punti percentuali sulla quota complessiva, passando dal 51,3% del 2019 al 48,7% odierno.

Un fenomeno su cui vigilare con attenzione, che avrà senz’altro presto ripercussioni sulle dinamiche di contrattazione anche per il nuovo: per esempio, chi oggi ha una vettura diesel da permutare in cambio del nuovo, con tutta probabilità riceverà una quotazione inferiore rispetto al reale valore di mercato, in quanto per una concessionaria diventa meno conveniente per la maggiore difficoltà a piazzarla mettere nel piazzale un’auto usata a gasolio.

Non resterà che tentare di trovare un privato cui cedere la vettura ad un prezzo che non sia di svendita: ma anche questo meccanismo, stanti le crociate anti-diesel a livello locale, rischia di incepparsi nel breve-medio periodo.

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