Lamborghini e la sfida WEC 2024, Mohr: “Stiamo ancora imparando, ma vogliamo essere competitivi”

Lamborghini e la sfida WEC 2024, Mohr: “Stiamo ancora imparando, ma vogliamo essere competitivi”
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Il Chief Technical Officer di Lamborghini, Rouven Mohr, racconta le sensazioni della vigilia del debutto nel WEC e la storia della SC63 LMDh
29 febbraio 2024

“Non è realistico parlare di una posizione specifica in classifica, qualsiasi cosa dicessi in questo momento sarebbe pura speculazione. Posso dire che se dovessimo essere competitivi in termini di passo gara e avessimo una chance di cogliere un buon risultato sarei già molto felice”: così Rouven Mohr, il Chief Technical Officer di Lamborghini, ha risposto a una domanda di Automoto.it sugli obiettivi realistici della casa di Sant’Agata Bolognese al primo anno nel WEC nel corso di un incontro con la stampa organizzato alla vigilia del primo weekend di gara in Qatar.

Come sottolinea Mohr, il passaggio dalla GT alla classe Hypercar non è per nulla banale, come hanno dimostrato i percorsi di altri costruttori. “Vedendo gli esordi di altri grandi marchi si notano i problemi che possono occorrere lungo il cammino. Le macchine sono complesse, e la competizione è serrata. Per noi è una nuova sfida, veniamo dal GT3 e dal Super Trofeo, e questo è uno sport completamente diverso. Ci sono marchi che da decenni corrono nell’Endurance, e pensare di poterli battere al primo colpo sarebbe ingenuo”.

Ma quali sono i motivi per cui Lamborghini ha scelto di affrontare un impegno così sfidante come quello nella classe Hypercar del mondiale Endurance? “Sicuramente siamo stati attratti dalla sfida di lottare con tanti costruttori. La nostra ambizione è quella di essere competitivi, anche se stiamo ancora imparando”. “Abbiamo scelto la LMDh per due motivi – aggiunge Mohr - il primo è che volevamo competere sia nell’IMSA che nel WEC, perché si tratta di mercati molto importanti per il marchio. E il secondo è legato alla chiara intenzione nelle normative di mettere sullo stesso piano le due tipologie di vetture. Sicuramente nel 2023 hanno prevalso le Hypercar, ma era anche il primo anno. Speriamo che con il nuovo BoP ci possa essere una vera lotta tra i due concetti”.

Le LMDh presentano dei componenti standardizzati, ma, come sottolinea Mohr, c’è molto di Lamborghini nella SC63. “I parametri della macchina, l’aerodinamica, le masse radianti, le sospensioni e la cinematica, oltre al motore endotermico e il modo in cui si combina con l’alimentazione elettrica sono del singolo costruttore. Quindi le performance delle diverse macchine non sono troppo simili. E poi c’è anche il modo in cui viene utilizzata la vettura, la strategia”.

Non voglio paragonarmi agli altri. Ognuno ha le sue unicità e rispetto molto il lavoro di tutti. Quello che posso dire è che il nostro concetto aerodinamico, per quanto abbiamo visto nei test, funziona bene. Bisogna lavorare molto sul bilanciamento della deportanza tra l’anteriore e il posteriore, e sul set-up del telaio, in particolare in relazione all’altezza da terra, che con queste auto è molto importante. La macchina poi è unica dal punto di vista del design, si capisce benissimo che è una Lamborghini”.

E con una macchina immediatamente riconoscibile come una Lamborghini ci sono anche possibilità interessanti per i fedelissimi del marchio, che potrebbero essere interessati a una versione modificata della SC63. “Ci sono dei clienti di Lamborghini che amano provare sofisticatissime auto da corsa in pista, come dimostra il nostro programma Essenza – riconosce Mohr -. C’è sicuramente del potenziale, ma per ora la priorità è l’attività in pista. Abbiamo affrontato un grande salto nello sport come azienda”.

Il primo atto ufficiale della stagione 2024 del WEC, il Prologo in Qatar, è stato rinviato per via di ritardi nell’arrivo del materiale a causa della crisi nel Mar Rosso. Come ha affrontato la situazione Lamborghini? “Non siamo stati gli unici a essere colpiti da questo problema logistico – sottolinea Mohr -. Siamo stati tutti interessati, anche se con tempistiche diverse. Le macchine di qualcuno sono arrivate prima, altre dopo. È stata una pressione ulteriore per il team, ma siamo riusciti a gestirla. Non mi piace lamentarmi, bisogna tirare fuori il meglio dalle circostanze. E ora è tutto a posto”.

E nel Prologo è arrivata la prima resa dei conti. “Con l’omologazione della macchina non c’è tanto spazio di manovra per intervenire sui parametri. Se ci fossero stati problemi grossi, non ci sarebbe stato modo di risolverli. Devo dire che le cose sono andate persino meglio di come ci aspettavamo. E impareremo moltissimo anche affrontando gli altri circuiti in calendario, perché con queste vetture trovare il giusto assetto non è per nulla semplice. Ovviamente abbiamo la simulazione ad aiutarci, ma che le cose funzionino nelle condizioni in cui si corre si scopre solo all’atto pratico”.

Quanto ai valori emersi dai collaudi, Mohr è molto cauto nel fare valutazioni. “Chiunque lavora nel motorsport sa quanto sia difficile decifrare i test. Interpretare i risultati è una sorta di speculazione, perché non si conoscono i carichi di benzina, i programmi, le gomme. Posso parlare solo per noi. Abbiamo valutato le performance con un programma di test dedicato in vista della prima nostra gara, con una particolare attenzione anche alle operazioni in pista, e siamo soddisfatti dei risultati. A livello di performance, che sia sul giro secco che sul passo gara siamo sui livelli che ci aspettavamo possiamo confermarlo solo in questi giorni”.

Sempre pragmatico nelle sue osservazioni, Mohr ricorda anche le tempistiche strettissime di Lamborghini per debuttare nel 2024. “Bisogna tenere conto del fatto che la macchina è andata in pista per la prima volta ad agosto. Sarebbe irrealistico aspettarsi di essere allo stesso livello dei rivali che sono al secondo anno nella categoria e hanno più macchine in griglia. Anche questo è un aspetto molto importante, perché si possono effettuare diverse prove a livello di set-up e strategia. Il fatto che dobbiamo ancora imparare non significa che non ci siano ambizioni, ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che gli altri hanno esperienza”.

C’è poi una novità importante, il Balance of Performance rivisto. “Non è semplice capire quale sia l’impatto – riflette Mohr -. Generalmente apprezzo ogni idea che possa bilanciare davvero i valori in campo. C’era una reale necessità in questo senso, e supporto gli organizzatori del campionato in questa iniziativa. Apprezzo lo sforzo, e non voglio sbilanciarmi in giudizi sull’efficacia perché è troppo presto”.

Se il BoP possa essere efficace o meno lo si intuirà già nella prima gara dell’anno, la 1812 km del Qatar. Ma Losail è un circuito favorevole per il debutto? “In linea teorica questa è una buona pista per noi, ma la sfida più grande con queste vetture è trovare il bilanciamento migliore e il grip meccanico. Dal punto di vista del set-up, è più semplice debuttare su una pista come questa che su altri circuiti. Al momento siamo soddisfatti dell’assetto a cui abbiamo lavorato. Non è scontato, perché queste vetture sono molto complesse”.

Sullo schieramento del WEC sarà schierata una sola Lamborghini SC63, il che da certi punti di vista può essere uno svantaggio. “È la prima volta che Lamborghini affronta una competizione di questo livello, e sicuramente avere più auto avrebbe costituito un grande beneficio, perché si può giocare con il set-up, le strategie, diversi piloti. Abbiamo deciso di correre con una sola vettura perché siamo una piccola azienda per non disperdere le nostre risorse su più auto. Facciamo un passo alla volta”. E il primo è proprio la 1812 km del Qatar, per la SC63 n.63 di Daniil Kvyat, Mirko Bortolotti ed Edoardo Mortara.

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