Lo stile di guida rivela la demenza?

Lo stile di guida rivela la demenza?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Uno studio americano valuta il comportamento al volante per segnalare la possibilità di sviluppo di malattie a carico del cervello
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
13 maggio 2021

La popolazione invecchia, ma in pochi rinunciano all’uso dell’auto anche in tarda età, malgrado la crescita delle malattie a carico del sistema neurologico, come demenza senile ed Alzheimer.

E se poco sembrano funzionare i sistemi di graduale riduzione dell’intervallo per la concessione del rinnovo della patente (ogni 5 anni dopo i 50 di età, ogni 3 dai 70 agli 80, e poi ogni 2 dopo tale soglia), forse sarà un algoritmo ad emettere il segnale di allarme: per la serie “Vediamo come guidi e ti dirò se diventerai demente”, i ricercatori USA hanno messo sotto controllo circa tremila automobilisti, valutando i dati comportamentali registrati dalle “scatole nere” delle vetture ed incrociandoli con quelli anagrafici delle persone alla guida.

Secondo le prime indicazioni, la modalità d’approccio è promettente, con percentuale di diagnosi esatta in quasi il 90% dei casi.

Lo studio della Columbia University Mailman School of Public Health e della Columbia Fu Foundation School of Engineering and Applied Science, i cui risultati preliminari sono stati resi noti dalla rivista “Geriatrics Journal”, combina informazioni personali (età, sesso e titolo di studio) con lo stile di guida, arrivando - è questo l’obiettivo - a formulare una diagnosi precoce di demenza o, comunque, del deterioramento delle capacità cognitive.

La ricerca ha riguardato 2.977 automobilisti americani, d’età compresa tra 65 e 79 anni, il cui comportamento è stato controllato tra l'agosto del 2015 e il marzo del 2019: nessuno di essi presentava disturbi particolari all’inizio della ricerca.

In 33 casi, gli studiosi sono riusciti a prevedere disturbi lievi, per altri 31 la demenza: il nuovo algoritmo pare possedere un livello di affidabilità ben superiore ai precedenti ed ora i ricercatori contano di aver trovato gli indicatori giusti per la diagnosi precoce della malattia.

In totale si tratta di quasi trenta parametri, che dalle indicazioni più semplici (tempo d’uso della vettura; frenata; lunghezza degli spostamenti; durata del tempo alla guida; percorrenza in autostrada; guida nelle ore notturne…) arriva a valutazioni più sofisticate per indagare sulle capacità valutative, cognitive e reattive della persona alla guida. 

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