Michele Crisci, Volvo: «Puntare sull’usato è la chiave per far crescere il mercato del nuovo»

Michele Crisci, Volvo: «Puntare sull’usato è la chiave per far crescere il mercato del nuovo»
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Emiliano Perucca Orfei
Michele Crisci, Amministratore Delegato di Volvo Car Italia, ci ci ha parlato delle possibili soluzioni per far ripartire il mercato dell'auto in Italia, in un momento particolarmente difficile per l'economia del nostro Paese
30 maggio 2013

 

Verona - In occasione dell'Automotive Dealer Day 2013 abbiamo incontrato Michele Crisci, Amministratore Delegato di Volvo Car Italia, che ci ha parlato delle possibili soluzioni per far ripartire il mercato dell'auto in Italia, in un momento particolarmente difficile per l'economia del nostro Paese.

 

Ad un evento così importante per il settore automotive non è strano che non siano presenti rappresentatni delle istituzioni?
«Sicuramente sì e noi lo abbiamo sottolineato molte volte. Il mercato dell’auto rappresenta dal 15 al 16% del PIL italiano, quindi è grave che non ci siano rappresentanti delle istituzioni in una fiera così importante, dove sono presenti tantissime aziende di un settore così strategico per il Paese. Questo non fa altro che riflettere l’assenza degli ultimi anni delle istituzioni nel mondo dell’auto, quindi, purtroppo, non c’è da stupirsi».

Si potrebbero detrarre gli interessi passivi sull’acquisto dell’auto o i costi legati all’acquisto di modelli particolarmente ecologici

 

Quali interventi si possono mettere in campo per rilanciare il mercato? E' possibile tornere ai livelli pre-crisi?
«Abbiamo più volte sollecitato i diversi governi che si sono susseguiti negli anni ad intraprendere misure strutturali a sostegno del mercato dell’auto e ad evitare intereventi di breve durata come per esempio ulteriori incentivi alla rottamazione. È sicuramente importante l’aspetto della fiscalità che grava sull’auto. Secondo noi sarebbe una soluzione efficace aumentare le forme di detraibilità sui costi dell’auto. In particolare si potrebbero detrarre gli interessi passivi sull’acquisto dell’auto o i costi legati all’acquisto di modelli particolarmente ecologici. Credo che provvedimenti di questo tipo provocherebbero effetti positivi immediati, già riscontrabili da un anno all’altro. Inoltre queste proposte  non rappresentano costi aggiuntivi per lo Stato, perché l’IVA generata con la vendita di un numero maggiore di modelli andrebbe tranquillamente a compensare il minor gettito fiscale imposto dalla detraibilità dei costi».

Gli imprenditori del nuovo devono convincersi che bisogna diventare sempre di più imprenditori dell’usato. Chi lo capirà per primo, sicuramente farà più successo

 

Secondo Volvo come devono cambiare le concessionarie?
«Sicuramente l’immagine della concessionaria degli anni ’60 o ’70 oggi è già profondamente cambiata. In particolare è cambiato il processo di acquisto del cliente, che si è notevolmente accorciato. Inoltre si sta passando sempre più da un costo di proprietà ad un costo di utilizzo. Tutti questi fenomeni vanno osservati e bisogna adeguare il processo di vendita e di distribuzione. Le concessionarie devono avere sempre più costi flessibili, in modo che possano affrontare con maggiore facilità anche momenti di crisi come quella attuale».

 

Che ruolo deve giocare l’usato?
«Noi crediamo molto nel mercato dell’usato, per questo abbiamo creato Volvo Selekt, un marchio vero e proprio che identifica le vetture di seconda mano garantite da Volvo. L’usato infatti rappresenta un’importante opportunità di accesso alla nostra gamma, grazie a vetture controllate certificate e garantite da Volvo con prezzi compresi tra 10 e 15.000 euro. Credo che prendersi cura dell’usato oggi sia la chiave di volta per crescere nel mercato del nuovo, non c’è alternativa in un mercato saturo come quello di oggi. Gli imprenditori del nuovo devono convincersi che bisogna diventare sempre di più imprenditori dell’usato. Chi lo capirà per primo, sicuramente farà più successo». 
 

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