Motorsport e COVID-19. Scuderia del Portello, l'heritage va tutelato perché patrimonio comune

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Paolo Ciccarone
Intervista ad Andrea Cajani, team manager e responsabile degli eventi della Scuderia del Portello: ecco come l'heritage sta affrontando la crisi dovuta alla pandemia di COVID-19
9 luglio 2020

La Scuderia del Portello è il museo viaggiante Alfa Romeo da decenni a questa parte. La passione del presidente Marco Cajani ha permesso ai possessori di vetture storiche Alfa Romeo di presentarsi a passerelle internazionali, esposizioni e scambi di pezzi unici. Andrea Cajani è il figlio del Presidente ed è il team manager e responsabile degli eventi della Scuderia del Portello che dalla pandemia ha visto svanire il principale obiettivo della Scuderia: condividere col pubblico la passione e l'amore per pezzi di vetture pregiati con una storia da raccontare. Ecco le risposte di Andrea Cajani alle nostre domande-inchiesta.

Si è ripartito in Austria con la F.1 ma il motorsport non è solo GP, cosa vi aspettate dalla ripresa?

Andrea Cajani: «Non solo per il bene del motorsport ma soprattutto della civiltà, mi aspetto che istituzioni e media incentivino nuovamente e ancor più di prima la partecipazione del pubblico anche in discipline "minori" e il ritorno alla condivisione: il concetto "smart" sta abituando la gente ad isolarsi ancor di più di quanto stesse già facendo prima della pandemia».

Pensate di rivedere gli impegni attuali oppure confermate tutto anche per il futuro?

«La passione non ha limiti ma le attività necessitano di aiuti concreti. I programmi dipenderanno dai supporti degli sponsor che a loro volta necessitano di incentivi dalle istituzioni. Al momento non stiamo ancora approntando i programmi per il 2021 se non le manifestazioni a cui i nostri membri potranno permettersi di partecipare con le proprie risorse individuali (restrizioni permettendo)».

Nei mesi di lockdown come avete reagito e impostato il lavoro?

«Diversificazione dei servizi: se clienti e appassionati non ti possono raggiungere sui campi di gara e alle manifestazioni, abbiamo impostato nuove attività di servizi per andare noi da loro. Viene però meno lo sport e più il commercio, quindi si molla in un settore per interagire in un altro».

Per una azienda leader nel motorsport è difficile trasformare la produzione in altro ambito oppure la velocità di reazione dello sport aiuta in questi momenti?

«Il settore eventi e sport è fondamentale, senza questi momenti di incontro tra attori e pubblico tutto si riduce al semplice commercio nel rapporto azienda produttrice-casa consumatore. Diversificare non è facile: nel sistema vendita-consumo purtroppo lo sport non è sufficiente».

Come vedete l'evolversi del motorsport nazionale e internazionale? Secondo voi quali categorie potrebbero essere più in difficoltà?

«È tutto nelle mani delle istituzioni e dei governatori: permettere di riprendere in sicurezza, agevolerà nuovamente gli attori a praticare e gli spettatori a partecipare. Sono stati penalizzati i grandi eventi che implicano grandi assembramenti (Goodwood e Le Mans Classic per citarne un paio)».

Oltre al motorsport la vostra azienda ha diversificato in altri settori la produzione? 

«Sì, impostando una nuova attività di vendita e di servizi per gli addetti ai lavori e per gli appassionati-clienti del settore Alfa Romeo storiche».

Le istituzioni sono state di supporto nel vostro settore anche se il motorsport viene visto di solito come attività non basilare?

«Purtroppo no».

La passione non ha limiti ma le attività necessitano di aiuti concreti. I programmi dipenderanno dai supporti degli sponsor che a loro volta necessitano di incentivi dalle istituzioni

Il salone di Ginevra 2021 è stato cancellato ed EICMA rimandato a novembre 2021, il business tradizionale dell'auto e moto sembra essere in crisi, credete ci sarà una evoluzione verso nuovi modelli e quali?

«Speriamo in un'incentivazione dell'heritage, per quanto riguarda i veicoli di rilevanza storica e la loro tutela».

La ricerca nel motorsport attuale può essere convertita verso nuovi settori?

«Non saprei».

Avete proposte da portare avanti verso federazione sportiva e il mondo della politica?

«Meno burocrazia e più aiuti concreti».

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