Nalli, Suzuki: «Il 4 maggio si riapre. Concessonarie auto, moto e motori marini: siamo pronti!»

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Emiliano Perucca Orfei
Abbiamo parlato con Massimo Nalli, direttore generale di Suzuki Italia, di come l’azienda stia affrontando l’emergenza Coronavirus e di come possa evolversi il settore automotive
29 aprile 2020

La gestione dell’emergenza Coronavirus da parte delle case automobilistiche si gioca su diversi fronti: produzione, concessionari, clienti e anche prospettive e strategie per il futuro. Ne abbiamo parlato con Massimo Nalli, direttore generale di Suzuki Italia.

Come siete venuti incontro alla rete in questo momento difficile?

Massimo Nalli: «Abbiamo dato ossigeno ai concessionari ritardando i pagamenti. Il concessionario non potrà mai avere l'ossigeno ed i polmoni di una multinazionale e questo l'abbiamo sentito come un dovere etico verso i concessionari, le loro famiglie e per dovere verso il marchio Suzuki. Il concessionario Suzuki è la Suzuki. Non c'è una sede, non c'è il Giappone. C'è una sola Suzuki».

Come vi siete mossi con la clientela, invece?

«L’emergenza ha negato la ragione di esistere dell’automobile, perché ci hanno detto di non utilizzarla. Gli italiani amano l'automobile e ne abbiamo bisogno visto che il trasporto pubblico potrebbe avere qualche battuta d'arresto. Ecco perché abbiamo aperto lo store online su tutta la gamma, mentre prima si usava solamente per alcune serie speciali. E' possibile bloccare il prezzo direttamente da web, chattare col concessionario e l'impegno d'acquisto è solo di Suzuki e non del cliente».

«Abbiamo imparato a fare cose uguali in modo diverso. Comprare un'auto si può fare in modo diverso ed i concessionari si stanno preparando a questa cosa ed hanno già iniziato. L'esempio del nostro store online è esattamente questo. Per noi, tra l'altro, questa cosa vale per le motociclette ma anche per i motori marini».

Quando ci sarà una ripartenza effettiva?

«La questione Coronavirus è globale e quindi anche i nostri impianti vanno a rilento rispetto al potenziale effettivo. La produzione viaggia al passo della richiesta ed anche alla velocità della fornitura delle componenti. Quindi non ha senso pensare alla ripartenza senza pensare che tutti siano effettivamente ripartiti. La vera ripartenza c'è quando il Paese ma anche direi l'intera umanità avrà ritrovato il suo equilibrio. C'è bisogno di un vaccino e c'è bisogno di modificare i nostri comportamenti. Ci siamo sempre chiesti perché i giapponesi usano la mascherina ed adesso l'abbiamo imparato. Speriamo che sia una cosa che abbiamo imparato ad utilizzare per essere rispettosi degli altri».

Il Presidente di Federauto ha fatto sapere che state lavorando per ampliare gli incentivi per le automobili. Rimarrà tutto uguale sul tema visto che questi mesi di lockdown hanno dimostrato che l'automobile è meno impattante di quello che sembra?

«La sicurezza attiva diventerà sempre più diffusa in modo naturale. Pensiamo solamente all'ABS ed all'airbag. Oggi li diamo per scontati ed una volta erano a pagamento. Oggi addirittura nemmeno lo dichiariamo, se non in scheda tecnica, perché è dato per scontato. Se avessi delle risorse da investire la investirei laddove le case sono più restie ad allocare risorse, quindi l'ecologia. Però l'incentivazione su tecnologie meno inquinanti non deve essere vincolata all'elettrico. Ecco perché stiamo pensando di incentivare con Federauto le vetture fino a 95 g/km, con contributo rottamazione fino a 2.000 euro».

«L'introduzione di sistemi di malus non è servito a contenere le emissioni, visto che le vendite delle auto più inquinanti lo scorso anno sono aumentate».

Sicuramente la propensione all'acquisto del nuovo potrà essere più limitata rispetto a prima quindi puntare sull'usato è certamente qualcosa che faremo

L'usato è un settore che con la fase 2 e la fase 3 crescerà?

«Già di suo il mercato dell'usato italiano genera numeri più bassi rispetto a quella di altri Paesi. Per cui c'è modo di crescere da quel punto di vista. Sicuramente la propensione all'acquisto del nuovo potrà essere più limitata rispetto a prima quindi puntare sull'usato è certamente qualcosa che faremo seguendo una linea che abbiamo già seguito con il nostro programma di garanzia».

Visto che non si stanno vendendo vetture green, le multe europee legate alle emissioni di CO2 saranno rinviate?

«Sarebbe strumentale, ingiusto ed iniquo non pensare ad una rivisitazione della cosa ma non è detto che questo avvenga. Alcune volte il rigore c'è ma l'arbitro non fischia...».

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